News

Le manager over 40 guadagnano il 35% meno degli uomini

 

Uno studio inglese mostra che le dirigenti esperte sono tra le donne più svantaggiate sul fronte del salario rispetto ai colleghi maschi

 

21 ottobre 2016

 

ROMA - In media nel Regno Unito le donne vengono pagate il 19% meno degli uomini. Ma per le donne manager sopra i 40 anni il divario è quasi doppio, del 35%. E si allarga ancora quando superano i 60 anni, al 38%. Sarebbero dunque le dirigenti più esperte, secondo uno studio del Chartered Management Institute, le più penalizzate dal cosidetto "gender pay gap", la disparità di salario tra uomini e donne.

 

I dati ufficiali sui redditi dell'Ufficio nazionale di statistica britannico mostrano che le 20enni e le 30enni con contratti a tempo pieno sono pagate sostanzialmente quanto i loro colleghi maschi, ma che un gap inizia ad aprirsi man mano che si avvicinano alla soglia dei 40. L'indagine del Cmi, condotta su 72mila profili dirigenziali di tutte le età ha rilevato un gap di genere del 6% tra i 26 e i 35 anni, del 20% tra i 36 e i 45, del 35% tra i 46 e i 60 e del 38% sopra i 60 anni.

 

Lo studio è stato presentato martedì al comitato parlamentare incaricato di promuovere l'eguaglianza di genere. Le società del Ftse 100, le prinicpali aziende quotate britanniche, hanno oggi oltre un quarto di donne nei loro board, centrando l'obiettivo che era stato proposto nel 2011 da un comitato guidato dal Lord ed ex banchiere Mervyn Davies. Lo scorso ottobre lo stesso Davies ha aggiornato il target al 33%, da raggiungere entro cinque anni. Una proposta appoggiata dal governo, pur senza prevedere alcuna penalizzazione per le società che non si adeguano.

 

Nonostante questo però, secondo il Cmi, non ci sarebbero segni di una riduzione del divario salariale. "Chiunque creda che bastino le quote di Davies per abbattere il soffitto di vetro si sbaglia", ha detto la direttrice del Chartered Management Institute Ann Francke. "L'uguaglianza significa molto di più di avere lo stesso numero di uomini e donne nel consiglio di amministrazione".

 

(La Repubblica)