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Mercati europei deboli, Wall Street recupera con le banche

Milano riesce a strappare una chiusura positiva (+0,08%). Il Bitcoin continua il suo ribasso: scende sotto 10mila dollari. L'euro stoppa il rimbalzo del dollaro

di RAFFAELE RICCIARDI

17 Gennaio 2018

MILANO - I mercati finanziari europei chiudono incerti non sfruttando il recupero di Wall Street, che tratta positiva dopo la debolezza della vigilia legata ai timori politici degli investitori americani. Milano riesce a recuperare e chiudere in leggero rialzo (+0,08%), Londra arretra dello 0,39%, Francoforte cede lo 0,47% e Parigi lo 0,36%. I titoli di Stato americani hanno perso terreno in vista del dibattito per rifinanziare il budget federale e il dollaro ha continuato il suo recupero. "Siamo reduci da due settimane molto forti" per i mercati, commenta a Bloolberg Hartmut Issel di Ubs, "e in alcuni casi veniva da pensare che se fossimo andati avanti così ancora per qualche settimana, avremmo già esaurito i rialzi previsti per tutto l'anno". Ecco perché la recente correzione è "più che salutare". Wall Street tratta in rialzo con il supporto dei conti delle banche: alla chiusura dei mercati europei, l'indice Dow Jones sale dello 0,6%, il Nasdaq dello 0,5% come lo S&P500.

Da seguire il comparto automobilistico, con Fca su tutti a Piazza Affari. Dopo le parole di Marchionne da Detroit, il mercato digerisce il consuntivo dell'Acea sulle vendite in Europa, salite oltre 15 milioni nel corso del 2017. Oggi Eurostat ha confermato che l'inflazione annuale nella zona euro è calata all'1,4% a dicembre rispetto a 1,5% a novembre. Sul fronte delle Banche centrali, come da attese la Bank of Canada alza il costo del denaro portando il livello dei tassi all'1,25% dall'1% attuale.

In serata spazio alla Fed che diffonde il Beige Book, il rapporto pubblicato ogni sei settimane dalla banca centrale Usa sullo stato di salute della prima economia al mondo. Negli Usa si registrano anche i dati sulla produzione industriale, che ha battuto le attese salendo dello 0,9% a dicembre. A Milano l'agenzia di rating S&P diffonde il suo outlook e in vista delle elezioni italiane indica la "continuità" come fattore chiave per gli investitori: "Non smontare le riforme fatte".

L'euro chiude in rialzo sul biglietto verde sopra quota 1,22 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,2238 dollari (aveva aperto a 1,2214 dollari) e 135,45 yen. Dollaro/yen in calo a 110,70. Lunedì scorso l'euro era salito fino a un top da tre anni a 1,2297 dollari - a un soffio da quota 1,23 dollari - per poi scendere nelle sedute successive. Il vicepresidente della Bce, Vitor Constancio, ha chiarito che la Banca centrale non prospetta cambiamenti repentini di politica monetaria, intervistato da Repubblica.

Il Bitcoin, dopo il tracollo di ieri che è arrivato oltre il -25%, è sceso su varie piattaforme sotto la soglia di 10mila dollari toccando il valore più basso dal 1 dicembre, pari a un crollo di quasi il 50% da quando ha raggiunto il massimo storico il 18 dicembre, secondo i dati compilati da Bloomberg. Pesano gli svilupi in Corea del Sud e in Cina per la messa al bando o comunque per la limitazione dell'attività di trading e secondo gli operatori le criptovalute resteranno sotto pressione nel corso di questo trimestre visto che il tema di una possibile regolamentazione sarà sul tavolo del G20 di Buenos Aires a marzo.

Questa mattina la Borsa di Tokyo ha chiuso debole, influenzata dalla performance negativa di wall street. Il Nikkei ha terminato gli scambi con un ribasso dello 0,35%, a 23.868 punti. La Piazza nipponica ha pagato la chiusura negativa di ieri sera a Wall Street, dove dopo una buona partenza c'è stato un violento cambio di rotta, di quelli che non si vedevano da un paio d'anni, le preoccupazioni politiche che hanno offuscato le buone trimestrali della Corporate America. Il Nyt ha riferito che Steve Bannon, l'ex stratega del presidente Trump, dovrà testimoniare davanti al Gran Giurì istituito dal procuratore speciale che sta indagando sulla presunta interferenza della Russia nelle elezioni del 2016 e sulla potenziale collusione tra la campagna Trump e Mosca. Inoltre si teme una paralisi del governo: entro venerdì i legislatori devo trovare un accordo per mantenere i livelli di spesa pubblica, pena il cosiddetto shutdown ovvero il congelamento dei programmi federali.

La domanda del settore dei servizi spinge a sorpresa gli ordini dei macchinari industriali in Giappone, per il secondo mese consecutivo. In base ai dati dell'ufficio di Gabinetto, in novembre gli ordinativi sono cresciuti del 5,7%, a un valore di 900 miliardi di yen, l'equivalente di 6,6 miliardi di euro: si tratta del livello più alto dal giugno 2008.

Per le materie prime, infine, i prezzi del petrolio sono poco mossi: alla chiusura delle Borse Ue il Wti sale dello 0,16% a 63,8 euro e il Brent guadagna lo 0,1% a 69,2 euro. L'oro cede mezzo punto percentuale a 1.332 dollari l'oncia.

(La Repubblica)