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Consegna di multe e atti giudiziari, cade il monopolio delle Poste

Firmato il decreto dal ministro Di Maio che attua la legge sulla Concorrenza

 

20 Luglio 2018

 

MILANO - La liberalizzazione della consegna di multe ed atti giudiziari è arrivata, a quasi un anno dalla legge sulla Concorrenza che la prevedeva. Il servizio non è più esclusivo monopolio delle Poste ma si apre anche ad altri operatori. Il Ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha firmato il decreto ministeriale che definisce le procedure per il rilascio delle licenze speciali per i servizi postali relativi alle notifiche degli atti giudiziari e delle multe previste dal codice della strada. "Con questo provvedimento si compie un passo decisivo per l'effettiva apertura del mercato ad altri operatori", afferma Di Maio.

 

Anche l'Antitrust nella sua relazione annuale aveva sottolineato il ritardo del decreto, dando modo agli operatori privati di ritornare a chiedere un'accelerazione. "Ci auguriamo che il Governo prosegua rapidamente l’opera di regolamentazione necessaria per aprire realmente il settore alla libera concorrenza e tradurre la legge sulla Concorrenza in realtà sostenendo gli operatori che investono in questo settore", commentava solo pochi giorni fa l'ad di Nexive, Luciano Traja, in attesa proprio di questo decreto.

 

A questo punto, l'effettiva apertura del mercato ad altri operatori presenti nel settore delle consegne postali "consentirà un importante abbattimento dei costi per le amministrazioni dello Stato", aggiunge il ministro. Con questo passaggio, si legge nel comunicato, si completa così la fase di regolamentazione del settore postale inerente ai servizi delle notifiche degli atti giudiziari e delle multe, avviata nel 2017 dalla Legge per la concorrenza con l'abrogazione della norma che prevedeva l'affidamento esclusivo del servizio a Poste Italiane e proseguita con la pubblicazione della delibera n. 77/2018 dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Il decreto ministeriale verrà inviato alla Corte dei Conti prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

 

(La Repubblica)