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Dalle bollette alla casa: quest'anno spese "obbligate" per quasi 7.300 euro

L'indagine della Confcommercio: il grosso è legato all'abitazione. Scendono le uscite per gli alimentari

 

10 Agosto 2018

 

MILANO - Ogni anno gli italiani devono mettere in conto di spendere oltre 7.200 euro per voci alle quali non si può rinunciare. Sono le "spese obbligate" e - calcola la Confcommercio - quest'anno pesano per il 40,7% del totale dei consumi.

 

"Dopo la crescita inarrestabile degli ultimi 20 anni (+5,3 punti percentuali tra il 1995 e il 2014), la quota di spese obbligate sul totale dei consumi diminuisce di un punto percentuale passando dal 41,8% del 2014 al 40,7% del 2018", dice l'Ufficio studi facendo riferimento al calo delle spese energetiche e dei servizi finanziari. Tra questa voce di uscite, per le quali i cittadini hanno poca o nessuna scelta, la voce abitazione è quella "che incide maggiormente arrivando a 'mangiarsi' - tra affitti, manutenzioni, bollette, e utenze - quasi 4.200 euro pro capite (il 60% delle spese obbligate complessive)".

Tra le voci fisse, oltre al capitolo abitazione, in crescita risulta anche la voce riservata alla sanità (629 euro annui a testa, pari al 3,5% sul totale dei consumi). "Su tali andamenti hanno pesato anche le esigenze di finanza pubblica, che hanno portato gli enti erogatori dei servizi, come nel caso dello smaltimento dei rifiuti, a frequenti aumenti dei prezzi (tariffe). Inoltre, le esigenze di risanamento degli squilibri di bilancio regionali imputabili alla spesa sanitaria, hanno accresciuto la quota di partecipazione richiesta ai cittadini (ticket su farmaci, prestazioni diagnostiche e ambulatoriali etc.)", spiega Confcommercio. Per la mobilità, la recente inversione al rialzo delle spese è dovuta alla ripresa dei carburanti anche se nel lungo periodo c'è stata una contrazione.

 

Dall'altra parte ci sono i "consumi commercializzabili" che valgono 10.580 euro pro capite nel 2018. Anche se per due terzi sono rappresentati dai beni, i servizi hanno assunto un ruolo sempre più significativo, mentre continua il calo della quota destinata agli alimentari, ma questa voce aumenta nei valori pro capite. Sono i consumi guidati dai gusti e dalle abitudini dei singoli e che mostrano una ripresa rispetto al 2014. Tendenza, precisa Confcommercio, su cui ha inciso il rialzo registrato per i mezzi di trasporto, "la cui domanda è risultata in decisa espansione dopo un lungo periodo di crisi, anche se negli ultimi mesi questa evoluzione positiva sembra essersi arrestata".

 

Consumi obbligati e commercializzabili
valori a prezzi correnti per abitante (euro) e composizione %

 

1995

2000

2007

2014

2018

Obbligati e affitti imputati

3.800

4.883

6.426

6.831

7.268

  abitazione

1.904

2.463

3.422

3.912

4.166

  sanità

342

452

506

555

629

  assicurazioni e carburanti

967

1.313

1.659

1.605

1.702

  altro (*)

587

656

839

759

771

Commercializzabili

6.607

8.504

10.015

9.522

10.580

  beni

4.792

5.992

6.792

6.107

6.720

 -  di cui alimentari (**)

1.865

2.155

2.539

2.490

2.681

  servizi

1.815

2.513

3.223

3.415

3.860

TOTALE CONSUMI

10.408

13.387

16.440

16.353

17.848

composizione %

 

1995

2000

2007

2014

2018

Obbligati e affitti imputati

36,5

36,5

39,1

41,8

40,7

  abitazione

18,3

18,4

20,8

23,9

23,3

  sanità

3,3

3,4

3,1

3,4

3,5

  assicurazioni e carburanti

9,3

9,8

10,1

9,8

9,5

  altro (*)

5,6

4,9

5,1

4,6

4,3

Commercializzabili

63,5

63,5

60,9

58,2

59,3

  beni

46,0

44,8

41,3

37,3

37,7

 -  di cui alimentari (**)

17,9

16,1

15,4

15,2

15,0

  servizi

17,4

18,8

19,6

20,9

21,6

TOTALE CONSUMI

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

(*) comprende: protezione sociale; servizi finanziari; altri servizi n.a.c.; (**) incluse bevande alcoliche e non alcoliche.
Fonte: elaborazioni e previsioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

 

(La Repubblica)