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Dopo la lettera all’Ue lo spread balza a 317. Salvini sfida Bruxelles: “Sanzioni? Avete capito male”

Il differenziale sale di 11 punti rispetto a ieri. No comment della Commissione al documento inviato da Roma. Il ministro: flat tax? Non potevamo fare tutto subito



Pubblicato il 14/11/2018

Ultima modifica il 14/11/2018 alle ore 18:55



Dopo la lettera all’Ue con cui il governo ha confermato i numeri della manovra di bilancio, lo spread schizza a 317 punti base. Il differenziale tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi, in avvio di seduta, è aumentato di oltre 11 punti rispetto alla chiusura di ieri. Il rendimento dei Btp decennali è salito al 3,55%. La versione rivista del Documento programmatico di bilancio (Dpb) 2019, inviata a Bruxelles, ha lasciato invariate le stime di crescita sul Pil all’1,5% e sul deficit/Pil al 2,4% che resta un «limite invalicabile». Tensioni anche sulle Borse europee hanno aperto in calo, con Milano maglia nera: Piazza Affari perde l’1,2%.

SALVINI DIFENDE LA MANOVRA

Stamane Matteo Salvini ha rilanciato la sfida all’Ue: «A Bruxelles continuano a mandare le letterine. Se proveranno a mettere sanzioni contro il popolo italiano, hanno capito male. Noi vogliamo difendere il diritto a sicurezza, lavoro e salute degli italiani e non usciamo dall’Euro», ha detto ai microfoni di Radio Anch’io, Radio Rai 1, difendendo la manovra. Il ministro dell’Interno ha poi commentato la portata della flat tax: «Non potendo fare tutto e subito per tutti, per la riduzione fiscale, per la flat tax, siamo partiti dalle partite Iva, dai piccoli, dai dimenticati dai governi precedenti che partivano dai grandi, mentre l’Italia è fondata sui piccoli. Circa 1,5 milioni di partite Iva - ha continuato - potrà pagare già dall’anno prossimo un forfait del 15% se fattura fino a 65 mila euro. Saremmo stati dei folli - ha concluso Salvini - a voler fare tutto per tutti e subito».



DOCUMENTO La lettera del ministro Tria a Bruxelles  



Dopo la ricezione della lettera, non è arrivato nessun commento dalla Commissione europea. Bruxelles in questa fase non commenta i contenuti ricevuti da Roma e compierà la sua analisi nel contesto del semestre europeo. Le valutazioni sui bilanci per tutti i Paesi, salvo cambiamenti, sono infatti attese per il 21 novembre.



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(La Stampa)