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Scontro Inps, il Civ contro Boeri: "Rischio uomo solo al comando". La replica: "Andiamo avanti"

Il Consiglio di indirizzo conferma il ricorso al Tar contro la riforma dell'Istituto della previdenza, ma apre a un ritiro qualora il presidente si correggesse. La risposta di Boeri: "Pronti a chiarire, ma l'impianto resta. Senza riforma a rischio l'Ape"

 

29 settembre 2016

 

MILANO - Sale di tono lo scontro interno all'Istituto per la previdenza sul piano di riorganizzazione varato dal presidente Tito Boeri. Il Civ - il Consiglio di indirizzo e vigilanza, un organo chiave dell'istituto formato da imprese e sindacati - ha confermato ad oggi "la presentazione del ricorso al Tar" contro il piano Boeri, ricorso "ieri l'altro notificato a tutti gli interessati". Lo ha spiegato Pietro Iocca, presidente del Civ, parlando in audizione alla commissione bicamerale Enti gestori. "Abbiamo promosso questa azione per il rispetto della legge", ha aggiunto specificando che "nel caso in cui la presidenza Boeri si correggesse e ritirasse le violazioni di legge" del nuovo regolamento, il Civ "è pronto a ritirare il ricorso al Tar".

 

Dal canto suo, il presidente Boeri ha risposto che l'impianto del nuovo regolamento d'organizzazione non cambierà nella sostanza: ci potranno solo essere dei chiarimenti ai rilievi mossi dai ministeri dell'Economia e del Lavoro e a quelli del Civ, ma "andremo avanti con la riforma".

 

Negli ultimi giorni la temperatura è cresciuta in seno all'Istituto della previdenza. Come ricostruito da Repubblica in edicola mercoledì, la riforma voluta da Boeri è stata osteggiata a tal punto dal Consiglio, che questo è arrivato a ricorrere al Tar per bloccarla. Come non bastasse, un parere della Ragioneria generale ha svelato anche i dubbi del Tesoro, che vigila con il dicastero del Lavoro sull'Inps stesso. Nel documento di inizio agosto, la Ragioneria sottolinea tre nodi critici: la riduzione del potere del Civ, la concentrazione delle funzioni nelle mani del presidente e il depotenziamento delle proposte che il direttore generale (Massimo Cioffi) sottopone al presidente (lo stesso Boeri). Secondo l'Inps, però, si tratta di osservazioni in parte già emendate e per questo superate.

 

Iocca ha dettagliato i motivi della critica: secondo il Civ, il piano per il nuovo Inps "porta a una semplificazione così estrema, togliendo competenze, tale da asciugare anche la democrazia". In audizione ha attaccato: "Questo è il disegno che sottende al nuovo regolamento. Se vengono per certi versi asciugati delle loro competenze il Civ, il direttore generale e il collegio, alla fine resta un uomo solo al comando". Boeri ha invece spiegato che c'è la disponibilità per "alcuni aggiustamenti" ma "la sostanza non cambia" e "adesso passeremo all'attuazione" del piano. Insomma il ricorso al Tar del Civ, "un'azione drammatica e costosa", non bloccherà la riorganizzazione. Anzi, rincarando la dose l'economista ha legato la riorganizzazione all'anticipo pensionstico: "Se vogliamo far decollare l'Ape serve una macchina efficiente. L'Ape è una operazione complessa e necessita di una presenza capillare sul territorio per gestire le domande. Fermare ora la riforma dell'Inps, dunque, porterebbe a problemi per l'attuazione dell'Ape".

 

In sua difesa, Boeri ha sottolineato: "Da tempo mi batto perché la nuova governance dell'inps venga varata al più presto e venga ridotto il potere del presidente". Quanto alla struttura del futuro, il taglio delle direzioni (dalle attuali 48 si passerà progressivamente a 36

più l'organismo indipendente di valutazione) genererà a regime risparmi per circa 8 milioni di euro, tra costi diretti e indiretti delle diverse direzioni rimosse. "Questi risparmi - ha detto - contribuiranno a finanziare il piano di assunzione di 900 giovani laureati".

 

 

Rivoluzione all'Inps: servizi via web e taglio dei costi

 

L'Istituto della previdenza cambia pelle. Scure sulle direzioni centrali, che scendono da 48 a dieci. Risparmi grazie ai canali digitali

 

23 gennaio 2016

 

MILANO - Al via la rivoluzione interna dell'Inps che presenta oggi ai suoi dirigenti il nuovo modello di servizio e le strategie, a partire dai nuovi assetti organizzativi. Il nuovo modello di fornitura dei servizi, si legge in un comunicato dell'Istituto della previdenza, si articola su centralità dell'utente, digitalizzazione e multicanalità, riduzione dei costi e incremento della performance. Il nuovo organigramma prevede la razionalizzazione della "prima linea" di dirigenza da 48 a 10 direzioni centrali a diretto riporto del direttore generale.

 

Nella nota si dice che "le prestazioni sociali saranno fornite secondo un approccio consulenziale, personalizzato e proattivo basato sui potenziali bisogni specifici degli utenti. L'obiettivo è di rendere l'Istituto non solo erogatore di servizi a richiesta ma il principale consulente dei cittadini. A questo fine è prevista la creazione di un fascicolo unico per ogni utente che contenga la sua storia contributiva e tenga traccia della sua interazione con l'Istituto".

 

Nel disegno del futuro non poteva che esser centrale Internet: "L'Inps punta a un'evoluzione multicanale, con forte presenza territoriale, e digitale del rapporto con gli utenti che preveda la creazione di una nuova interfaccia web personalizzata e modalità più efficaci di interazione con gli intermediari, oltre al potenziamento scambio di flussi informativi con altre pubbliche amministrazioni". Il web fa rima con spending review: "I costi di funzionamento saranno ridotti attraverso lo spostamento dell'erogazione dei servizi dai canali fisici ai canali digitali e aumento del contributo dell'Istituto alla riduzione del debito pubblico. La transizione verso il nuovo modello di servizio si svolgerà nell'arco di tre anni".

 

Il primo passo consisterà nell'intervento sulla struttura organizzativa, per alleggerirla: "La riorganizzazione è anche volta a portare a termine l'integrazione fra i diversi enti previdenziali, di recente confluiti in Inps, tramite un processo di migliore coordinamento e aggregazione delle funzioni". L'Inps declina quattro peculiarità della nuova struttura: separazione tra funzioni di governo e servizi; responsabilità centrali di disegno e indirizzo, locali per la fornitura dei servizi; unitarietà di pianificazione strategica, budget e bilancio; gestione centralizzata dei costi.

 

Entro febbraio decadranno i dirigenti e si passerà al rinnovo delle cariche. Ci saranno solo dieci direzioni centrali (da 48) sotto il dg: "Sei avranno funzioni di coordinamento: la direzione entrate, responsabile della gestione del credito e del contrasto all’evasione contributiva; la direzione personale, innovazione, processi e sistemi, responsabile della gestione del personale, della formazione, dell’organizzazione e dell’innovazione tecnologica; la direzione pianificazione, bilanci e controllo di gestione che si occuperà della contabilità e del controllo di gestione; la direzione prestazioni che definirà le regole e le procedure applicative per tutti i servizi dall’Istituto (pensioni, prestazioni a sostegno reddito, invalidità civile, etc.) la direzione risorse strumentali e patrimonio, responsabile degli acquisti, della gestione del patrimonio e del sistema informativo; la direzione servizi agli utenti, che coordinerà le strutture territoriali e governerà tutti i punti di contatto con l’utente (sito web, call center). A queste sei direzioni si aggiungono la direzione relazione esterne, la segreteria tecnica, la direzione studi e ricerche e la direzione audit"

 

(La Repubblica)