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Bce: crescita robusta, ma servono ancora stimoli. Sottoccupazione in Italia e Spagna

Focus sul problema di chi lavora a tempo parziale ma preferirebbe avere più ore. In Italia e Spagna il loro numero "rimane al di sopra del livello pre-crisi". Sono in particolare donne nel settore dei servizi

22 Marzo 2018

MILANO - La crescita c'è, ma l'obiettivo di inflazione è ancora sufficientemente lontano da spegnere gli ardori di coloro che vorrebbero scelte "da falco" in cima alla Bce, dove siede Mario Draghi. Il bollettino della Banca centrale europea conferma le ultime prese di posizione del governatore ricordando che il consiglio direttivo della Banca centrale europea "ha concluso che rimane necessario un ampio grado di stimolo monetario" per un'accelerazione dell'inflazione, e "continuerà a seguire gli andamenti del tasso di cambio e delle condizioni finanziarie".

La crescita dell'economia dell'eurozona "è rimasta robusta nel quarto trimestre del 2017 e continua ad essere generalizzata nei diversi paesi". Inoltre "i risultati delle ultime indagini quantitative e i dati più recenti confermano una dinamica della crescita forte e diffusa nell'economia dell'area dell'euro, che, secondo le proiezioni, dovrebbe continuare nel breve termine a un ritmo lievemente più rapido rispetto alle attese". Alla luce di questi dati, le proiezioni macroeconomiche di marzo 2018 formulate per l'area dell'euro dagli esperti della Bce, hanno previsto una crescita annua del Pil in termini reali del 2,4 per cento nel 2018, dell'1,9 nel 2019 e dell'1,7 nel 2020.

Quanto ai prezzi, si conferma l'attesa per una dinamica dell'inflazione intorno all'1,5% per il resto dell'anno. Si ricorda sul punto che le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro elaborate a marzo 2018 dagli esperti della Bce prevedono un tasso annuo di inflazione sui dodici mesi all’1,4 per cento nel 2018 e nel 2019 e all’1,7 nel 2020. Sollevando lo sguardo al futuro, le migliorate prospettive di crescita "hanno confermato la fiducia del Consiglio direttivo nel fatto che l'inflazione convergerà verso l'obiettivo di un tasso inferiore ma prossimo al 2 per cento nel medio termine".

Interessante infine un approfondimento dedicato al mercato del lavoro. In generale, nell'area con la moneta unica il bollettino evidenzia "dinamiche vigorose" e ricorda come l'occupazione si collochi attualmente a un livello dell'1,2 per cento superiore al massimo pre-crisi registrato nel primo trimestre del 2008. Ma nelle principali economie dell'area ci sono differenze sostanziali, che si vedono applicando all'analisi il filtro della "sottoccupazione". Ovvero andando a vedere, come ha fatto Katalin Bodnár per il bollettino, quanti - tra i lavoratori a tempo parziale - desiderano lavorare più ore. Lavoratori "generalmente considerati parzialmente disoccupati o sottoutilizzati, poiché il numero di ore per cui desidererebbero lavorare è superiore al numero di ore richiesto dai rispettivi datori di lavoro".

Ebbene, la sottoccupazione dell'area è aumentata sia con l'inizio della Grande recessione che con la successiva crisi del debito sovrano, per scendere recentemente ma non ancora ai livelli pre-crisi. Se in Germania è aumentata la quota dei lavoratori parziali che però non lamentano un sottoutilizzo rispetto ai loro desiderata, in Spagna e Italia "la sottoccupazione è cresciuta in misura particolarmente consistente". Nel nostro caso, dice la Bce, la sottoccupazione "potrebbe aver risentito delle misure introdotte dal governo a supporto della riduzione delle ore". Nonostante il calo recente, in entrambe le economie latine "la sottoccupazione rimane al di sopra del livello pre-crisi". Il profilo di questi sottoccupati, nell'Eurozona, è di lavoratori dei servizi e il fenomeno riguarda in particolare "le donne in piena età lavorativa e quelle più anziane".



(La Repubblica)