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Borse in calo sul nuovo scontro commerciale Usa-Cina. Oggi il via ai nuovi dazi

Listini in flessione con il nervosismo sull'asse Washington-Pechino. Torna a salire lo spread nella settimana della nota di aggiornamento al Def

 

di FLAVIO BINI

24 Settembre 2018

 

MILANO - Giornata in calo per le Borse europee scoraggiate dai nuovi segnali negativi arrivati sul fronte dello scontro commerciale Usa-Cina, con la decisione di Pechino di annullare i colloqui in programma tra il segretario del Tesoro americano Steven Mnuchin e il vice premier cinese Liu He. Una conseguenza dei dazi entrati in vigore oggi decisi dagli Stati Uniti su un totale di 200 miliardi di dollari di beni importati dalla Cina, a cui ha Pechino ha risposto prendendo di mira circa 60 miliardi di export americano verso il Paese. Milano cede in chiusura lo 0,91%, Londra lo 0,42%, Francoforte perde lo 0,64% e Parigi lo 0,33%. A Piazza Affari regge Saipem (+3,8%), sostenuta dall'aumento dei prezzi del petrolio.

 

Fa male anche Wall Street: alla chiusura delle contrattazioni in Europa il Dow Jones arretra dello 0,6% e il Nasdaq dello 0,17%. Sulla Borsa Usa pesa anche il probabile passo indietro del vice ministro della Giustizia Rod Rosenstein, finito nel mirino del presidente Usa Trump dopo che il New York Times aveva rivelato che il politico avrebbe proposto di intercettare il presidente nell'ambito delle indagini del cosiddetto Russiagate. Manca in mattinata il riferimento delle principali piazze finanziarie asiatiche con Shanghai, Shenzen e Tokyo chiuse per festività.

 

Chiusura in lieve rialzo per l'euro, che passa di mano in chiusura a 1,1786 nei confronti del dollaro, contro i 1,1756 di fine seduta di ieri, in una settimana che guarda anche alla riunione della Fed che, stando al giudizio di molti osservatori, dovrebbe decidere un nuovo rialzo dei tassi, per la terza volta nel 2018, portandoli tra 2 e 2,25%. Sulla sponda italiana fari puntati sullo spread, nei giorni "caldi" della vigilia del varo della nota di aggiornamento al Def: il differenziale balza fino a 245 punti e chiude a quota 243 dai 236 dell'avvio con il rendimento del titolo decennale italiano al 2,9%,

 

Tra gli avvenimenti macroeconomici di oggi, cala solo leggermente la fiducia delle imprese tedesche a settembre, facendo meglio delle previsioni. L'indice Ifo è sceso a 103,7 punti a settembre da 103,9 punti ad agosto. Il presidente dell'istituto, Clemens Fuest, spiega che "le valutazioni delle imprese sulla loro situazione attuale sono peggiorate marginalmente, ma rimangono ad un livello elevato". Nella sua audizione al Parlamento Europeo il presidente della Bce Mario Draghi ha detto che si aspetta ua ripresa "vigorosa" dell'inflazione core.

 

Sul fronte delle commodities infine avvio di settimana in rialzo per il prezzo del petrolio. I contratti sul greggio Wti balzano a 72,50 dollari e quelli sul Brent a 81,15 dollari, guadagnando oltre 2 dollari. Sullo sfondo pesano con le sanzioni Usa all'Iran, il cui nuovo round dovrebbe partire all'inizio di novembre, con Washington che intende colpire chi proseguirà con l'importazione del greggio di Teheran. Poco mosso l'oro che si attesta intorno ai 1.200 dollari l'oncia.

 

(La Repubblica)