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Alitalia, Delrio: "È un valore per il Paese. Va venduta intera, no allo spezzatino"

Il ministro in audizione alla Camera: "L'azienda è un valore per il Paese e ha ancora potenzialitù di sviluppo, a patto che non venga frazionata e spezzettata". E apre a un nuovo sostegno pubblico

19 luglio 2017

 

MILANO - Il governo continua a caldeggiare la vendita "in blocco" di Alitalia, scongiurando qualsiasi cessione a pezzi degli asset. Lo ha spiegato il miniatro dei Trasporti Graziano Delrio intervenuto in audizione alla Camera. "Pensiamo che Alitalia sia un valore dal punto di vista industriale per il Paese e abbia ancora potenzialità di sviluppo, a patto che l'azienda non venga assolutamente frazionata e spezzettata". Alitalia - ha aggiunto - "non può vendere rotte, assett e settore della manutenzione, ma va tenuta intera. Ha una massa critica che può consentire di recuperare gli squilibri".

 

Il governo inoltre non esclude l'ipotesi di un nuovo sostegno pubblico o di un ingressso nel capitale con quote di minoranza. Se non ci fossero offerte che mantengono l'integrità della compagnia - ha sottolineato -, per proteggere un'eventuale 'fase due', il Governo ha delle "alternative". "Le alternative potrebbero essere, il prolungamento dell'azione commissariale, mettere altro denaro pubblico, ma siamo contrari alla statalizzazione". Delrio ha quindi aperto a "piccole quote" pubbliche, come era già stato preso in considerazione con il possibile ingresso di Invitalia. Il ministro ha comunque sottolineato che "lavoriamo tutti per il piano A: un forte piano industriale, un grande investitore che creda nello sviluppo della compagnia e abbia la competenza per farlo"

 

Secondo Delrio "Il tema per Alitalia più che la riduzione del personale, secondo la nostra analisi, anche se è vero che rispetto ad altre compagnie ha molti più lavoratori di terra, sta su alcuni elementi strutturali e soprattutto sulla mancanza di ricavi". Il ministro ha indicato tra le criticità strutturali il fatto che la compagnia abbia "costi di approvvigionamento del carburante molto onerosi, contratti di leasing sugli aerei molto onerosi, una flotta non moderna".

 

"Il break even che avrebbe dovuto essere raggiunto nel 2017 non è stato raggiunto proprio per il mancato aumento dei ricavi", ha ricordato Delrio, aggiungendo che inoltre invece di investire sulle "strategie di medio-lungo raggio che sono più remunerative, ci si è concentrati sul traffico domestico e questo l'ha indebolita".

 

Il ministro addebita la crisi alla scelte del precedente management. "La crisi di Alitalia va contestualizzata in un'analisi più ampia: non siamo di fronte ad una crisi di settore, il settore aereo è in espansione. Ma siamo di fronte ad un errore nelle strategie aziendali o alla non messa in esecuzione delle strategie aziendali", ha detto ricordando che il mercato italiano "è in continua espansione, il mercato turistico è in forte espansione e la crisi di Alitalia non può essere inquadrata in una crisi di settore. L'unica ad avere avuto una vera contrazione è stata Alitalia". "Qualcuno ha detto che il Governo avrebbe dovuto lasciarla fallire, ma questo avrebbe creato molti problemi e ad una contrazione" del Pil, ha detto ancora Delrio.

 

Quanto all'andamento attuale della società il ministro ha spiegato: "Direi che la stagione in questa prima fase è soddisfacente". "Possiamo dire - ha osservato - che la scelta di accompagnare alitalia non solo nel piano di ristrutturazione,

inizialmente, ma anche con la amministrazione straordinaria, ha provocato il fatto che il pubblico non ha disdetto i voli, non ha ridotto l'attenzione; e quindi c'era anche questo scenario possibile, di un'estate ancora più difficile per Alitalia".

 

(La Repubblica)