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Hedge fund in fuga da Deutsche Bank, ma il mercato scommette sul patteggiamento negli Usa

Una decina di fondi che lavorano con Deutsche Bank hanno spostato i loro asset presso altre banche per ridurre l'esposizione verso l'istituto tedesco, le cui condizioni finanziarie sono giudicate precarie dal mercato. L'ad Cryan: "Con un cuscinetto di capitale da 215 miliardi siamo sereni". Negli Stati Uniti si avvicina l'ipotes di un'intesa sui subprime

 

 

30 settembre 2016

 

MILANO - Una decina di hedge fund che lavora con Deutsche Bank ha spostato i suoi asset presso altre banche per ridurre l'esposizione verso l'istituto tedesco, le cui condizioni finanziarie sono giudicate precarie dal mercato. A preoccupare gli investitori è il rischio tenuta della bancha a fronte della maxi-multa da 14 miliardi di dollari arrivata dagli Stati Uniti per lo scandalo dei mutui subprime. Il gruppo tedesco confida di raggiungere un'intesa per chiudere con una transazione a valori molto più bassi, in scia a quanto successo ad altre banche d'affari, ma i mercati restano dubbiosi anche perché sulla testa del colosso teutonico pesa il fardello di 55mila miliardi di derivati, una cifra pari a 15 volte il Pil tedesco. In avvio di giornata il titolo crolla affonda i mercati, salvo poi invertire bruscamente la rotta sulle voti di patteggiamento negli Stati Uniti per 5,4 miliardi.

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Nonostante tutto, i fondi, una piccola parte degli oltre 800 clienti del settore hedge fund di Deutsche Bank, hanno quindi trasferito parte delle loro partecipazioni in derivati verso altre società: la notizia è confermata da un documento interno della banca visionato da Bloomberg. "Ogni settimana abbiamo deflussi e ingressi e questa settimana non è diversa" ha commentato Barry Bausano, presidente di Deutsche Bank Securities e delle attività di hedge fund, senza dare indicazioni sui flussi netti registrati in settimana. Tuttavia, i deflussi sembrano evidenziare la percezione di un accresciuto rischio di controparte da parte di chi usa Deutsche Bank per le attività di clearing (compensazione).

 

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Tra i fondi che hanno spostato parte delle loro esposizioni in derivati figurano Millennium Partners, che gestisce 34 miliardi di dollari, Rokos capital Management (4 miliardi) e Capula Investment Management (14 miliardi). "I nostri clienti di trading sono tra i più sofisticati al mondo. Siamo fiduciosi che la grande maggioranza di loro abbiano una piena comprensione della nostra stabile posizione finanziaria, dell'attuale contesto macroeconomico, del contenzioso negli Stati Uniti e dei progressi che stiamo facendo con la nostra strategia" ha commentato Michael Golden, portavoce di Deutsche Bank.

 

La multa più salata per un caso simile è stata pagata da Bank of America che nel 2014 ha versato 16,65 miliardi di dollari, mentre lo scorso aprile Goldman Sachs è stata multata per 5 miliardi. Deutsche Bank proverà, quindi, a trattare con le autorità americane per tagliare le sanzione anche perché per il momento non è chiaro quanto del totale sarebbe da versare in contanti e quanto andrebbe a rimborsare clienti che furono fuorviati andando ad alimentare la bolla immobiliare poi esplosa. Per gli stessi prodotti, Citigroup, Jp Morgan e Morgan Stanley hanno pagato complessivamente 23 miliardi di dollari.

 

Anche per questo, le autorità americane non escludono di sanzionare con un'unica multa Barclays, Credit Suisse e Deutsche Bank. Il Ceo di Deutsche Bank John Cryan ha immediatamente scritto ai dipendenti invitandoli a mantenere la calma nonostante le turbolenze: "Non vi sono basi per tale speculazione, anche l'incertezza del risultato delle azioni legali negli Usa non è una ragione per questa pressione sulle nostre azioni, se prendiamo a confronto i nostri diretti concorrenti. Mai negli ultimi vent'anni Deutsche Bank è stata così sicura come oggi per quel che riguarda il bilancio. Con riserve superiori a 215 miliardi di euro la banca ha un cuscinetto di capitale molto confortevole".

 

(La Repubblica)