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Boccia (Confindustria): "Vent'anni persi, azzerare il cuneo per tre anni per assumere giovani"

L'assemblea annuale degli industriali. Il presidente: "Impigliati in carenze croniche, ora pericolo dalla tentazione proporzionalista". Calenda: "No protezionismo, proposta a Ue su acquisizioni. Da controllo politica in Rai risultati poco lusnghieri"

 

24 maggio 2017

 

MILANO - L'Italia ha perso vent'anni, ora bisogna aumentare la produttività per far crescere i salari e bisogna tagliare il cuneo fiscale - in primis per i giovani - per stimolare le assunzioni e in prospettiva rilanciare il lavoro per tutti.

 

E' la ricetta che Vincenzo Boccia, presidente della Confindustria, ha lanciato stamane: "Azzerare il cuneo fiscale sull'assunzione dei giovani per i primi tre anni. Sapendo fin d'ora che dopo dovremo ridurlo per tutti", ha chiesto dall'assemblea annuale chiedendo quindi di "concentrare le risorse disponibili" su questo. "Dobbiamo avviare una grande operazione per includere i giovani nel mondo del lavoro", rimarca Boccia, sostenendo che "la poca occupazione giovanile è il nostro valore sprecato". Serve "una misura forte, diretta, percepibile".

 

La diagnosi sul passato è come spesso accade impietosa: "Vent'anni perduti", "restiamo impigliati nelle nostre croniche carenza strutturali, il tessuto sociale e produttivo rimane fragile", le frasi di Boccia. Che avverte: "Siamo tornati a crescere, è vero", ma il divario con altri Paesi europei "si sta allargando come accadeva prima della crisi". Una "ripartenza c'è stata" ma "un ritmo lento": saremo l'unico grande paese in area Euro nel 2017 con "un valore dell'attività più basso di 10 anni fa e, al ritmo dell'1%, non lo rivedremo prima del 2023".

 

Rivolto al mondo a lui più vicino, dell'impresa, dice: "Noi vogliamo aumentare le retribuzioni con l'aumento della produttività. E questo è possibile solo con una moderna concezione delle relazioni industriali", in riferimento al recente scambio con i sindacati per rimettere al centro della discussione la revisione dei modelli contrattuali. "La strada maestra è quella dei premi di produttività, da detassare in modo strutturale". Per Boccia, "l'innalzamento della produttività deve essere il nostro faro".

 

Guardando al mondo politico, invece, il leader degli imprenditori dice che la "sfida del Paese" è "continuare lungo la strada delle riforme" e "per vincerla servono governabilità e stabilità". "Non abbiamo mai nascosto la nostra vocazione al maggioritario", dice: "Assecondare la tentazione proporzionalista, che oggi vediamo riemergere in molte proposte per la legge elettorale, potrebbe rivelarsi fatale per l'Italia. Comincerebbe una nuova stagione di immobilismo in un quadro neo corporativo e neo consociativo".

 

Molto calda l'accoglienza riservata al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, applaudito più volte durante l'intervnto. Il ministro ha ribadito che il governo intende inviare a Bruxelles una proposta di "disciplina comune" per le acquisizioni di aziende ad alto contenuto tecnologico da investitori di Paesi extra-Ue " "in attesa che la Commissione Ue prenda un'iniziativa, già nei prossimi giorni". "No al protezionismo, ma assertività nella difesa da comportamenti scorretti o predatori. Su questi pilastri si fonda la nostra azione per il commercio ma anche la difesa e la promozione dell'interesse nazionale", ha detto Calenda.

 

Il ministro ha sottolineato la necessità di "procedere sulla strada delle privatizzazioni". "Non è solo una questione di riduzione del debito - ha spiegato - . Mantenere il controllo pubblico aprendo il capitale al mercato si è dimostrata una buona soluzione per Eni, Enel, Leonardo, Fincantieri e altre aziende che rappresentano oggi campioni nazionali capaci di sposare regole di mercato e interesse nazionale. Al contrario, quando la politica ha preteso di mantenere un controllo totale sulle aziende a livello nazionale, come a livello locale, i risultati mi sembrano decisamente meno lusinghieri e ogni riferimento alla Rai è puramente casuale".

 

Il ministro ha quindi ribadito l'impegno del governo sul piano industria 4.0. Con il ministro del lavoro Giuliano Poletti - ha spiegato - "stiamo lavorando ad un Piano Lavoro e Welfare 4.0 da presentare alla prossima Cabina di Regia e il contributo dei sindacati sarà essenziale in questo ambito". "Quello che è certo è che il recepimento di strumenti di welfare aziendale e della formazione continua in alcuni contratti di categoria va sicuramente nella direzione giusta e deve essere allargato", ha aggiunto.

 

Il ministro ha quindi benedetto il cosiddetto "patto della fabbrica" tra imprese e sindacati, rilanciato oggi dal presidente Boccia. "Concordo con Enzo sulle finalità di un 'patto per la Fabbrica' che avvicini la contrattazione all'impresa. E siamo pronti a fare la nostra parte valutando un'ulteriore detassazione sui premi e sul salario di produttività", ha detto Calenda. "Questa è la strada per avere retribuzioni più alte e aumentare la competitività. Non esistono scorciatoie".

 

(La Repubblica)