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Prezzi, nel 2017 sono cresciuti dell'1,2%. L'inflazione colpisce di più le famiglie "povere"

La dinamica torna in positivo dopo il -0,1% del 2016. I rincari dei carburanti e di frutta e verdura fresche spiegano gran parte del recupero dei prezzi, pesando maggiormente sui nuclei meno abbienti. La mappa nelle Regioni: in Trentino Alto-Adige i rincari maggiori

16 Gennaio 2018

MILANO - L'Istat conferma il ritorno dell'inflazione in Italia, nel corso del 2017: l'anno scorso i prezzi sono saliti in media dell'1,2% dopo il -0,1% che si era registrato nel 2016. Resta un dato debole, se paragonato all'obiettivo della Bce di portare la dinamica dei prezzi "vicina al 2%", per raggiungere il quale Mario Draghi ha dispiegato strumenti senza precedenti. Soprattutto se si considera che l'"inflazione di fondo", ovvero quella misurata al netto delle componenti variabili come energia e alimentari freschi, si attesta a +0,7%, un tasso solo di poco più elevato rispetto a quello del 2016 (+0,5%). In Germania, per intendersi, i prezzi del 2017 sono saliti dell'1,8% - dato più alto dal 2014 - e dell'1,4% senza considerare cibo e benzina. In Italia, come per l'indice generale, anche l'inflazione di fondo ha vissuto una parabola di accelerazione nella prima parte dell'anno e quindi di rallentamento verso la fine del 2017 (La mappa nelle Regioni: in Trentino Alto-Adige i rincari maggiori).

Pur a tassi ancora contenuti, l'Istat dettaglia che "nel quadro di ripresa dell'inflazione che caratterizza il 2017, diversamente dal 2016 sono le famiglie con minore capacità di spesa a registrare una variazione dei prezzi al consumo lievemente più elevata (un decimo di punto percentuale) rispetto a quelle con maggiore capacità di spesa: per le prime l'inflazione media annua è pari a +1,4%", mentre per le seconde si ferma a +1,3%. Sono infatti i nuclei con minore capacità di spesa a soffrire maggiormente i rincari di carburanti e alimentari non lavorati, il cui peso sul conto di fine mese è più pesante rispetto a quel che avviene nei nuclei più abbienti. Secondo Federconsumatori, in media le famiglie hanno pagato 355,20 euro in più pagati nel consuntivo del 2017.

Scomponendo i dati per le divisioni di spesa, si ha la fotografia di quali sono le categorie che hanno principalmente inciso sulla crescita annua dei prezzi. "I contributi positivi più ampi provengono in ordine dai Trasporti (per 0,467 punti percentuali), dai Prodotti alimentari e bevande analcoliche (0,312 punti percentuali), dall'Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (0,192 punti percentuali) e dai Servizi ricettivi e di ristorazione (0,190 punti percentuali)", dettaglia l'Istat.

I rincari dei prodotti in Italia

 

TIPOLOGIE DI PRODOTTO

2016/2015

2017/2016

Beni alimentari, di cui:

0,2

1,8

Alimentari lavorati

0

0,5

Alimentari non lavorati

0,4

3,6

Beni energetici, di cui:

-5,60

4,60

Energetici regolamentati

-5

2,90

Energetici non regolamentati

-5,9

6,2

Tabacchi

2,1

1

Altri beni, di cui:

0,5

0

Beni durevoli

1

-0,60

Beni non durevoli

0,1

0,2

Beni semidurevoli

0,30

0,30

Beni

-0,60

1,3

Servizi relativi all'abitazione

0,8

0,60

Servizi relativi alle comunicazioni

-0,9

-0,60

Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona

0,70

1,3

Servizi relativi ai trasporti

0,60

3

Servizi vari

0,5

0,2

Servizi

0,60

1,1

Indice generale

-0,1

1,20





Guardando alle tipologie di prodotto, come accennato la fanno da padroni l'energia e gli alimentari. I prezzi dei beni energetici hanno invertito il -5,6% del 2016 risalendo del 4,6% l'anno scorso. Nel 2017, i prezzi degli alimentari (incluse le bevande alcoliche) hanno segnato un rincaro dell'1,8%, dal +0,2% del 2016. "Ciò è dovuto in particolare agli andamenti altalenanti che hanno caratterizzato in corso d'anno i prezzi dei Vegetali freschi (+11,1% nel 2017, da -3,6% nel 2016) e della Frutta fresca (+5,8% nel 2017, in accelerazione da +2,2% del 2016)". Dinamiche, sottolinea la Coldiretti, dovute alla "spinta dei cambiamenti climatici", considerando che il "2017 è stato l'anno più secco in Italia dal 1800, con la caduta di quasi un terzo di acqua in meno (-30%) della media che ha provocato la più grave siccità da 217 anni con drammatici effetti sull'agricoltura, ma anche rischi per gli usi civili ed industriali. Una situazione che ha causato 2 miliardi di danni nelle campagne". Vegetali freschi e carburanti spingono anche l'insieme dei prodotti a maggiore frequenza di acquisto, rincarati dell'1,7% durante l'anno passato. Il cosiddetto "carrello della spesa", ovvero i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona è rincarato dell'1,5%, in decisa ripresa rispetto allo 0,1% dell'anno prima.

L'aggiornamento Istat è arrivato insieme alla conferma dei dati del solo dicembre, mese nel quale l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,4% su base mensile e dello 0,9% rispetto a dicembre 2016 (stessa variazione tendenziale di novembre).

(La Repubblica)