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Milionari di Stato, da Conti a Bernabè ecco i super 740 manager pubblici

La Presidenza del Consiglio dei ministri ha preparato l'ultimo Bollettino sulla posizione patrimoniale di 140 dirigenti o ex dirigenti. L'obbligo di far conoscere le "entrate" è fissato dalla legge sulla trasparenza del 1982

 

di ALDO FONTANAROSA

 

ROMA - Un po' nascoste negli archivi dello Stato, ecco le dichiarazioni dei redditi di manager ed ex manager pubblici di punta. Sono le dichiarazioni del 2015 che queste persone hanno presentato alla luce di quanto guadagnato nel 2014. Ora la Presidenza del Consiglio dei ministri - sulla base della legge sulla Trasparenza - raccoglie queste dichiarazioni in un Bollettino fresco di stampa, che ha la data del 31 agosto 2016.

 

L'hit parade dei redditi è guidata, saldamente, dall'ex amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti. La cifra impressiona: oltre 11 milioni di euro. Questa somma, gigantesca, comprende anche mega-liquidazione e benefici che Conti ha ricevuto a maggio 2014, quando ha lasciato la sua carica all'Enel nelle mani di Francesco Starace.

 

In seconda posizione, spunta Ferdinando Falco Beccalli. Il manager torinese conquista la presidenza dell'Enav nel giugno 2015. Il suo super-reddito - oltre 9,5 milioni - deve arrivare dal ruolo di presidente e ad di General Electric Europa, e di amministratore delegato di General Electric in Germania, che abbandona a Natale del 2014.

 

Peraltro, Falco Beccalli - per gli amici semplicemente Nani - dichiara di avere il 60% della Falco Holding. E' una fortunata e redditizia società, con sede a Lugano, che si occupa di consulenza manageriale.

 

Fabio Gallia approda alla guida della Cassa Depositi e Prestiti nell'estate del 2015. Il reddito 2014 - vicino in questo caso ai 3 milioni di euro - va ricondotto dunque al suo precedente lavoro di amministratore delegato di Bnl e responsabile del gruppo Bnp Paribas per l'Italia. Come patrimonio personale Gallia dichiara di avere, in quel momento e in comproprietà, tre fabbricati a Torino; 5 fabbricati e sei terreni a Capalbio; due fabbricati a Diano Marina e altri due a Sauze D'Oulx (siamo in Val di Susa). Ancora, quattro terreni a Sassello (delizioso borgo vicino Savona).

 

Una persona benestante, dunque, che però conserva gelosamente in garage una Fiat Panda del 2006.

 

Robusto è anche il patrimonio di Franco Bernabé, che deve comunicare il suo reddito per il ruolo - quasi da mecenate - nella Fondazione La Quadriennale di Roma. Come reddito, viaggiamo oltre il milione 600 mila euro nell'anno. Il manager spiega genericamente di aver dei "fabbricati di proprietà nel Comune di Roma", senza entrare in troppi dettagli.

 

Sopra il milione di euro è anche Luciano Acciari che il Bollettino cita come "vice presidente uscente" della St Microelectronics Holding. Parte del suo reddito proviene anche - si immagina - dall'intensa attività di avvocato sui fronti societario, fiscale e tributario, di cui è molto esperto.

 

Tra i 7 manager a più alto reddito, ecco infine Ezio Castiglioni (presidente dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare). Siamo oltre i 762 mila euro.

 

Sono cinque le categorie di manager tenuti a rendere pubblica la propria situazione patrimoniale:

1) intanto presidenti, vicepresidenti, amministratori delegati e direttori generali di enti pubblici, la cui nomina sia demandata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Consiglio dei ministri, a singoli ministri;

2) ma anche presidenti, vicepresidenti, amministratori delegati e direttori generali delle società dove lo Stato ha una quota superiore al 20 per cento;

3) e poi presidenti, vicepresidenti, amministratori delegati e direttori generali degli enti o istituti privati, al cui funzionamento concorra lo Stato in misura superiore al 50 per cento delle spese di gestione (a condizione che queste oltrepassino i 500 milioni annui);

4) infine i direttori generali delle aziende autonome dello Stato;

5) e i direttori generali delle aziende speciali dei Comuni capoluogo oppure con popolazione superiore ai 100 mila abitanti.

 

Il Bollettino della Presidenza del Consiglio non precisa quali siano i compensi che queste persone hanno ricevuto dagli enti pubblici dove hanno ricoperto un ruolo spesso di punta. Il Bollettino indica i redditi complessivi, generali di questi manager, effetto anche di incarichi nel settore privato precedenti all'incarico pubblico. In alcuni casi, gli stipendi degli enti pubblici hanno concorso a realizzare il reddito, in tutto o in parte.

 

(La Repubblica)