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Condono, i punti controversi che hanno fatto scoppiare lo scontro tra Lega e M5s

Dallo scudo su riciclaggio e autoriclaggio all'intergrativa anche per i capitali portati illegalmente all'estero: ecco su cosa litigano le due forze di governo. Ma anche con l'addio alle misure più discusse, il condono resta in piedi

20 Ottobre 2018

MILANO - Lega e Movimento 5 Stelle tornano a sedersi intorno a un tavolo dopo giorni infuocati, con accuse reciproche rivolte attraverso dirette Facebook e accuse più o meno velate ad esponenti dello schieramento opposto. A questo serve il Consiglio dei ministri straordinario convocato oggi per definire una volta per tutte il testo del decreto fiscale collegato alla Manovra.

Il motivo dello scontro

Lo scontro tra le due principali forze politiche della Maggioranza è scoppiato intorno a un passaggio di uno degli articoli più controversi del decreto, quello relativo alla dichiarazione integrativa con cui sarà possibile far emergere redditi non dichiarati, entro i limiti di 100 mila euro all'anno e un un tetto massimo del 30% rispetto a quanto già dichiarato, versando solo il 20% dell'imposta dovuta. Nella bozza "della discordia" fatta circolare mercoledì pomeriggio e che ha innescato lo scontro, la possibilità era stata estesa anche ai capitali all'estero, ad altre imposte come Iva e i contributi previdenziali soprattutto escludendo la punibilità per i soggetti coinvolti nell'emersione da resti come riciclaggio e autoriciclaggio. In sostanza, una delle quattro gambe del provvedimento soprannominato "pace fiscale" si era trasformato in un condono tout court, con un pesante scudo penale per gli evasori.

Se e come questo passaggio sia stato inserito dopo il via libera in cdm del testo non è ancora stato chiarito. Da un lato la Lega sostiene che il tema fosse stato ampiamente dibattuto, dall'altro la viceministra Laura Castelli, ha negato l'esistenza di qualsiasi accordo su questi punti. Il nodo più controverso però, stando a quanto ricostruito oggi da Repubblica, potrebbe saltare. Via lo scudo penale per il reato di riciclaggio da chi facesse emergere capitali non dichiarati e via la possibilità di far rientrare i capitali dall'estero.

Rep

Tregua 5S-Lega, cambia il condono. Oggi il Cdm per togliere lo scudo ai riciclatori

di CARMELO LOPAPA e TOMMASO CIRIACO



Cosa resta del condono

Stralcio o meno di questi ultimi passaggi, anche il resto dell'impianto rimane poco digeribile per la base M5s. Resterebbe infatti completamente intatto tutto il restante capitolo della dichiarazione integrativa "speciale" con cui è comunque possibile fare emergere il nero non dichiarato. Un punto, questo, di cui mai si è parlato nella dicussione delle settimane precedenti il varo del decreto e che mai era stato menzionato nel contratto di governo. Sia Salvini che Di Maio avevano sempre parlato di volere intervenire nei confronti di chi, pur avendo dichiarato tutto, si era trovato impossibilitato pagare.

Restano poi in piedi gli altri tre capitoli del provvedimento. Il primo filone riguarda lo stralcio integrale delle cartelle sotto i mille euro relative al periodo compreso tra il 2000 e il 2010. Il secondo ripropone di fatto una terza "edizione" della rottamazione delle cartelle già varata da Renzi e Gentiloni, prevedendo però un meccanismo di rateizzazione più favorevole. La misura riguarda i debiti col Fisco già accertati, o relativi comunque a redditi dichiarati per cui però non erano state pagate le imposte. L'ultimo capitolo riguarda invece le liti tributarie e prevede la possibilità, , di poter estinguere il procedimento pagando solo il 50% di quanto dovuto, per interromperlo dopo il primo grado o il 20% per evitare la Cassazione.



(La Repubblica)