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AranSegnalazioni - Newsletter del 18/04/2016

AranSegnalazioni
Newsletter del 18/04/2016
 
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Orientamenti applicativi Aran

Aran
Comparto Ministeri

Fino a quale età del bambino può essere goduto il beneficio dei primi 30 giorni, interamente retribuiti, di congedo parentale? 

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Aran
Comparto Regioni e Autonomie locali

Una dipendente dell’ente nel 2015 ha ricoperto la posizione di dirigente a tempo determinato, ai sensi dell’art.19, comma 6, del D.Lgs.n.165/2001, fino all’11.7.2015. da tale ultima data è ritornata nella precedente propria posizione lavorativa di funzionario inquadrato nella categoria D, posizione economica D4. Come avrebbe dovuto essere determinato l’importo della tredicesima mensilità spettante alla lavoratrice per l’anno 2015?

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Sezione Giuridica

ARAN
Ipotesi di contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale (2016-2018)
Segnalazione da U.O. Monitoraggio contratti e legale
Lo scorso 5 aprile è stata firmata, tra Aran e Sindacati, l’ipotesi di accordo quadro nazionale che ridefinisce i nuovi comparti e le nuove aree di contrattazione del pubblico impiego. L’accordo - che è stato firmato dalla gran parte delle confederazioni sindacali presenti al tavolo - conclude la trattativa avviata qualche mese fa, a seguito degli indirizzi impartiti all’Aran dal Governo e dai Comitati di settore delle Regioni e delle Autonomie locali. E’ un accordo importante che introduce cambiamenti rilevanti nell’assetto del sistema contrattuale pubblico.
I comparti di contrattazione passano da 11 a 4, in linea con la norma di legge che pone un tetto massimo di quattro al numero dei comparti (art. 40, comma 2 del decreto legislativo n. 165 del 2001). Si realizza pertanto un significativo accorpamento degli ambiti sui quali si svolgeranno le trattative per i rinnovi contrattuali nazionali.
I nuovi comparti sono:
- Funzioni centrali, nel quale confluiscono gli attuali comparti Ministeri, Agenzie fiscali, Enti pubblici non economici, Enti di cui all’art. 70 del d.lgs. n. 165/2001 (in particolare: Enac, Cnel);
 Funzioni Locali, che conserva il perimetro dell’attuale comparto Regioni-autonomie locali;
- Istruzione e ricerca, nel quale sono compresi gli attuali comparti Scuola, Accademie e conservatori, Università, Enti pubblici di ricerca, Enti di cui all’art. 70 del d.lgs. n. 165/2001 (in particolare, Agenzia spaziale italiana);
- Sanità, che non muta sostanzialmente la sua fisionomia, ricomprendendo gli enti ed aziende dell’attuale comparto Sanità.
In stretto collegamento con i quattro comparti, l’Accordo ha anche operato una ridefinizione delle aree dirigenziali, cioè degli ambiti sui quali saranno negoziati gli specifici accordi riguardanti la dirigenza pubblica.
Le nuove aree dirigenziali sono:
 Area delle Funzioni centrali, comprendente i dirigenti delle amministrazioni che confluiscono nel comparto Funzione centrali, cui si aggiungono i professionisti e i medici degli enti pubblici non economici;
 Area delle Funzioni locali, nel quale trovano collocazione i dirigenti degli enti del comparto Funzioni locali; i dirigenti amministrativi, tecnici e professionali degli enti ed aziende del comparto Sanità; i segretari comunali e provinciali;
 Area dell’Istruzione e della ricerca, comprendente i dirigenti del comparto Istruzione e ricerca;
- Area della Sanità, all’interno del quale sono collocati i dirigenti degli enti ed aziende del comparto Sanità, ad eccezione dei dirigenti amministrativi, tecnici e professionali.
L’accordo ha inteso semplificare l’assetto attuale, ma salvaguardando talune differenze che caratterizzano il sistema amministrativo italiano. In tale ottica, è stata mantenuta la distinzione tra PA centrale e PA regionale e locale e si è tenuto conto, in special modo con riferimento alle aree dirigenziali, del nuovo profilo dell’organizzazione amministrativa, disegnato nell’ambito della riforma della pubblica amministrazione, recentemente varata dal Governo.
Per accompagnare la transizione al nuovo assetto contrattuale, le parti hanno stabilito una breve finestra temporale all’interno della quale i sindacati potranno realizzare processi di aggregazione o fusione. Si tratta di una previsione che intende agevolare il percorso verso il nuovo assetto della rappresentatività sindacale del pubblico impiego.


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Corte di Cassazione
Sezione Lavoro - Sentenza n. 5574 del 22/3/2016 
Legge 104/1992 – permessi retribuiti- uso improprio- licenziamento per giusta causa 
Segnalazione da U.O. Monitoraggio contratti e legale
E’ legittimo il licenziamento per giusta causa del lavoratore che utilizza solo in minima parte i permessi retribuiti concessigli ex legge n. 104/1992 per assistere il parente disabile. Un tale comportamento viola infatti i doveri di correttezza e buona fede incrinando il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e lavoratore. La sentenza riguarda il dipendente di una azienda privata ma il principio è valido anche per i lavoratori pubblici

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Corte dei Conti
Sezione controllo Regione Puglia deliberazione n. 73/2016
Enti locali – Applicabilità del vincolo di indisponibilità dei posti dirigenziali vacanti ex art.1, co. 219, L. 208/2015 (legge stabilità 2016) anche agli incarichi dirigenziali degli enti locali.

Segnalazione da U.O. Monitoraggio contratti e legale
La deliberazione riguarda l’ambito applicativo della disciplina dettata in materia di dirigenza, dall’art.1, comma 219, della legge 208/2015 (legge di stabilità 2016) in particolare, l’applicabilità della disposizione agli enti locali, oltre alle amministrazioni dello Stato; tale disposizione prevede che non si potranno ricoprire i posti vacanti di qualifica dirigenziale, delle dotazioni organiche delle amministrazioni pubbliche, fino all’entrata in vigore della riforma Madia. A parere dei giudici contabili, non vi è alcuna volontà legislativa di escludere dall’ambito applicativo la dirigenza degli enti locali, in quanto sul piano letterale, il riferimento della norma alla prima e seconda fascia dirigenziale, denominazione che caratterizza la dirigenza statale, appare imputabile più ad una imperfetta tecnica di formulazione legislativa che ad una reale volontà di circoscrivere l’ambito applicativo della disciplina, visto che il riferimento esplicito è alle amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1, co. 2, del d.l.gs 165/2001; inoltre, sul piano sistematico, il successivo comma 224, della citata l. 208/2015, nel prevedere che resta escluso dall’ambito applicativo, tra gli altri, il personale delle città metropolitane e delle province “non fa altro che confermare l’opzione ermeneutica sopra indicata, “atteso che siffatta eccezione non avrebbe ragion d’essere se gli enti locali fossero esclusi a priori, per estraneità soggettiva dal raggio operativo della disciplina in esame”; infine, sul piano logico- teleologico, “la norma mira a precostituire  sotto il profilo dell’efficienza organizzativa, le condizioni migliori per la piena attuazione della riforma tracciata dalla legge 124/2015 cosiddetta “Madia”  e per il completo assorbimento del personale soprannumerario degli enti di area vasta, secondo il percorso delineato dalla legge 190/2014.” Da ultimo, tali coordinate ermeneutiche, a parere del Collegio, si adattano anche alla diversa ipotesi di proroga degli incarichi dirigenziali atteso che, la proroga, al pari del conferimento, presuppone una disponibilità del posto che è preclusa per espressa disposizione di legge. 

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Corte dei Conti
Sezione controllo Regione Liguria deliberazione n. 23/2016
Enti locali - Incremento parte variabile fondo integrativo personale dipendente – Art. 15 co.5 CCNL 1/4/1999 - Necessaria preventiva specifica pianificazione attività lavorativa – Durata incarico posizione organizzativa

Segnalazione da U.O. Monitoraggio contratti e legale
La deliberazione riguarda l’interpretazione dell’art. 15, comma 5, del CCNL 1 aprile 1999, ancora vigente per la parte normativa, per il personale dipendente degli enti locali, nella parte in cui prevede la possibilità di ampliare la parte variabile del fondo integrativo in caso di “attivazione di nuovi servizi o di processi di riorganizzazione finalizzati ad un accrescimento di quelli esistenti”. A tal fine, come rilevato dalla giurisprudenza contabile, è necessario che tali compensi, erogati dall’amministrazione in relazione alla produttività, siano preceduti da una adeguata e preventiva pianificazione del lavoro e nei tempi utili per evitare che uno strumento di incentivazione della produttività e del merito si trasformi in una sorta di integrazione retributiva (ex multis : Corte conti; sez. giurisd. Sardegna n. 247/2007; sez. giurisd. Lombardia n. 457/2008; sez. giurisd. Lazio n. 714/2011). Inoltre, relativamente alla durata dell’incarico di posizioni organizzative, ex art. 9, commi 1 e 4 del predetto CCNL, i giudici ritengono che la norma quando prescrive “un periodo massimo non superiore a 5 anni” ipotizza una naturale durata pluriennale dell’incarico anche in funzione di certezza dell’azione amministrativa e di garanzia del dipendente pubblico di non rimanere continuamente in balia delle decisioni del potere politico, circostanza che non sembra sia compatibile con i casi di rinnovi frequenti adottati invece dall’amministrazione in questione.

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Corte dei Conti
Sezione controllo Regione Toscana n. 30/2016
Enti locali – Incarichi dirigenziali – Applicabilità del limite di spesa previsto per le assunzioni a tempo determinato ex art. 9, co. 28, D.L. n. 78/2010 

Segnalazione da U.O. Monitoraggio contratti e legale
La questione affrontata dai giudici contabili verte sull’applicabilità anche agli incarichi delle funzioni dirigenziali, conferite ai sensi dell’art. 110, co. 1 del TUEL, dei vincoli delle assunzioni con contratto flessibile previsti dall’ art. 9, comma 28, del D.L. 78/2010. I magistrati contabili ritengono alla luce dell’evoluzione normativa che ha caratterizzato l’istituto, che l’ultima modifica, introdotta dall’art. 11 del D.L. 90/2014, ha ridefinito la disciplina dei suddetti incarichi riscrivendo il testo del comma 6-quater, dell’art. 19, del d.l.gs 165/2001, dal quale sono state espunte le previsioni riguardanti gli enti locali, “riconducendo tali  incarichi nel perimetro applicativo dei limiti di spesa per il lavoro flessibile ( sez. controllo Puglia del. 237/2015)”. In tal senso, d’altra parte, si è espressa anche la Sezione delle Autonomie (delib. n. 13/2015) che “ha espressamente incluso i contratti dirigenziali, ex art. 110 Tuel, nelle componenti considerate ai fini del rispetto dei limiti di cui all’art. 9 c. 28 del D.l. 78/2010, esprimendo così un indirizzo interpretativo sull’abrogazione per gli enti locali del comma 6-quater dell’art. 19 del d.lgs 165/2001”.

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Corte dei Conti
Sezione controllo Regione Toscana n. 28/2016
Enti locali – Stabilizzazione precari - Non si applica la proroga delle procedure di stabilizzazione del personale precario alla fattispecie prevista dall’art. 4, co. 6-quater D.L. 101/2013

Segnalazione da U.O. Monitoraggio contratti e legale
La Corte interviene in merito alla possibilità che hanno gli Enti locali di attivare procedure di stabilizzazione per il personale precario sulla base delle previsioni del D.L. n. 101/2013 (commi 6, 8 e 9) e delle modifiche introdotte dalla legge di stabilità per il 2015, L. n. 190/2015 (commi 424 e 426 dell’art.1), volte al prioritario ricollocamento del personale eccedente di area vasta e dei vincitori di concorso rispetto a tutte le altre categorie di lavoratori. In relazione alle previsioni della legge di stabilità, il termine entro il quale le amministrazioni locali possono attivare la procedura di stabilizzazione dei lavoratori precari, è prorogato al 31 dicembre 2018, per il personale in possesso dei requisiti previsti dal D.L. 101/2013; in tal modo il  legislatore ha voluto stabilire, quale priorità assoluta, l’assorbimento del personale in eccedenza di area vasta per gli anni 2015 e 2016, (in tal senso la Sezione delle Autonomie n. 19/2015). Riguardo l’applicabilità della proroga del termine, prevista dalla menzionata legge di stabilità, anche alla previsione del comma 6 - quater dell’art. 4 del D.L. 101/2013 - che si rammenta ha disciplinato, sulla base delle previsioni dell’art.1, comma 560, della l. 296/2006, la stabilizzazione del personale che aveva tre anni di anzianità a tempo determinato presso l’amministrazione e che aveva superato una procedura concorsuale pubblica con riserva per il personale con un’anzianità di almeno tre anni come co.co.co - i giudici evidenziano, che la predetta proroga non può ugualmente riferirsi a tale norma in quanto “viene delineata come eccezionale rispetto alla procedura di assunzione a tempo indeterminato prevista dalle altre disposizioni del predetto d.l.101/2013.”.

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Sezione Economica

ISTAT
Prezzi al consumo – marzo 2016
Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilità
Nel mese di marzo 2016 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e registra una diminuzione su base annua pari a -0,2%. La persistenza del calo tendenziale dei prezzi risente di un quadro di sostanziale stabilità degli andamenti su base annua delle diverse tipologie di prodotto, con l'eccezione dell'ulteriore flessione dei prodotti energetici e in particolare degli Energetici non Regolamentati (-11,2%, da -8,5% del mese precedente), compensata però dall’inversione della tendenza dei Servizi relativi ai trasporti (+0,5%, da -0,7% di febbraio) e da altri lievi segnali di ripresa registrati dai prezzi di alcune tipologie di prodotto, che hanno contribuito, però, solamente a ridurre l'ampiezza della flessione dell'indice generale. L'inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,4% (era -0,6% a febbraio). L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,1% su base mensile mentre diminuisce, dello 0,2% su base annua. Il rialzo congiunturale è in larga parte dovuto alla fine dei saldi invernali, di cui il NIC non tiene conto. 

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Fondo Monetario Internazionale
2016 World Economic Outlook 
Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilità
Il Fondo Monetario Internazionale ha presentato le previsioni di primavera sulla crescita mondiale. L’essenza del Rapporto rileva che la crescita mondiale è stata «troppo bassa troppo a lungo», e procede a un ritmo «sempre più deludente». Le previsioni annunciano che l’economia globale rischia lo stallo e sollecitano una forte risposta di politica economica da parte delle autorità. Gli economisti dell’organizzazione di Washington hanno tolto qualche decimale alla crescita mondiale, che si fermerà al 3,2% quest’anno (contro il 3,4% pubblicato a gennaio), appena al di sopra del 3,1% dell’anno scorso, e al 3,5% nel 2017, a quella dell’area euro (all’1,5 e all’1,6% rispettivamente) e agli Stati Uniti (2,4 e 2,5%), colpiti dal calo degli investimenti nel settore dell’energia e dal dollaro forte. Sul quadro mondiale pesano anche il rallentamento della Cina, al 6,5% nel 2016 e al 6,2% nel 2017, anche se qui la previsioni sono state ritoccate al rialzo, e la recessione in Brasile e Russia. Al ribasso sono state riviste ugualmente le previsioni per l’Italia su cui grava in particolare il peso delle sofferenze bancarie. La crescita, secondo il Fmi, per il nostro Paese dovrebbe fermarsi all'1% nel 2016, contro l'1,3% stimato a gennaio, e all'1,1% nel 2017, contro l'1,2% indicato a gennaio.

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Ministero dell'Economia e delle Finanze
Documento di Economia e Finanza  2016 (DEF)
Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilità
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, venerdì 8 aprile, il Documento di Economia e Finanza 2016 (DEF).
Il DEF si compone di tre sezioni:
1) Programma di Stabilità dell’Italia;
2) Analisi e tendenze della finanza pubblica;
3) Programma nazionale di riforma (PNR).
Dopo l’esame parlamentare, il Programma di Stabilità e il PNR saranno inviati alle istituzioni europee, entro il 30 aprile.


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Ufficio Parlamentare di Bilancio
Validazione del quadro macroeconomico tendenziale (DEF 2016)
Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilità
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio, come previsto dal Protocollo di intesa sottoscritto con il Ministero dell’Economia e delle finanze, ha concluso il processo di validazione del quadro macroeconomico tendenziale definitivo e ne ha comunicato l’esito positivo al Ministero. L’UPB, “ha valutato la plausibilità delle stime sulla base di un intervallo di valori accettabili per le grandezze macroeconomiche oggetto di validazione … e validato le previsioni tendenziali per gli anni 2016-2019 … in quanto esse si collocano nell’intervallo accettabile allo stato delle informazioni attualmente disponibili”.

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BCE
Rapporto annuale BCE sul 2015
Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilità
Il Rapporto rileva che il 2015 è stato un anno di ripresa per l’economia dell’area dell’euro. L’inflazione ha tuttavia continuato a seguire una traiettoria discendente. In questo contesto, un nodo centrale del 2015 è stato per l’area il rafforzamento della fiducia: fra i consumatori per promuovere la spesa; da parte delle imprese per riavviare le assunzioni e gli investimenti; a livello delle banche per incrementare i prestiti. Ciò è stato essenziale per alimentare la ripresa e contribuire a riportare l’inflazione verso il nostro obiettivo di tassi inferiori ma prossimi al 2%. La BCE ha contribuito a questo contesto in miglioramento attraverso due canali principali. In primo luogo e in modo particolare, con le decisioni di politica monetaria: a partire da gennaio con la decisione di ampliare il programma di acquisto di attività (PAA), successivamente apportandovi vari aggiustamenti, e infine con le decisioni assunte in dicembre di ridurre ulteriormente in territorio negativo il tasso sui depositi presso la banca centrale e di ricalibrare i nostri acquisti di attività. In secondo luogo, la BCE ha contribuito al clima di fiducia contrastando i rischi per l’integrità dell’area dell’euro, principalmente connessi agli eventi in Grecia. Infine, si evidenzia nel Rapporto, nel 2015 la BCE ha rafforzato la fiducia nei suoi processi decisionali accrescendo il livello di trasparenza e potenziando la governance.

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ISTAT
Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo. Edizione 2016
Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilità
"Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo" offre una selezione di indicatori statistici che spaziano dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, alle condizioni economiche delle famiglie, alla finanza pubblica, mettendo in luce le differenze regionali che caratterizzano l’italia e la sua collocazione nel contesto europeo. Gli oltre 100 indicatori, distribuiti in sei macroaree e organizzati in 19 settori, sono visualizzabili in modo interattivo, con la possibilità di esportare i grafici e farne l’embedding su altri siti web. Per ciascun settore è possibile scaricare i dataset in formato xls e approfondire i diversi aspetti grazie alle “Info” disponibili. Inoltre l'intera base dati può essere acquisita utilizzando l’icona “Download dati” presente nella home page del sistema.

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ISTAT
Conto economico trimestrale delle Amministrazioni pubbliche – IV trimestre 2015
Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilità
Nel quarto trimestre 2015 l'indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche (AP) in rapporto al Pil (dati grezzi) è stato pari al 2,2%, risultando inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente trimestre del 2014. Complessivamente, nel 2015 il rapporto tra indebitamento netto e Pil è stato pari al 2,6%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del 2014. Nel quarto trimestre 2015 il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo e pari a 8.112 milioni di euro. L'incidenza dell'avanzo sul Pil è stata dell'1,9%, inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2014. Il saldo corrente nel quarto trimestre 2015 è stato positivo e pari a 9.732 milioni di euro con un'incidenza sul Pil dello 2,3% (0,8% nel corrispondente trimestre dell'anno precedente). Nel quarto trimestre 2015, le uscite totali sono aumentate, in termini tendenziali, dello 0,6%; la loro incidenza rispetto al Pil è stata del 57,1% (57,7% nel corrispondente trimestre dell'anno precedente). Le uscite correnti sono diminuite dell'1,4% e quelle in conto capitale sono aumentate del 25,5%. Le entrate totali, nel quarto trimestre, sono aumentate, in termini tendenziali, dello 0,9% con un'incidenza sul Pil del 54,9%, inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2014. La pressione fiscale è stata pari al 50,3%, invariata rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Nel complesso del 2015, le uscite totali sono aumentate dello 0,1% rispetto all'anno precedente e il corrispondente rapporto rispetto al Pil è stato pari a 50,5% (51,2% nel 2014); le entrate totali sono aumentate dell'1,0%, con un'incidenza sul Pil del 47,9% (-0,3 punti percentuali rispetto al 2014). La pressione fiscale è risultata pari nel 2015 al 43,5%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto all'anno precedente.

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ISTAT
Euro-zone economic outlook – I, II e III trimestre 2016
Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilità
In un contesto internazionale incerto, il prodotto interno lordo dell'Eurozona è atteso espandersi a un ritmo moderato, pari allo 0,4% in ciascuno dei primi tre trimestri del 2016. La crescita sarà sostenuta dalla domanda interna. L'incremento del potere d’acquisto delle famiglie, stimolato dal calo dei prezzi del petrolio, è previsto sostenere i consumi privati mentre il rilevante afflusso di profughi, soprattutto in Germania, alimenterà i consumi pubblici e i trasferimenti. La ripresa degli investimenti, legata al crescente utilizzo della capacità produttiva, seguirà un ritmo crescente nei primi tre trimestri del 2016, favorita dal basso costo del denaro. Assumendo un prezzo del petrolio stabile a 40 dollari al barile e un tasso di cambio del dollaro intorno a 1,12 nei confronti dell'euro, l’inflazione è attesa negativa in T2 e lievemente positiva in T3.

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A cura della Direzione Studi, risorse e servizi dell'Aran
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