ISTATPrezzi al consumo – marzo 2016Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàNel mese di marzo 2016 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e registra una diminuzione su base annua pari a -0,2%. La persistenza del calo tendenziale dei prezzi risente di un quadro di sostanziale stabilità degli andamenti su base annua delle diverse tipologie di prodotto, con l'eccezione dell'ulteriore flessione dei prodotti energetici e in particolare degli Energetici non Regolamentati (-11,2%, da -8,5% del mese precedente), compensata però dall’inversione della tendenza dei Servizi relativi ai trasporti (+0,5%, da -0,7% di febbraio) e da altri lievi segnali di ripresa registrati dai prezzi di alcune tipologie di prodotto, che hanno contribuito, però, solamente a ridurre l'ampiezza della flessione dell'indice generale. L'inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,4% (era -0,6% a febbraio). L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,1% su base mensile mentre diminuisce, dello 0,2% su base annua. Il rialzo congiunturale è in larga parte dovuto alla fine dei saldi invernali, di cui il NIC non tiene conto. Vai al documento
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Fondo Monetario Internazionale2016 World Economic Outlook Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàIl Fondo Monetario Internazionale ha presentato le previsioni di primavera sulla crescita mondiale. L’essenza del Rapporto rileva che la crescita mondiale è stata «troppo bassa troppo a lungo», e procede a un ritmo «sempre più deludente». Le previsioni annunciano che l’economia globale rischia lo stallo e sollecitano una forte risposta di politica economica da parte delle autorità. Gli economisti dell’organizzazione di Washington hanno tolto qualche decimale alla crescita mondiale, che si fermerà al 3,2% quest’anno (contro il 3,4% pubblicato a gennaio), appena al di sopra del 3,1% dell’anno scorso, e al 3,5% nel 2017, a quella dell’area euro (all’1,5 e all’1,6% rispettivamente) e agli Stati Uniti (2,4 e 2,5%), colpiti dal calo degli investimenti nel settore dell’energia e dal dollaro forte. Sul quadro mondiale pesano anche il rallentamento della Cina, al 6,5% nel 2016 e al 6,2% nel 2017, anche se qui la previsioni sono state ritoccate al rialzo, e la recessione in Brasile e Russia. Al ribasso sono state riviste ugualmente le previsioni per l’Italia su cui grava in particolare il peso delle sofferenze bancarie. La crescita, secondo il Fmi, per il nostro Paese dovrebbe fermarsi all'1% nel 2016, contro l'1,3% stimato a gennaio, e all'1,1% nel 2017, contro l'1,2% indicato a gennaio.Vai al documento
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Ministero dell'Economia e delle FinanzeDocumento di Economia e Finanza 2016 (DEF)Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàIl Consiglio dei Ministri ha approvato, venerdì 8 aprile, il Documento di Economia e Finanza 2016 (DEF).
Il DEF si compone di tre sezioni: 1) Programma di Stabilità dell’Italia; 2) Analisi e tendenze della finanza pubblica; 3) Programma nazionale di riforma (PNR). Dopo l’esame parlamentare, il Programma di Stabilità e il PNR saranno inviati alle istituzioni europee, entro il 30 aprile.Vai al documento
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Ufficio Parlamentare di BilancioValidazione del quadro macroeconomico tendenziale (DEF 2016)Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàL’Ufficio Parlamentare di Bilancio, come previsto dal Protocollo di intesa sottoscritto con il Ministero dell’Economia e delle finanze, ha concluso il processo di validazione del quadro macroeconomico tendenziale definitivo e ne ha comunicato l’esito positivo al Ministero. L’UPB, “ha valutato la plausibilità delle stime sulla base di un intervallo di valori accettabili per le grandezze macroeconomiche oggetto di validazione … e validato le previsioni tendenziali per gli anni 2016-2019 … in quanto esse si collocano nell’intervallo accettabile allo stato delle informazioni attualmente disponibili”.Vai al documento
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BCERapporto annuale BCE sul 2015Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàIl Rapporto rileva che il 2015 è stato un anno di ripresa per l’economia dell’area dell’euro. L’inflazione ha tuttavia continuato a seguire una traiettoria discendente. In questo contesto, un nodo centrale del 2015 è stato per l’area il rafforzamento della fiducia: fra i consumatori per promuovere la spesa; da parte delle imprese per riavviare le assunzioni e gli investimenti; a livello delle banche per incrementare i prestiti. Ciò è stato essenziale per alimentare la ripresa e contribuire a riportare l’inflazione verso il nostro obiettivo di tassi inferiori ma prossimi al 2%. La BCE ha contribuito a questo contesto in miglioramento attraverso due canali principali. In primo luogo e in modo particolare, con le decisioni di politica monetaria: a partire da gennaio con la decisione di ampliare il programma di acquisto di attività (PAA), successivamente apportandovi vari aggiustamenti, e infine con le decisioni assunte in dicembre di ridurre ulteriormente in territorio negativo il tasso sui depositi presso la banca centrale e di ricalibrare i nostri acquisti di attività. In secondo luogo, la BCE ha contribuito al clima di fiducia contrastando i rischi per l’integrità dell’area dell’euro, principalmente connessi agli eventi in Grecia. Infine, si evidenzia nel Rapporto, nel 2015 la BCE ha rafforzato la fiducia nei suoi processi decisionali accrescendo il livello di trasparenza e potenziando la governance.Vai al documento
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ISTATNoi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo. Edizione 2016Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilità"Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo" offre una selezione di indicatori statistici che spaziano dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, alle condizioni economiche delle famiglie, alla finanza pubblica, mettendo in luce le differenze regionali che caratterizzano l’italia e la sua collocazione nel contesto europeo. Gli oltre 100 indicatori, distribuiti in sei macroaree e organizzati in 19 settori, sono visualizzabili in modo interattivo, con la possibilità di esportare i grafici e farne l’embedding su altri siti web. Per ciascun settore è possibile scaricare i dataset in formato xls e approfondire i diversi aspetti grazie alle “Info” disponibili. Inoltre l'intera base dati può essere acquisita utilizzando l’icona “Download dati” presente nella home page del sistema.Vai al documento
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ISTATConto economico trimestrale delle Amministrazioni pubbliche – IV trimestre 2015Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàNel quarto trimestre 2015 l'indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche (AP) in rapporto al Pil (dati grezzi) è stato pari al 2,2%, risultando inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente trimestre del 2014. Complessivamente, nel 2015 il rapporto tra indebitamento netto e Pil è stato pari al 2,6%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del 2014. Nel quarto trimestre 2015 il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo e pari a 8.112 milioni di euro. L'incidenza dell'avanzo sul Pil è stata dell'1,9%, inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2014. Il saldo corrente nel quarto trimestre 2015 è stato positivo e pari a 9.732 milioni di euro con un'incidenza sul Pil dello 2,3% (0,8% nel corrispondente trimestre dell'anno precedente). Nel quarto trimestre 2015, le uscite totali sono aumentate, in termini tendenziali, dello 0,6%; la loro incidenza rispetto al Pil è stata del 57,1% (57,7% nel corrispondente trimestre dell'anno precedente). Le uscite correnti sono diminuite dell'1,4% e quelle in conto capitale sono aumentate del 25,5%. Le entrate totali, nel quarto trimestre, sono aumentate, in termini tendenziali, dello 0,9% con un'incidenza sul Pil del 54,9%, inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2014. La pressione fiscale è stata pari al 50,3%, invariata rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Nel complesso del 2015, le uscite totali sono aumentate dello 0,1% rispetto all'anno precedente e il corrispondente rapporto rispetto al Pil è stato pari a 50,5% (51,2% nel 2014); le entrate totali sono aumentate dell'1,0%, con un'incidenza sul Pil del 47,9% (-0,3 punti percentuali rispetto al 2014). La pressione fiscale è risultata pari nel 2015 al 43,5%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto all'anno precedente.Vai al documento
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ISTATEuro-zone economic outlook – I, II e III trimestre 2016Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàIn un contesto internazionale incerto, il prodotto interno lordo dell'Eurozona è atteso espandersi a un ritmo moderato, pari allo 0,4% in ciascuno dei primi tre trimestri del 2016. La crescita sarà sostenuta dalla domanda interna. L'incremento del potere d’acquisto delle famiglie, stimolato dal calo dei prezzi del petrolio, è previsto sostenere i consumi privati mentre il rilevante afflusso di profughi, soprattutto in Germania, alimenterà i consumi pubblici e i trasferimenti. La ripresa degli investimenti, legata al crescente utilizzo della capacità produttiva, seguirà un ritmo crescente nei primi tre trimestri del 2016, favorita dal basso costo del denaro. Assumendo un prezzo del petrolio stabile a 40 dollari al barile e un tasso di cambio del dollaro intorno a 1,12 nei confronti dell'euro, l’inflazione è attesa negativa in T2 e lievemente positiva in T3.Vai al documento
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