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Pensioni, ipotesi quota 100 con 36 anni di contributi: nel 2019 fuori 450 mila lavoratori in più

Il governo al lavoro su una nuova proposta, ma al taglio dei versamenti dovrà corrispondere un aumento dell'età minima a 63-64 anni

 

22 Settembre 2018

 

ROMA - Il cantiere sulle pensioni è tutt'altro che chiuso: il governo, infatti, sarebbe sempre al lavoro su un'ipotesi di riforma delle pensioni con quota 100, ma da raggiungere con un minimo di 36-37 anni di contributi versati. E' quanto si apprende da ambienti vicini al dossier. Con minimo 36 anni di contributi uscirebbero nel 2019 450 mila lavoratori in più rispetto alle regole attuali; con 37 anni l'uscita riguarderebbe 410 mila persone in più rispetto all' odierno sistema.

 

La nuova proposta andrebbe a ritoccare il modello finora sponsorizzato dalla Lega, che sulle pensioni prevede sì "quota 100" ma con 62 anni di età, quindi con contributi minimi previsti a 38 anni. La misura, commentavano gli uomini di Salvini "sarà effettiva con oneri sopportabili per la finanza pubblica. Sarà realizzata con misure di buon senso, compresa la pace contributiva nell'ottica di favorire l'aumento volontario della contribuzione da parte dei lavoratori". Ora l'ulteriore taglio dei contribuiti richiesti imporrà di rifare i conti, presumibilmente spostando l'età, in quel caso, a 63-64 anni. Soluzione che aumenterebbe la platea e i costi.

 

(La Repubblica)