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Università private, fissato il tetto massimo per le detrazioni fiscali

Pubblicato il decreto del Miur per corsi di lauerea e aree geografiche. Per chi studina medicina al Nord i costi maggiori.

di ANTONELLA DONATI

22 Marzo 2018

Da un minimo 1.500 euro l'anno per una laurea in ambito umanistico-sociale per le università private al Sud ad un massimo di 3.700 euro per chi ha figli iscritti alla facoltà di medicina in un ateneo non statale al Nord. Per il terzo anno consecutivo il Ministero dell'istruzione conferma i tetti massimi di spesa sui quali applicare la detrazione del 19% per chi ha scelto istituti diversi da quelli statali. Si dovrà tener conto di questi importi nella prossima dichiarazione dei redditi.

Le regole per la detrazione. A partire dal 2016 sono entrate in vigore le nuove regole per la detrazione delle spese di iscrizione ai corsi di laurea nelle università private. Finita l'epoca dei calcoli fai da te, il tetto di spesa viene ora stabilito annualmente dal Miur, tenendo conto degli importi medi delle tasse e contributi dovuti previsti dalle università statali per le stesse discipline e nelle stesse aree geografiche. Le regole sono valide anche per le università telematiche, facendo riferimento, in questo caso alla regione nella quale l'università ha la sua sede.

Le spese per i corsi di laurea. In dettaglio anche per il 2017 il tetto di spesa sul quale calcolare la detrazione per gli studenti è il seguente:

Area medica: 3.700 euro per il Nord, 2.900 euro per il Centro e 1.800 euro per Sud e isole;

Area sanitaria: 2.600 euro per il Nord, 2.200 euro per il Centro e 1.600 euro per Sud e isole;

Area scientifico-tecnologica: 3.500 euro per il Nord, 2.400 euro per il Centro e 1.600 euro per Sud e isole;

Area umanistico-sociale: 2.800 euro per il Nord, 2.300 euro per il centro e 1.500 euro per Sud e isole.

A questi importi deve essere aggiunta la tassa regionale per il diritto allo studio.

Se uno studente si trova nella situazione di sostenere le spese presso università site in aree geografiche diverse o per corsi appartenenti ad aree tematiche diverse, si ha diritto a considerare il limite di spesa più alto tra quelli previsti dal decreto.

Sono detraibili anche le spese per i bolli e gli altri eventuali contributi richiesti (ad esempio certificato di ricostruzione della carriera, tassa per la sezione di laurea) ma sempre comunque entro il tetto massimo indicato.

Master, dottorato e specializzazioni. La detrazione del 19% è riconosciuta anche per i corsi di dottorato e specializzazione, con le stesse regole appena viste. In questo caso, però, l'importo fissato dal decreto non fa differenza in riferimento all'area di studio. Per i corsi di dottorato, di specializzazione e master universitari di primo e di secondo livello sono previsti dunque in seguenti tetti di spesa: 3.700 euro per il Nord, 2.900 euro per il Centro e 1.800 per il Sud, qualunque sia l'area di studio.

La detrazione per chi studia all'estero. Gli importi fissati dal decreto devono essere applicati anche da chi studia all’estero. L'area geografica di riferimento in questo caso è quella della residenza italiana dello studente. Nel caso di corsi di laurea presso università Pontificie, invece, le spese sono detraibili nella misura stabilita per corsi di istruzione appartenenti all’area disciplinare umanistico-sociale, e l'area di riferimento è quella della regione in cui si svolge il corso di studi anche nel caso in cui il corso sia tenuto nello Stato Vaticano.



(La Repubblica)