Commissione EuropeaLa Commissione pubblica le relazioni per paese Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilità La Commissione europea ha pubblicato la sua analisi delle sfide economiche e sociali negli Stati membri dell'UE, le cosiddette relazioni per paese. Le relazioni sono uno strumento utilizzato nell'ambito del semestre europeo semplificato per monitorare le riforme e individuare tempestivamente le sfide che gli Stati membri devono affrontare. Facendo seguito all'analisi annuale della crescita 2016 e alle raccomandazioni per la zona euro, che indicavano le priorità a livello europeo, le relazioni odierne spostano l'attenzione del semestre europeo verso la dimensione nazionale. Le relazioni serviranno come base di discussione con gli Stati membri sulle rispettive scelte politiche in vista dei programmi nazionali da adottare in aprile e porteranno alla fine della primavera alla formulazione delle raccomandazioni specifiche per paese. La Relazione riguardante l’Italia si sofferma, fra l’altro, sui problemi legati all’efficienza della PA e del sistema giudiziario, evidenziando il percorso delineato dalle politiche di governo per la definizione del nuovo assetto istituzionale. Nelle tabelle di sintesi sono riportate, per ogni singola raccomandazione la valutazione dei progressi registrati nell’attuazione delle raccomandazioni stesse. In questo ambito, la Commissione valuta ottimamente i progressi compiuti dal nostro Paese nella revisione della cassa integrazione guadagni e degli strumenti contrattuali; nella riforma della scuola; nel miglioramento del governo societario delle banche.Vai al documento
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Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ragioneria Generale dello StatoBudget dello Stato a LB 2016-2018Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàIl Budget a LB rappresenta l'aggiornamento del documento di Budget dei costi delle amministrazioni centrali dello Stato per il triennio in esame, predisposto in coerenza con il contenuto della legge di stabilità e della legge di bilancio 2016-18 (rispettivamente leggi 208 e 209 del 30 dicembre 2015). Per l'esercizio finanziario 2016, in particolare, sono state monitorate le attività e i costi di n. 118 Centri di responsabilità amministrativa e n. 1.010 centri di costo delle Amministrazioni centrali dello Stato e recepiscono le indicazioni della legge di riforma contabile n. 196/09, relative a una più consona individuazione dei centri di costo, in particolare quelli periferici. Una specifica analisi è dedicata all’aggregato “costo del personale” (pagg. 125-144).Vai al documento
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Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ragioneria Generale dello StatoCircolare concernente le nuove regole di finanza pubblica per il triennio 2016-2018 per gli enti territoriali (Legge 28 dicembre 2015, n. 208) del 10/2/2016, n. 5Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàE’ stata pubblicata la Circolare n. 5 del 10 febbraio 2016 concernente le nuove regole di finanza pubblica per il triennio 2016-2018 per gli enti territoriali, volte ad assicurare il concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica delle regioni, delle città metropolitane, delle province e dei comuni, ai sensi dell’articolo 1, comma 707, commi da 709 a 713, comma 716 e commi da 719 a 734 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016). Il documento contiene indicazioni sulla determinazione del nuovo saldo di finanza pubblica e sulle modalità concernenti il monitoraggio e la certificazione, nonché i criteri interpretativi per l’applicazione delle nuove regole di finanza pubblica da parte degli enti territoriali.Vai al documento
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Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ragioneria Generale dello StatoNota breve sulla manovra di finanza pubblica per gli anni 2016-2018Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàLa Nota illustra i contenuti della Legge di stabilità per il 2016 per il triennio di programmazione, con le previsioni dei relativi effetti finanziari per i sottosettori delle amministrazioni pubbliche e, con maggior dettaglio, la descrizione dei principali interventi adottati. Complessivamente gli effetti della legge di stabilità determinano un incremento dell’indebitamento netto per l’anno 2016 pari a circa 17,6 miliardi, circa 19,1 miliardi nel 2017 e circa 16,1 miliardi nel 2018. Tra i principali interventi rientra la disattivazione delle clausole di salvaguardia, già previste da precedenti disposizioni legislative, che risulta essere completa per l’anno 2016 e parziale per gli anni successivi. Viene prevista, altresì, una revisione della disciplina sulla tassazione immobiliare sulle famiglie e sulle imprese, si stabilisce dal 2017, la riduzione dell’IRES di 3,5 punti percentuali e si introducono agevolazioni fiscali per favorire gli investimenti in nuovi beni strumentali. Sono prorogate le disposizioni che consentivano l’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato, si prevede la detassazione delle somme erogate ai lavoratori del settore privato per gli incrementi di produttività e si finanziano interventi per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Infine, ulteriori risorse sono destinate al potenziamento e alla promozione della cultura e al rafforzamento della difesa e della sicurezza pubblicaVai al documento
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ISTATPIL e indebitamento delle APSegnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàNel 2015 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.636.372 milioni di euro correnti, con un aumento dell'1,5% rispetto all'anno precedente. In volume il Pil è aumentato dello 0,8%, registrando una crescita dopo tre anni consecutivi di flessioni. Dal lato della domanda interna nel 2015 si registrano, in termini di volume, variazioni positive nei consumi finali nazionali (0,5%) e negli investimenti fissi lordi (0,8%). Per quel che riguarda i flussi con l'estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 4,3% e le importazioni del 6,0%. La domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 0,5 punti percentuali (1,0 al lordo della variazione delle scorte) mentre la domanda estera netta ha fornito un apporto negativo per 0,3 punti. L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari al -2,6%, a fronte del -3,0% del 2014. L'avanzo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil è stato pari all'1,5% (1,6% nel 2014). Vai al documento
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ISTATContratti collettivi e retribuzioni contrattuali – gennaio 2016Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàAlla fine di gennaio 2016 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 37,4% degli occupati dipendenti e corrispondono al 35,5% del monte retributivo osservato. Nel mese di gennaio l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,7% nei confronti di gennaio 2015. Con riferimento ai principali macrosettori, a gennaio le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell'1,0% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a gennaio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,5%); commercio e energia elettrica e gas (entrambi 1,9%) e agricoltura (1,8%). Si registrano variazioni nulle nei settori del credito e assicurazioni, delle telecomunicazioni, della metalmeccanica e in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Alla fine di gennaio la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 62,6% nel totale dell'economia e del 51,7% nel settore privato. Vai al documento
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ISTATPrezzi al consumo – gennaio 2016Segnalazione da U.O. Studi e analisi compatibilitàA partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) e dell'indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) è il 2015 (la precedente era il 2010 per NIC e FOI, 2005 per IPCA). A gennaio 2016, l'indice NIC, al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,2% rispetto a dicembre e aumenta dello 0,3% nei confronti di gennaio 2015. Il lieve rialzo dell’inflazione è principalmente imputabile al ridimensionamento della flessione dei Beni energetici non regolamentati (-5,9%, da -8,7% di dicembre) e all’inversione della tendenza dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+0,5%, da -1,7% di dicembre); questa dinamica è attenuata dal rallentamento della crescita degli Alimentari non lavorati (+0,6%; era +2,3% il mese precedente). L'inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,4%. L'indice IPCA diminuisce del 2,2% su base mensile e aumenta dello 0,4% su base annua. La flessione congiunturale è in larga parte da ascrivere ai saldi invernali dell'abbigliamento e calzature, di cui l'indice NIC non tiene conto.Vai al documento
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