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Borse Ue contrastate, Milano positiva. La Cina corre più del previsto

L'euro chiude in rialzo a 1,22 dollari. Il Pil di Pechino meglio delle attese, calano i sussidi per la disoccupazione negli Usa. Tokyo debole

di FLAVIO BINI

18 Gennaio 2018

MILANO - Le Borse europee chiudono miste con Wall Street incerta. Milano riesce a strappare un rialzo dello 0,49% finale, in ordine sparso le altre: Londra scende dello 0,32%, Francoforte cresce dello 0,74% e Parigi termina piatta (+0,02%). Alla chiusura dei mercati Europei, la Borsa americana segna un calo dello 0,45% per il Dow Jones, mentre lo S&P500 perde lo 0,25% e il Nasdaq lo 0,1%. A Tokyo sono prevalse le prese di profitto degli investitori e il Nikkei dopo avere superato temporaneamente quota 24 mila punti - ai massimi dal 1991 - ha chiuso in calo dello 0,44%.

L'euro vive una giornata di alti e bassi dopo che il governatore della Banca centrale francese Villeroy de Galhau e il vicepresidente della Bce Constancio, intervistato da Repubblica, hanno espresso preoccupazione per la crescita della moneta unica, con Constancio che ha assicurato che le politiche della Bce resteranno accomodanti ancora molto a lungo. Dopo essersi spinto ieri ai massimi da tre anni a quota 1,2323 ed essere sceso nella notte a 1,217, oggi la divisa unica chiude in rialzo a a 1,2235 dollari e 135,80 yen. Giù il dollaro/yen a 110,99. Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi cala leggermente ma sopra 140 punti base, dopo essersi attestato ieri in chiusura a 143,6 punti. Il rendimento è al 2%.

Tra i dati macroeconomici di giornata il più importante arriva in mattinata, con il Pil cinese che nel quarto trimestre cresce del del 6,8% su base annua, oltre il 6,7% atteso in media dagli analisti. Per l'intero 2017 il rialzo è del 6,9%, dal 6,7% del 2016, segnando la prima accelerazione in 7 anni.

L'Ocse ha tracciato che il tasso di occupazione nell'area è cresciuto di 0,2 punti percentuali nel terzo trimestre del 2017 portandosi a quota 67,8% ed è ora sopra di 3,4 punti percentuali rispetto al livello osservato nell'ultimo trimestre del 2009. L'Istat ha registrato una crescita dello 0,4% della produzione nelle costruzioni a novembre, per un +0,6% annuo, mentre l'Inps ha aggiornato i dati su pensioni e cassa integrazione. Dalla Ue, l'Italia incassa l'appoggio sul calo delle sofferenze nelle banche.

Negli Stati Uniti, i sussidi di disoccupazione settimanali sono calati di 41.000 unità a 220.000, il livello più basso degli ultimi 45 anni, cioè dal 24 febbraio 1973. Il dato va oltre le attese degli analisti. A dicembre, i permessi edilizi sono scesi dello 0,1% (meno delle attese per -0,6%) mentre si è registrato a dicembre un vero e proprio tonfo delle nuove costruzioni abitative, che a dicembre sono diminuite dell'8,2% rispetto a novembre.

L'Opec, cartello di Paesi produttori capitanato dall'Arabia Saudita, alza la previsione di crescita della domanda mondiale del 2017 a 96,99 milioni di barili al giorno portando l'incremento a 1,57 milioni per dati maggiori delle attese da Europa e Cina. La crescita della domanda globale per il 2018 dovrebbe raggiungere 1,53 milioni di barili al giorno (mb / g), in leggero aumento rispetto al mese scorso, per raggiungere una domanda di 98,51 milioni di barili al giorno. Il mese scorso, intanto, la produzione è salita nonostante i tagli decisi dal cartello. Il petrolio a febbraio al Nymex segna un -0,02% a 63,96 dollari al barile nonostate le scorte settimanali di greggio in Usa siano scese molto più del previsto. Nella settimana conclusa il 12 gennaio le scorte Usa sono calate di 6,861 milioni di unità a 412,654 milioni, mentre gli analisti attendevano un ribasso di 2,3 milioni, dopo la discesa di 4,948 milioni di unità precedente. In leggera flessione l'oro: il lingotto con consegna immediata cede lo 0,2% a 1.324,3 dollari l'oncia.

(La Repubblica)