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Borse europee in rialzo con le trimestrali, euro in discesaBorse europee in rialzo con le trimestrali, euro in discesa

 

A sostenere gli acquisti contribuiscono anche il rafforzamento del dollaro, che sostiene i titoli europei dell'export e il calo del petrolio dopo che l'Iraq si è rifiutato di sottoscrivere gli impegni presi dell'Opec per congelare la produzione. Faro sui conti delle aziende: attesa per Apple. Dalla Ue in arrivo i rilievi sulla manovra italiana

 

di GIULIANO BALESTRERI

 

24 ottobre 2016

 

MILANO - Le Borse del Vecchio continente consolidano gli ultimi recuperi in scia alla trimestrali americane e in vista dei dati aziendali in arrivo dall'Europa. A sostenere gli acquisti contribuiscono anche il rafforzamento del dollaro, che sostiene i titoli europei dell'export e il calo del petrolio dopo che l'Iraq si è rifiutato di sottoscrivere gli impegni presi dell'O pec per congelare la produzione. Dal punto di vista finanziario l'attesa dei mercati è rivolta verso i conti di Apple che arriveranno martedì sera a mercati chiusi: Cupertino, però, potrebbe dover far fronte al primo calo delle vendite di iPhone in sette anni. Francoforte sale dello 0,47%, Parigi dello 0,36%, mentre Londra cede lo 0,49% sui timori che Brexit metta in fuga da Londra verso il continente le grandi banche. Bene anche Milano che chiude in recupero dello 0,81% spinta dalle banche, in particolare Mps che strappa ancora un balzo vicino al +30%.

 

Andamento positivo a Wall Street, quando chiudono i mercati del Vecchio continente l'indice Dow Jones sale dello 0,5%, l'S&P 500 dello 0,6% e il Nasdaq apre lo 0,9%. Sugli investitori fanno presa le parole di James Bullard, governatore della Fed di St. Louis, per il quale i trassi resteranno "eccezionalmente bassi". Da segnalare poi che l'attività economica nazionale americana ha aumentato il passo in settembre, pur rimanendo a livelli associati con una fase di rallentamento. L'indice che ne misura la performance, stilato dalla Fed di Chicago, è salito a -0,14 punti in settembre, dopo i -0,72 punti di agosto.

 

Il dollaro come detto si muove sui massimi degli ultimi sette mesi nei confronti dell'euro e delle altre monete. Il tasso dip arità centrale dello yuan si è indebolito di 132 punti base a quota 6,7690 contro il dollaro. Si tratta del valore più basso degli ultimi sei anni. I mercati sono in attesa dei discorsi di quattro governatori della Fed chiamati in settimana a fare il punto sulla strategia di rialzo dei tassi negli Usa: gli analisti sono convinti che ogni decisione verrà rinviata dicembre. La riunione della Fed di novembre è in agenda la prossima settimana, sei giorni prima delle elezioni per la Casa Bianca: difficile che Janet Yellen prenda decisioni che potrebbero esere interpretate a favore in un candidato piuttosto che di un altro. Secondo i future sui Fed Funds - usati dagli addetti ai lavori per anticipare le mosse della Fed - le possibilità di una stretta a novembre sono inferiori al 9%, mentre un rialzo a dicembre è dato per certo al 70%.

 

"L'euro resterà sotto pressione perché le politiche monetarie tra Usa e Ue divergono" dice a Bloomberg Jun Kato, fund manager di Tokyo secondo cui "la Bce prolungherà la sua fase accomodante, mentre la Fed rialzerà i tassi a dicembre". La moneta unica chiude in calo a 1,0883 dollari, mentre guadagna nei confronti dello yen a 113,47. La sterlina scende, ma resta sopra 1,22 sul biglietto verde. Ancora in calo lo yuan cinese che paga la fuga di capitali dal Paese: secondo Goldman Sachs nei primi nove mesi dell'anno sono usciti dai confini 500 miliardi di dollari. La moneta cinese è sui minimi nei confronti del dollaro da sei anni. Lo spread tra Btp e Bund è stabile a quota 134 punti base con i titoli italiani che rendono l'1,34%.

 

Sul fronte macroeconomico, intanto, si apre una settimana intensa per l'Italia: la Manovra finanziaria, infatti, approderà in Parlamento, dove inizierà subito l'iter del suo esame. Il primo appuntamento atteso è la fissazione del calendario delle audizioni nelle Commissioni Finanze e Tesoro di Montecitorio. Tra oggi e domani è attesa dalla Ue la lettera di contestazione alla legge di bilancio.

 

Continuano, intanto, i segnali positivi per l'industria francese. L'indice Pmi manifatturiero si attesta a 51,3 in ottobre, secondo la stima preliminare diffusa da Ihs Markit, rispetto al 49,7 registrato a settembre, che a sua volta segnava una crescita su agosto. Il valore stimato a ottobre è il più alto degli ultimi 10 mesi ed è migliore delle attese. In compenso, l'indice Pmi dei servizi scende a 52,1 rispetto al valore di 53,3 di settembre, dato peggiore delle attese. Nel complesso l'attività del settore privato rallenta leggermente. L'indice flash composito si riduce a 52,2 punti rispetto ai 52,7 di settembre. In Germania, il settore manifatturiero è salito a 55,1 punti, dai 54,3 punti di settembre, raggiungendo il livello più alto degli ultimi 2 anni e mezzo. Segnali di ripresa anche a livello di Eurozona dove l'indice sale a quota 53,3 da 52,6 punti. Negli Usa, sale a 53,2 punti l'indice manifatturiero Pmi di ottobre. L'Istat ha segnalato, per l'Italia, il raddoppio del surplus extra Ue a settembre sull'anno scorso. Tornando a livello continentale, Eurostat ha poi segnalato un calo del deficit/Pil all'1,5% nel secondo trimestre mentre il debito/Pil è sceso al 91,2%.

 

In mattinata la Borsa di Tokyo ha terminato le contrattazioni in rialzo, malgrado il calo delle esportazioni, inferiore a quanto previsto dagli economisti: l'indice Nikkei mette a segno un rialzo dello 0,29% a quota 17.234.42, con un aumento di 49 punti. Il dato sull'export giapponese ha rivelato un calo del 6,9% nel mese di settembre, meno del 10,4% previsto dagli analisti, nonostante l'apprezzamento dello yen.

 

Sul fronte delle materie prime il prezzo del petrolio si muove in calo a New York, dove le quotazioni perdono l'1,06% a 50,31 dollari al barile. Anche l'oro è in calo sui mercati. Il metallo con consegna immediata scende dello 0,2% a 1269 dollari l'oncia a causa del rialzo delle quotazioni del dollaro e delle probabilità sempre maggiori di un rialzo dei tassi da parte della Fed Usa.

 

(La Repubblica)