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Borse Ue tengono nonostante Wall Street. Padoan all'Ecofin: "Stallo su Unione bancaria"

Gli Stati Uniti alla prova del mercato dopo il recente innalzamento dei rendimenti, spinto dalle aspettative di una inflazione più sostenuta. Il Nikkei ha perso l'1%, chiudendo una tre giorni positiva. Euro sotto 1,24 dollari, spread stabile in area 130 punti. Bce, mal di testa dalla Lettonia: corruzione e una banca salta

di RAFFAELE RICCIARDI

20 Febbraio 2018

MILANO - I listini europei chiudono in cauto rialzo dopo il contraccolpo registrato in mattinata dalla Borsa di Tokyo, resistendo alle vendite che colpiscono Wall Street. Milano riesce a resistere chiudendo con un guadagno dello 0,46%, Francoforte sale dello 0,83% finale, Parigi aggiunge lo 0,64% e Londra cede lo 0,01%. A Wall Street, ieri chiusa per festività, quando terminano gli scambi europei il Dow Jones perde lo 0,48%, lo S&P500 arretra dello 0,08% mentre il Nasdaq riesce a salire dello 0,5%.

Il dollaro recupera terreno e insieme si registra il rialzo dei rendimenti dei Treasury americani decennali, che restano non lontani dai massimi da quattro anni vicino al 2,9%. Proprio il debito americano è al centro dell'attenzione degli addetti ai lavori, con una serie di collocamenti che prendono il via con ben 151 miliardi di titoli a breve termine, su un totale di oltre 250 miliardi di dollari per la settimana. Un test per vedere quanto la curva dei rendimenti si sia innalzata, dopo le recenti indicazioni sull'aumento dell'inflazione che rendono più possibili un numero aumentato di strette monetarie da parte della Fed.

L'euro chiude in calo sotto quota 1,24 dollari in attesa della pubblicazione dei verbali delle riunioni della Federal Reserve e della Bce in programma, rispettivamente, domani e giovedì. La moneta unica passa di mano a 1,2345 dollari sul finale dopo aver toccato un minimo di 1,2320 dollari. La divisa europea è in lieve flessione anche nei confronti dello yen a quota 132,21. Dollaro/yen a 107,11.

L'agenda macroeconomica registra i prezzi alla produzione in Germania, in crescita oltre le attese dello 0,5% a gennaio su dicembre. In calo l'indice Zew tedesco, che misura la fiducia delle imprese, a 17,8 punti a febbraio dai 20,4 di gennaio.

Tuttavia si tratta di un risultato oltre le attese. A livello di Eurozona, la fiducia dei consumatori registra un calo a febbraio di 1,3 punti, ma bisogna ricordare che l'indicatore era reduce dal top a 17 anni. Lo spread tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco si porta sopra i 130 punti base dell'apertura e il rendimento del bond decennale italiano sul mercato secondario è poco sopra il 2% a fine giornata.

Dopo la scelta di ieri dell'Eurogruppo, oggi l'Ecofin ha indicato ufficialmente lo spagnolo Luis De Guindos come vicepresidente della Bce. Intanto i mal di testa per Draghi arrivano dalla Lettonia, dove il governatore della Banca centrale Ilmars Rimsevics è stato arrestato per corruzione ma ha annunciato di non volersi dimettere. Il sistema bancario locale è anche alle prese con le accuse del tesoro americano contro Ablv Bank, indicata come responsabile di riciclaggio sistematico e corruzione di funzionari pubblici e obbligato a richiedere l'assistenza finanziaria della stessa Banca centrale. Dalla riunione europea, invece, il ministro Padoan ha lanciato l'allarme sullo "stallo" circa l'Unione bancaria: è frattura tra chi, come l'Italia, vuole procedere con la condivisione del rischio e chi invece ritiene "che si debba continuare a ridurre il rischio perché ritengono che non sia stato fatto abbastanza". L'Italia "respinge questa ipotesi perché la riduzione del rischio è stata molta".

A Piazza Affari si segnala positivamente Tim in attesa di conti e piano che il cda esaminerà il prossimo 6 marzo. Gli analisti sono positivi e Intermonte in particolare vede per il quarto trimestre un Ebitda domestico in crescita del 2,7% a livello adjusted. Si attende anche una decisione sul dossier Persidera, per la quale sembra esserci sul piatto solo l'offerta di acquisto da parte di Raiway e F2i. Prosegue l'aumento di capitale del Creval, con il titolo che chiude invariato e i diritti che trovano un mini-rimbalzo dopo il tracollo della vigilia.

Stamattina la Borsa di Tokyo ha chiuso in calo, dopo tre sessioni in rialzo: l'indice Nikkei è arretrato dell'1,01% a 21.925,10 punti. Oggi resta chiusa solo Shanghai per il Capodanno cinese, mentre Hong Kong è debole. Lo yen è in lieve ribasso sul dollaro sopra quota 106. Il dato finale relativo agli ordini dei macchinari del Giappone a gennaio ha indicato un rialzo, su base annua, del 48,8%, confermando la lettura preliminare.

Tra le materie prime, le quotazioni dell'oro si confermano in calo alla chiusura delle Borse europee e il metallo spot perde l'1% a 1.332 dollari l'oncia. Il petrolio Wti è invariato in area 61,6 dollari al barile mentre il Brent lima qualcosa a 65 dollari.

(La Repubblica)