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Lavoro nero e contratti irregolari hanno sottratto all'Erario 16 miliardi in 10 anni

 

(Teleborsa) - In dieci anni sono stati evasi 16 miliardi fra contributi e premi del lavoro sommerso, equivalente ad un mancato introito di 1,5 miliardi all'anno e pari ad una Finanziaria di media grandezza. Lo rileva uno studio del sindacato confederale UIL, che analizza i risultati degli accessi ispettivi condotti da Ministero del Lavoro, INPS e INAIL. La media annua degli accessi condotti fra il 2006 ed il 2015 è pari a 270, con un risultato sorprendente: in media ogni anno vengono trovati 250 mila lavoratori irregolari ed il tasso di irregolarità delle aziende è pari al 65,5%. I lavoratori in nero sono oltre il 43% degli irregolari. Nel commentare questi risultati, il segretario confederale Guglielmo Loy, parla di "condizione patologica che caratterizza il nostro Paese" e cita anche il recente rapporto Istat sull'economia sommersa, che quantifica il fenomeno il 211 miliardi di euro per l'anno 2014. L'economia sommersa da lavoro irregolare in particolare vale 77,2 miliardi di euro (con un'incidenza del 36,5%), in crescita anno dopo anno. La UIL, oltre alle forme pure di lavoro in nero, punta il dito anche su vari tipi di irregolarità lavorativa, a partire dalla constatazione che "si stia professionalizzando un sistema, al quale accedono purtroppo troppi datori di lavoro, nell'agirare, attraverso forme apparentemente legali, le disposizioni, sia normative che contrattuali": ne sono un esempio i part-time finti, le co.co.co a forte odore di prestazioni da lavoro subordinato, cooperative che gestiscono servizi global service con condizioni di lavoro con tutele fuori dagli standard contrattuali e la sostituzione dei voucher ai rapporti di natura subordinata.

 

2016-10-24 12:30:02

(Il Messaggero)