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Sempre più diffuso in Italia il testamento olografo: anche se nel 68% lo scrivono gli uomini

Da una ricerca dello studio notarile De Marinis emerge la supremazia maschile sulle "ultime memorie". I beneficiari per l'82% sono coniugi e figli ma non mancano badanti e amanti. "Atto di grande autonomia, di cui il notaio è garante (ma anche psicologo)"

 

di ANDREA GRECO

 

MILANO - Sempre più persone scelgono di fare testamento da soli, in modo "olografo". Basta scrivere un testo, anche breve, datare e firmare: molto semplice. Per maggiore sicurezza, benché non necessario, si può depositarlo dal notaio di fiducia, che lo custodisce e ne diventa esecutore e garante a tempo debito. In più di tre casi su quattro le ultime memorie sono fatte così, anche se è una consuetudine ancora molto riservata agli uomini, che contano per circa il 68% dei casi totali.

 

Questi e altri dati emergono dalla ricerca condotta dallo studio notarile De Martinis in Milano, che ha analizzato oltre 500 testamenti depositati in 10 anni. I documenti formulati, datati e sottoscritti direttamente dal "testatore" riguardano soprattutto i meno abbienti che non vogliono o non possono sostenere il costo del testamento pubblico. Solo in casi particolari ci si si rivolge al notaio: per esempio i più anziani o chi ha malattie gravi. L'oggetto principale del testamento, plausibilmente, sono i contanti e gli immobili a uso civile (76%), seguiti da quelli a uso commerciale come studi, garage e capannoni al’10%, e terreni all’8%. Il restante 6% riguarda vari tipi di beni come veicoli, gioielli, opere d’arte, collezioni di francobolli, vinili, vini d’annata e altro.

 

I primi beneficiari dei lasciti, come da consuetudine, sono i discendenti e i coniugi, presenti nell’82% dei casi, anche se ma non mancano le sorprese: altre volte ereditano enti e associazioni benefiche (6%), amici e soci in affari (5%), e altre figure diverse come badanti, infermiere, assistenti, amanti (7%). Anche se gli uomini fanno testamento molto più spesso, il notaio Paolo De Martinis ha notato che "le donne sono sempre più concrete e precise, mentre gli uomini si lasciano andare più spesso a episodi divertenti, specie nei testamenti olografi che vengono pubblicati dopo la morte". C'è stato il caso di particolari disposizioni su una collezione di francobolli, o quello di un testamento ritrovato in una cassetta di sicurezza in cui il testatore aveva anche nascosto del cibo, che a casa la moglie non gli cucinava per motivi di salute: e lui - chedendo scusa nel testamento - più volte la settimana andava a mangiarselo in banca.

 

"Il testamento consente di poter scegliere sempre più in autonomia e concretamente non solo le sorti patrimoniali, ma anche quelle della propria vecchiaia come il rito funebre e le disposizioni in merito alla cremazione o meno della salma", aggiunge De Marinis - E' un momento in cui la pietà dovrebbe prevalere su tutto il resto, litigi compresi". Per questo anche il notaio del caso dev'essere un po' psicologo: "Bisogna cercare di far capire anzitutto quali sono la situazione di fatto e la situazione di diritto, facendo comprendere poi alle parti quale dovrebbe essere il punto di incontro. Non è sempre facile, perché spesso si presentano rivendicazioni che partono da lontano, quindi bisogna trovare tecniche soft cercando di porsi in maniera tranquilla, molto pacata, capendo le emozioni di quel momento e le aspettative".

 

(La Repubblica)