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Decreto fiscale, fissate al 10%, 20% e 25% le soglie antiscorrerie. Da concessioni Gratta e vinci 750 milioni di euro

Sono tre le soglie «anti-scorreria» previste dal decreto fiscale per l'acquisto di quote di società quotate da parte di soggetti extra-Ue. Superato il 10, 20 e 25 per cento l'acquirente dovrà dichiarare: i modi di finanziamento, se agisce solo o in concerto, se intende fermarsi o proseguire fino al controllo, le sue intenzioni sui patti parasociali, se intende proporre integrazione o revoca degli organi amministrativi o di controllo.

La Consob dovrà emanare un regolamento. La dichiarazione - prevede il decreto - deve essere trasmessa alla società di cui sono state acquistate le azioni e alla Consob entro 10 giorni dalla data di acquisizione. Se nel termine di sei mesi dalla comunicazione della dichiarazione intervengono cambiamenti delle intenzioni sulle circostanze oggettive sopravvenute, una nuova dichiarazione motivata deve essere senza ritardo indirizzata alla società e alla Consob e portata alla conoscenza del pubblico.

In tutto sono 21 gli articoli del decreto fiscale che va dalla proroga della rottamazione delle cartelle a quella della concessione del Gratta e Vinci: questo provvedimento, che proroga la concessione per le lotterie nazionali ad estrazione istantanea, porterà nelle casse dello Stato 750 milioni nel 2018.

Parziale sterilizzazione delle clausole di salvaguardia per 840 milioni nel 2018 e per 340 milioni nel 2019. Lo prevede il testo bollinato del decreto fiscale. Come si legge nella relazione tecnica, si prevede nel 2018 la riduzione dell'aumento dell'aliquota Iva al 10% che passerebbe all'11,14% al posto dell'11,50% attualmente previsto e il taglio dell'aumento delle accise in calendario nel 2019, pari a 340 milioni su 350.

La prima edizione della rottamazione delle cartelle e delle liti fiscali porterà nelle casse dello Stato 1,1 miliardi di euro di maggiori introiti nel 2017 (700 milioni la rottamazione relativa ai debiti erariali, Inps e Inail, 400 milioni le liti) che consentono di «compensare il minor gettito realizzato rispetto alle previsioni per la procedura di collaborazione volontaria», la cosiddetta voluntary bis. Il buco, secondo quanto si legge nella relazione tecnica al decreto fiscale, ammonta infatti a 1.070 milioni di euro.

Viene poi esteso ancora lo split payment, il meccanismo attraverso il quale l'Iva da pagare ai fornitori viene trattenuta e versata dalle amministrazioni pubbliche chepagano il servizio. Il decreto fiscale, nel testo bollinato, prevede che il meccanismo venga esteso dal primo gennaio a tutte le società controllate dalla pubblica amministrazione, quelle per le quali la quota di possesso supera il 70%. Il governo punta ad incassare da questa misura 46,2 milioni di euro in più per ciascuno degli anni 2018-2019-2020.

Infine la sanzione per la mancata notifica di un'operazione sottoposta al Golden Power, i poteri speciali dello Stato per condizionare le operazioni speciali delle aziende considerate strategiche, potrà ora arrivare fino al doppio del valore dell'operazione e comunque non dovrà essere inferiore all'1% del fatturato realizzato dalle imprese coinvolte. È questa una delle modifiche introdotta nel testo finale del decreto fiscale. La sanzione scatta «salvo che il fatto costituisca reato e ferme le invalidità previste dalla legge».

2017-10-16 13:08:25

(Il Messaggero)