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Attacchi informatici e catastrofi del clima scalano la classifica delle paure in azienda

L'interruzione dell'attività resta la voce che spaventa di più, ma avanzano nuovi timori. Nel 2017 uragani&co sono costati la cifra record di 135 miliardi di dollari

17 Gennaio 2018

Sale la paura per un attacco informatico, il timore per i cambiamenti climatici e l'incertezza legata alle catastrofi naturali. Voci che tallonano la "tradizionale" interruzione dell'attività della propria azienda, tra quei capitoli che spaventano maggiormente gli esperti di rischio chiamati in causa dall'Allianz Risk Barometer 2018.

Una ricerca dalla quale emerge che i principali rischi aziendali a livello globale sono rappresentati dalla Interruzione di attività (n°1 con il 42% delle risposte / n°1 nel 2017) e dai Rischi informatici (n°2 con il 40% delle risposte, in aumento rispetto al 3° posto nel 2017). Anche le maggiori perdite dovute alle Catastrofi naturali (n°3 con il 30% delle risposte, in aumento rispetto al 4° posto del 2017) sono una preoccupazione crescente per le aziende, con il 2017 che si è distinto come anno peggiore; questo ha anche fatto sì che il Cambiamento climatico/aumentata instabilità metereologica (n°10) si collochi per la prima volta tra i primi 10 rischi più importanti. D'altra parte, siamo reduci da un anno record con 135 miliardi di dollari di perdite a causa delle sole catastrofi naturali del 2017 - le più alte mai registrate - causate dagli uragani Harvey, Irma e Maria negli Stati Uniti e nei Caraibi. Invece l'impatto del rischio delle Nuove tecnologie (n°7 nel 2018 / n°10 nel 2017) è uno di quelli in maggior crescita, in quanto le aziende riconoscono che innovazioni come l'intelligenza artificiale o la mobilità autonoma potrebbero creare in futuro nuove responsabilità e perdite su larga scala, così come le opportunità. Al contrario, le imprese sono meno preoccupate degli Sviluppi del mercato (n°4 nel 2018 / n°2 nel 2017) rispetto a 12 mesi fa.

"Per la prima volta, l'interruzione di attività e il cyber risk hanno la stessa importanza secondo quanto emerge dall'Allianz Risk Barometer, e questi rischi sono sempre più interconnessi", afferma Chris Fischer Hirs, CEO di AGCS. "Che si tratti di attacchi come WannaCry, o più frequentemente di guasti di sistema, gli incidenti informatici sono oggi una delle principali cause di interruzione di attività per le aziende collegate in rete, i cui principali asset sono spesso i dati, le piattaforme di servizio o i loro gruppi di clienti e fornitori. Tuttavia, i gravi disastri naturali dello scorso anno ci ricordano che l'impatto dei pericoli dell'ambiente o del clima non dovrebbe essere sottovalutato. I risk manager dovranno affrontare in futuro un ambiente estremamente complesso e imprevedibile, caratterizzato sia dai rischi aziendali tradizionali che dalle nuove sfide tecnologiche".

Anche in Italia il rischio più temuto dalle aziende si conferma l’Interruzione di attività, indicato dal 51% (in crescita rispetto al 36% della precedente rilevazione). Al secondo posto troviamo i Rischi informatici, che con il 38% guadagnano ben due posizioni, seguiti dalle Catastrofi naturali (30%). Una menzione peculiare va al Danno reputazionale o d’immagine, che passa dalla 10a alla 4a posizione nel 2018, è invece il rischio in maggior crescita. "Sottovalutato per molto tempo, il rischio informatico è una preoccupazione crescente per le aziende italiane, arrivando al 2° posto nel Risk Barometer, e anche il Danno reputazionale è una minaccia in aumento", commenta Nicola Mancino, CEO di AGCS Italia.



Classifica

 

Percentuale

2017 classifica

Tendenza

1

Interruzione di attività (anche della supply chain)

51%

1 (36%)

=

2

Rischi informatici (crimine informatico, violazione dei dati, guasti IT)

38%

4 (23%)

3

Catastrofi naturali (tempeste, inondazioni, terremoti)

30%

3 (25%)

=

4

Danno reputazionale o d’immagine

23%

10 (9%)

5

Incendio, esplosioni

17%

6 (16%)

6

Nuove tecnologie (impatto dell’aumento della maggiore interconnettività, delle nanotecnologie, dell’intelligenza artificiale, della stampa 3D, dei droni)  NUOVO

16%

-

7

Cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare (sanzioni economiche, protezionismo, Brexit, disgregazione dell’Eurozona)

14%

7 (14%)

=

8

Cambiamenti nei mercati (volatilità, aumento della competizione/arrivo di nuovi operatori, fusioni e acquisizioni, stagnazione e fluttuazione del mercato)

13%

2 (30%)

9

Cambiamento climatico/aumentata instabilità metereologica NUOVO

11%

-

10

Rischi ambientali (inquinamento) NUOVO

10%

-



(La Repubblica)