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Manovra, il governo: "Stime e saldi invariati". Ma spuntano clausole di salvaguardia e nuove dismissioni

Il Consiglio dei ministri si è concluso alle 22 per le ultime scelte da comunicare nella lettera all'Ue. Merkel chiede responsabilità, il suo ministro di non attaccare il reddito di cittadinanza

13 Novembre 2018

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di ROBERTO PETRINI



MILANO - La legge di Bilancio non cambia: è la risposta del governo italiano alla Ue, che ha dato tempo fino ad oggi per spiegare le deviazioni previste dalla Manovra finanziaria sugli obiettivi di deficit/Pil e riduzione del debito, che hanno portato Bruxelles preventivamente a bocciare il testo per chiederne uno rivisitato. Il Consiglio dei Ministri, preceduto da vertici a livello politico, si è concluso alle 22. La risposta del governo all'Unione europea sulla legge di bilancio è "di attacco e non di difesa", spiega una fonte della Lega.

Manovra, Di Maio: "Non cambia né nei saldi né in previsioni di crescita. Manterremo il 2,4 di deficit"

"Nella lettera a Bruxelles abbiamo scritto che aumentiamo le dismissioni degli immobili, ci impegniamo a mantenere il 2,4 di deficit ma reddito e pensioni, quota 100, rimborsi a risparmiatori truffati non cambiano e vanno avanti", spiega il vicepremier Luigi Di Maio. Le dismissioni, dice Di Maio, "Non includono i gioielli di famiglia", ma solo beni immobili di ordine minore. Eppure secondo fonti della Lega, le dismissioni valgono l'1% del Pil. "Porteremo a casa il decreto emergenze, che ha dentro Genova e Ischia", aggiunge inoltre Di Maio.

Nella lettera alla Ue sono incluse clausole di salvaguardia per evitare che il deficit salga oltre il 2,4% qualora le previsioni di crescita del governo nella manovra non siano confermate e anche una nuova operazione di dismissio ne immobiliare: per il resto vengono confermate "impianto e azione politica". Confermati anche un meccanismo di controlli della spesa. Incrementati inoltre i fondi destinati al dissesto idrogeologico.

Entrando, il vicepremier Matteo Salvini aveva anticipato ai giornalisti in attesa: "Stiamo lavorando a una manovra che garantisce più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse non per tutti ma per tanti italiani. Se all'Europa va bene siamo contenti, sennò tiriamo dritto". Alla domanda se la manovra cambierà, Salvini risponde di no scuotendo la testa.

Le audizioni degli organismi tecnici di lunedì hanno puntato in maniera unanime il dito contro le stime sulla crescita (+1,5% per il governo nel 2019), anche alla luce dei numeri ben diversi prospettati dall'Unione nel recente aggiornamento delle stime macro.

Dai palazzi romani è emerso come il Tesoro avrebbe voluto tendere una mano all'Europa, abbassando le stime sulla crescita per riavvicinarsi a quanto prospettato dagli esperti di Bruxelles. Sebbene il Mef paresse intenzionato a non toccare la stima del deficit al 2,4% del Pil, si è levato il muro di Lega e M5S che hanno chiesto di non toccare i "numeri fondamentali" del testo. Una situazione che ha portato lo stesso ministro Tria a precisare oggi: "Il tasso di crescita non si negozia". In una nota il Mef ha smentito "voci e indiscrezioni apparse sui giornali secondo cui il tasso di crescita dell'Italia sia stato o sia oggetto di dibattito politico. Le previsioni di crescita sono infatti il risultato di valutazione squisitamente tecnica. Per questo non possono diventare oggetto di negoziato alcuno dentro o fuori dal Governo".



Rep

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A chiedere modifiche è il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani: "Bisogna cambiare la manovra, e bisogna fare in fretta, c'è tempo fino a questa sera, il buon senso deve prevalere sui capricci, a volte sull'arroganza che punta a difendere posizioni che sono economicamente indifendibili". Per questo, Tajani ha lanciato "un appello al governo italiano perché modifichi i contenuti della manovra per dare un segnale di cambiamento che permetta di evitare una bocciatura della proposta italiana".

Il governo italiano ha deciso di violare la regole e "quindi di avviare la procedura di infrazione europea, quindi se volesse dimostrare che questo sforamento non crea solo deficit e debito pubblico, ma determina crescita e quindi renderebbe sostenibile la manovra, dovrebbe avere molta più attenzione alla crescita" è invece la richiesta del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, dagli Stati generali del credito di Assolombarda a Milano.

Anche in Germania si guarda alla partita italiana, con atteggiamenti diversi nello stesso esecutivo. La cancelliera Angela Merkel, al Parlamento europeo, ha richiamato il concetto della corresponsabilità: nell'Ue "le singole decisioni nazionali e individuali hanno effetti su tutti" e in tal senso "la stabilità finanziaria che sta alla base della valuta unica può funzionare solo quando ogni singolo Paese membro rispetta le proprie responsabilità per la stabilità finanziaria". Secondo Merkel, "la solidarietà va di pari passo con la responsabilità verso i membri di tutta la comunità". La cancelliera ha quindi ricordato che "l'Italia è un Paese fondatore dell'Ue e ha deciso con gli altri le regole" e sulla legge di Bilancio "è importante giungere a una soluzione ed è importante che lo si faccia nel dialogo con la Commissione europea. Lo ha detto anche il premier Conte".

Una sorta di 'difesa' delle intenzioni di Lega e M5s è arrivata invece dal ministro Olaf Scholz, titolare delle Finanze: "Verosimilmente non si può raggiungere tutto. Ma forse potremmo ragionare in modo un pò più europeo. Chi ha saputo fino a poco fa qui che in un paese fondatore dell'Ue, un'economia industriale di successo, non c'è un'assicurazione per disoccupati di lungo corso? Il governo cerca di fare qualcosa del genere: forse è enorme quel che vuole fare tutto assieme. Ma di fronte al fatto che si voglia risolvere una questione del genere come società, non si può rispondere 'come vi viene in mente' ".



(La Repubblica)