News

Brexit, la Gran Bretagna riavrà i suoi passaporti blu. Ma li produrrà un'azienda francese

I passaporti blu della Gran Bretagna sono stati introdotti nel 1921 e sostituiti da quelli color borgogna della Ue nel 1988

La società di casa è vicina a perdere l'appalto da 600 milioni di euro. Uno dei simboli dell'indipendenza da Bruxelles si rivolta contro i sostenitori della campagna per l'uscita. A rischio profitti e posti di lavoro. E si scopre che nessuno obbligava Londra a stampare i documenti nel colore violaceo

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

22 Marzo 2018

LONDRA - Dovevano essere il simbolo della Brexit: la prova che, uscendo dall'odiata Unione Europea, la Gran Bretagna avrebbe "ripreso il controllo", come ripetono instancabilmente gli slogan, delle proprie leggi e riconquistato le proprie tradizioni. Ma adesso si scopre che l'iconico passaporto britannico dalla copertina blu, destinato a sostituire quello di colore rosso borgogna dei paesi della Ue, sarà fabbricato in un paese europeo: in Francia, perché produrlo al di là della Manica costa di meno.

La decisione è stata annunciata con rabbia proprio dall'azienda del Regno Unito che finora aveva stampato i passaporti di colore rosso stile Ue: Marthin Sutherland, amministratore delegato della società tipografica inglese De La Rue, ha comunicato alla Bbc che l'appalto per i nuovi documenti di identità è stato vinto dall'azienda franco-olandese Gemalto. E' un contratto che vale quasi 500 milione di sterline (circa 600 milioni di euro).

"Sono mesi che sentiamo dire ai ministri di Theresa May che il nuovo passaporto blu sarà un'icona britannica e ora scopriamo che questa icona britannica sarà manufatta in Francia", afferma l'ad della ditta. "Vorrei chiedere alla premier di venire nella mia tipografia e spiegare ai miei dipendenti perché si è deciso di assegnare a un'azienda straniera la produzione di un simbolo del nostro paese".

In base alle leggi Ue, che il Regno Unito deve continuare a rispettare fino al 29 marzo 2019, quando lascerà la Ue, e in realtà sino al 31 dicembre 2020, quando si concluderà la fase di transizione in cui tutto resterà com'è ora (transizione che il summit della Ue dovrebbe approvare fra oggi e domani a Bruxelles), ogni azienda del continente ha diritto di partecipare a gare di appalto pubbliche di questo tipo. La De La Rue ammette che il prezzo offerto dalla società franco-olandese è più basso del suo. Ma intanto in Borsa sono scese le azioni dell'azienda britannica, che ha diramato un possibile allarme su un calo dei profitti come conseguenza della decisione. Un certo numero di posti di lavoro potrebbero essere a rischio. Indubbiamente si tratta di un grosso business, perché la Gran Bretagna stampa 6 milioni di passaporti l'anno.

La notizia ha provocato immediate proteste dalla fazione più brexitiana del partito conservatore. "Una decisione vergognosa e perversa", la definisce l'ex-ministra dello Sviluppo Internazionale,

Nell'imbarazzo generale, il ministro della Cultura, Matthew Hancock, afferma che la decisione "finale" non è ancora stata presa. Commenta sul fronte opposto Tom Brake, portavoce dei liberal-democratici, il partito più filo-europeo e anti-Brexit: "La saga dei passaporti blu è diventata una farsa".

In effetti erano già emersi altri motivi di imbarazzo. Il ritorno ai passaporti blu, introdotti nel 1921 e sostituiti da quelli color borgogna della Ue nel 1988, è stato presentato dal governo come una conquista della Brexit, ma successivamente l'Unione Europea ha chiarito che nessuno dei 28 paesi membri ha l'obbligo di adottare il colore violaceo: è solo un suggerimento, ognuno può scegliere il colore che preferisce. Dunque la Gran Bretagna avrebbe potuto ripristinare l'amato passaporto blu dei tempi del British Empire anche restando nella Ue. E ora viene fuori che, per ripristinarlo, darà soldi e lavoro a una tipografia francese. Come se la Brexit non riuscisse a combinarne una giusta. Parbleau!



(La Repubblica)