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Il ritorno del ponte sullo Stretto non convince le rete

 

Un terzo delle opinioni è concorde nel ritenere che gli interventi pubblici cui dare la precedenza siano altri. Il 22,3% dei post, invece, rimprovera al governo una certa incoerenza di posizione rispetto a quanto sostenuto in passato, quando a proporre la grande opera erano maggioranze di diverso orientamento

 

a cura di VOICES FROM THE BLOGS

 

21 ottobre 2016

 

Il ponte sullo Stretto di Messina torna a far parlare di sé: è il premier Renzi che lo rimette in agenda (pur anteponendovi le emergenze del Paese), dando nuova vivacità a un dibattito virtuale che sembrava sopito. Ma la larga maggioranza degli italiani che commentano della cosa in Rete non sembra apprezzare particolarmente la riapertura della questione, e si affretta a elencare le diverse priorità di intervento e i dubbi sull'utilità dell'opera.

 

 

Analizzando i circa 60 mila post pubblicati su blog e social network nelle prime due settimane di ottobre si scopre, infatti, che quasi un terzo delle opinioni è concorde nel ritenere che gli interventi pubblici cui dare la precedenza siano altri. Il 22,3% dei post, invece, rimprovera al governo una certa incoerenza di posizione rispetto a quanto sostenuto in passato, quando a proporre la grande opera erano maggioranze di diverso orientamento, e il 20,8% attribuisce all'idea del ponte sullo Stretto, al più, il valore di una infelice promessa elettorale. Quote minori di cittadini dettagliano poi le loro obiezioni all'opera: è un regalo al malaffare e alle grandi organizzazioni criminali (8,8%); è una cattiva idea per via del rischio sismico cui è soggetta l'area dello Stretto (6,8%); è uno spreco di risorse (1,5%). Complessivamente, solo il 6,9% dei testi analizzati (poco più di 1 su 20) contiene una valutazione positiva dell'iniziativa e pensa che l'opera pubblica avrebbe un impatto rilevante sullo sviluppo economico del Mezzogiorno.

 

 

D'altro canto, tra coloro che - nei panni del governo - darebbero la precedenza ad altri interventi, le proposte alternative non mancano: quasi il 30% dei post consiglia di concentrarsi sul rinnovamento delle infrastrutture esistenti (in particolare alla rete stradale e ferroviaria delle regioni meridionali). Ad essi vanno aggiunti quanti, in seguito ad alluvioni e terremoti, chiedono di investire nella messa in sicurezza dei territori (13,1%). Altri privilegerebbero differenti capitoli di spesa: l'istruzione (23,8%), la sanità (12,2%) e l'occupazione (10,1%). Infine non manca chi ritiene necessario che - se bisogna investire al Sud - per prima cosa occorra mettere mano agli sprechi della pubblica amministrazione, soprattutto in Sicilia, e solo in un secondo tempo pensare alle grandi opere (7,5%).

 

"VOICES from the Blogs" (http://www.voices-int.com) è l'osservatorio scientifico sui social media dell'Università Statale di Milano curato da A. Ceron, L. Curini, S.M. Iacus e G. Porro.

 

(La Repubblica)