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Federalimentari esulta: «Siamo tornati ai dati di prima della crisi, nel 2017 produzione +2,1% e fatturato +3,8%»

di Carlo Ottaviano

«E questa la prima campagna elettorale in cui tutti i partiti parlano di agricoltura e industria alimentare. Tutti ci cercano, siamo di tendenza». Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, è gongolante nel vedere com'è cambiato il clima in pochi anni, sull'onda dei successi del food italiano: dal record di dop e igp tra i paesi europei, agli chef diventati acclamati vip. Ma, più di tutto, a parlare sono le cifre del 2017 che Scordamaglia ha reso note questa mattina a margine di un evento a Milano di Fiera di Verona e Cibus Parma.

Nel 2017 la produzione alimentare ha segnato un + 2,1% rispetto al 2016. Per trovare un aumento migliore bisogna risalire al 2001. La produzione è sostanzialmente tornata a quella del 2007 l'anno pre-crisi. Il fatturato (stima) dovrebbe raggiungere i 137 miliardi di euro con un incremento del 3,8% sull'anno precedente. Ancora più positivi i dati dell'export che raggiunge quota 32,1 miliardi, cioè +7,1% rispetto al 2016. I mercati principali dell'export alimentare si confermano - oltre all'Europa e agli Stati Uniti d'America - Canada, Giappone, Australia, Russia, e per quanto riguarda l'Asia, soprattutto Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Thailandia e Taiwan.

Durante Expo2015 gli industriali e gli agricoltori del settore, assieme all'allora premier Renzi e al ministro dell'agricoltura Maurizio Martina si erano dati l'obiettivo di raggiungere il tetto dei 50 miliardi di export entro il 2020. «Oggi – afferma Scordamaglia – pensiamo non solo di raggiungere ma addirittura di superare quell'obiettivo».

Intanto Cibus, la più importante fiera del settore, annuncia che alla prossima edizione (Parma dal 7 al 10 maggio) le aziende espositive saranno 3 mila e 80 mila visitatori professionali.

«Cibus – ha detto nel corso della conferenza stampa a Milano il Ceo di Fiere di Parma, Antonio Celle – si conferma come l'osservatorio privilegiato per comprendere le tendenze di un comparto sempre più strategico per l'Italia». E strategico è anche il settore delle fiere, tant'è che Fiere di Parma e Veronafiere hanno dato vita a VPE, una società in comune per avviare iniziative internazionali. Oggi hanno annunciato l'ingresso al 50% nel capitale di “Bellavita Expo”, società inglese operante nel tradeshow per il settore agroalimentare made in Italy e già attiva in Regno Unito, USA, Canada, Messico, Olanda, Polonia e Thailandia. L’acquisto di “Bellavita Expo” è la seconda operazione della neonata VPE, compartecipata da Veronafiere e Fiere di Parma.

«Così – ha spiegato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – siamo in grado di ampliare l’offerta di opportunità rispetto a quella che Parma e Verona da molti anni realizzano con le proprie attività all’estero. Siamo pronti a proseguire nel percorso di collaborazione già attivato con il governo, l’ICE e le associazioni di categoria per ottimizzare al massimo investimenti, risorse e iniziative promozionali a favore delle imprese».

2018-01-16 19:48:13

(Il Messaggero)