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Bankitalia taglia le stime sul Pil, nel 2017 Italia a +0,9%

Le nuove proiezioni di Via Nazionale più basse di quelle del governo: "Effetto Brexit: nel quadriennio in media due decimi di crescita in meno". Occupazione, investimenti e consumi tutti rivisti al ribasso

di FILIPPO SANTELLI

09 dicembre 2016

ROMA - Una crescita ferma allo 0,9% per quest'anno. E altrettanto debole, ancora 0,9%, nel prossimo, un decimo sotto le previsioni del governo. Bankitalia lima al ribasso le stime sul Pil dell'Italia. Un taglio ampiamente anticipato, l'ultima volta in audizione sulla legge di Bilancio. Ma che venerdì viene messo nero su bianco dai tecnici di Via Nazionale, con la pubblicazione delle proiezioni macroeconomiche relative al quadriennio 2016-2019. Rispetto alle previsioni di giugno, l'aumento del Pil nel 2016 scende dall'1,1 allo 0,9%, lo stesso valore indicato dall'esecutivo nella nota di aggiornamento al Def. E quello per il 2017 da +1,2 a +0,9%, contro l'1% ipotizzato da Palazzo Chigi. In media per i quattro anni considerati le stime scendono di due decimi di punto. La ragione? I tecnici di Bankitalia menzionano l'esito del referendum su Brexit, il cui esito porta a "ipotesi meno favorevoli sull'andamento della domanda estera e dei tassi di interesse sui mercati internazionali". Troppo presto invece per valutare gli effetti del nostro, di referendum, con l'instabilità politica che sta generando.

Bankitalia taglia le stime sul Pil, nel 2017 Italia a +0,9%

Scomponendo le singole voci che compongono il Pil sono soprattutto le esportazioni a subire il ridimensionamento maggiore rispetto a giugno. La crescita dell'export scende dal 2,3 all'1,7% per l'anno in corso, dal 4,2 al 3,7% per il 2017 e dal 4,1 al 3,9 per il 2018. Si raffreddano perù pure le aspettative sui consumi delle famiglie, in particolare per il prossimo anno, limate dall'1,4 all'1%. E quelle sugli investimenti, da +2,9 a +2,1% per questo anno, e da +2,7 a +2,3% per il prossimo. "Gli investimenti si espandono a ritmi più sostenuti del Pil - scrive Bankitalia - pur non recuperando per intero il forte calo occorso durante la fase di recessione". Solo nel 2019 dovrebbero riportarsi in linea con il livello medio registrato prima della crisi, ma non nel settore delle costruzioni dove resterebbero più bassi di 3 punti percentuali.

Nel complesso, la fotografia di una ripresa che procede (ancora) più lenta del previsto. E con impatti molto contenuti sul tasso di disoccupazione, che il prossimo anno dovrebbe flettere solo all'11,3% (contro l'11,1% previsto a giugno), e nel 2018 restare ancora sopra l'11%. Tra i possibili fattori positivi da valutare Bankitalia cita il programma di spresa annunciato dal nuovo presidente Usa Donald Trump. Tra quelli negativi, l'incertezza sulle trattative tra Regno Unito e Ue su Brexit e le nuove spinte protezionistiche, anche queste riconducibili a Trump. Del referendum italiano, nessuna menzione.



@filipposantelli

(La Repubblica)