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Cosa succede al mio mutuo se l'Italia esce dall'euro?

Buongiorno,

siamo in procinto di richiedere un mutuo per acquisto prima casa. Si tratterà di un importo considerevole in euro con durata altrettanto lunga nel tempo. Esiste una clausola/assicurazione che possa essere utilizzata/inserita ove dovessero realizzarsi scenari di “uscita” dell’Italia dall’Euro ?

grazie

Andrea

 

a cura di RIDARE*

16 Giugno 2018

 

Risponde Aldo Bissi del comitato scientifico di Ridare, portale di Giuffrè Editore che affronta tutte le tematiche in materia di risarcimento del danno e responsabilità civile.

 

Rispondendo al lettore Andrea, possiamo dire che tuttora non consta l’esistenza di una specifica polizza assicurativa che copra i rischi economici relativi alle obbligazioni contrattuali derivanti da un mutuo – ammesso che ve ne siano, per quanto si dirà oltre - nell’ipotesi di una fuoriuscita del nostro Paese dal sistema della moneta unica.

 

Né, fatta salva la fantasia dei giuristi, appare ipotizzabile poter concepire una clausola contrattuale che incida sulle conseguenze economiche di tale rischio. Ammesso che, riferendoci solamente al rapporto privatistico tra il mutuatario e la banca, tale rischio in effetti sussista.

Infatti nel nostro ordinamento, con riferimento alle obbligazioni pecuniarie, vige il cosiddetto principio nominalistico, dettato dall’art. 1277 del codice civile, secondo cui “I debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale. Se la somma dovuta era determinata in una moneta che non ha più corso legale al tempo del pagamento, questo deve farsi in moneta legale ragguagliata per valore alla prima”.

 

La conseguenza di questa disposizione di legge è che l’obbligazione (il pagamento della rata di mutuo) verrà effettuata in euro, se questa sarà ancora la moneta avente corso legale nello Stato italiano al momento della singola scadenza; oppure nella nuova moneta (lira? Nuova lira? Ecc.) nell’ipotesi di abbandono della moneta unica.

 

Ovviamente, quale che possa essere il tasso di conversione tra l’euro e la nuova moneta, questo varrebbe sia per la rata da corrispondere sia per l’intero mutuo; ed anche – ed è la cosa più importante - per il reddito del mutuatario. Con la conseguenza matematica che i rapporti tra quanto si deve corrispondere alla banca per la singola rata, l’importo totale della somma mutuata e il residuo da restituire, nonché il reddito del mutuatario non cambiano.

 

Per fare un esempio. Se devo restituire 100.000 euro ed il tasso di conversione con la nuova moneta è di 1 a 3, dovrò restituire 300.000 “nuove monete”. Ma il mio reddito – ipotizziamo 2.500 euro - dovrà essere convertito in 7.500 “nuove monete”.

 

Da un punto di vista giuridico, proprio in virtù del principio nominalistico dettato dall’art. 1277 c.c., non appare concepibile né la previsione di una clausola contrattuale a protezione del mutuatario, né una forma di contratto assicurativo.

 

Naturalmente, quanto sopra è riferito al singolo rapporto contrattuale tra cliente e banca, e non intende significare che scenari macroeconomici non possano avere ripercussioni fortemente negative sull’economia nazionale nell’ipotesi di abbandono dell’euro (anche se va detto che esistono autorevoli opinioni di economisti che, al contrario, prevedono effetti positivi da una tale eventualità.

 

(La Repubblica)