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Borse europee poco mosse, stabile lo spread

L'apertura della Fed su un possibile anticipo della stretta sui tassi non tocca gli inidici europei. Piazza Affari chiude in calo. Il differenziale lontano resta sotto quota 200. Si raffredda la fiducia dei consumatori tedeschi. L'euro sempre debole sul dollaro. Chiusura sulla parità per Tokyo

 

di FLAVIO BINI

 

23 febbraio 2017

 

MILANO - Pesa ancora l'incertezza politica sui listini europei. Le principali Borse del Vecchio continenente segnano oggi una chiusura in negativo. Piazza Affari perde lo 0,35%, Londra scende dello 0,4%, così Francoforte, mentre Parigi archivia le contrattazioni appena sotto la parità. A Milano arrivano soltanto a mercati chiusi i numeri negativi di Saipem, che segna nel 2016 ricavi in calo del 13% e una perdita netta (reported) di oltre 2 miliardi di euro.

 

I resoconti dell'ultima riunione della Fed hanno suggerito che un rialzo dei tassi potrebbe arrivare "abbastanza presto". Eppure gli investitori continuano a scommettere sugli Stati Uniti, complici anche le parole del segretario del Tesoro Steve Mnuchin secondo cui l'atteso piano fiscale arriverà entro agosto, e portano inizialmente Wall Street di nuovo a livelli record. Poi gli indici ripiegano leggermente. Solo il Dow Jones guadagna terreno e sale dello 0,11 mentre il Nasdaq cala dello 0,14% e lo S&P500 dello 0,18%.

 

Dopo il giudizio severo sui nostri conti pubblico e sulla crescita del nostro debito, lo spread vive una giornata poco mossa e chiude a 197 punti. Sempre sul fronte del debito il Tesoro fa il pieno in un'asta di 2,5 miliardi di euro di Ctz a 24 mesi, registrando un tasso di interesse in risalita allo 0,029%, in crescita di 10 punti base rispetto al collocamento di fine gennaio. Via XX Settembre vende inoltre due Btp indicizzati per un'offerta massima complessiva di 1,25 miliardi di euro.

 

Densa anche la giornata degli appuntamenti macroeconomici. Sono in linea con i dati preliminari i dati che arrivano dalla Germania sul Pil del quarto trimestre, esciuto dello 0,4% nel quarto trimestre del 2016, segnando una crcrescita dell'1,7% su base annua. Si raffredda invece la fiducia dei consumatori tedeschi per marzo, dopo la forte ventata di ottimismo registrata nei primi due mesi dell'anno, secondo quanto emerge dal sondaggio dell'istituto Gfk. Il campione degli intervistati dichiara di avere qualche incertezza derivante dall'elezione di Trump alla casa bianca e dai recenti rincari dei prezzi. L'indice calcolato da Gfk cala di conseguenza a 10 punti per marzo dai 10,2 registrati a febbraio dopo i 9,9 punti segnalati a gennaio. L'Istat segnala la debolezza del commercio al dettaglio italiano: a dicembre le vendite sono scese dello 0,5% e nell'intero 2016 hanno registrato una sostanziale stazionarietà con un +0,1%. Nel pomeriggio dagli Stati Uniti sono arrivati dati pegggiori del previsto sul fronte del lavoro, con il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione che negli Stati Uniti è salito più delle stime. Secondo quanto riportato dal dipartimento del lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono aumentate di 6.000 Unità a 244.000, contro le 238.000 della settimana precedente (rivisto al ribasso dalle 239.000 della prima stima).

 

Il rafforzamento del dollaro nei confronti dell'euro rallenta un po' il passo. Alla chiusura delle Borse europee la valuta europea viene scambiata a 1,0581 rispetto al biglietto verde contro il valore di 1,0569 di ieri sera dopo la chiusura di Wall Street. Il petrolio ad aprile al Nymex segna un +2% a 54,72 dollari al barile mentre il Brent cresce a 5,83 dollari.. Balzo in avanti dell'oro scambiato a 1248 dollari l'oncia, in crescita di oltre 11 dollari.

 

La Borsa di Tokyo ha chiuso sulla parità,in scia alla debolezza di Wall Street, che ieri ha chiuso senza tendenza con gli investitori che devono digerire i verbali della Federal Reserve. Le minute della riunione di inizio mese della banca centrale americana non hanno offerto un chiaro segnale sul prossimo rialzo dei tassi, deludendo alcuni investitori. Tra i titoli, male soprattutto le banche e gli esportatori. Si segnala anche il -0,60% di Nissan Motor

dopo che l'amministratore delegato Carlos Ghosn ha fatto sapere che si dimetterà ad aprile, anche se rimarrà come presidente di Nissan.

 

(La Repubblica)