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Manovra, il governo taglia fuori gli extracomunitari dalle agevolazioni per le famiglie

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Cambiano le regole della misura destinata alle famiglie numerose e a basso reddito: potranno accedervi solo i cittadini italiani o comunitari. Ma escludere gli stranieri non comporta alcun risparmio per le casse pubbliche

di FLAVIO BINI

05 Dicembre 2018



MILANO - Niente più sconti su beni e servizi alle famiglie numerose composte da cittadini extracomunitari. Lo ha deciso un emendamento alla Manovra appena approvato che modifica la norma della legge di stabilità 2016 che ha introdotto la carta famiglia, destinata ai nuclei con almeno tre figli e con un Isee inferiore ai 30 mila. Uno strumento che permette di accedere ad una serie di agevolazioni su beni alimentari e non e servizi come i contratti di fornitura di luce e gas.

L'emendamento approvato prevede che i nuovi beneficiari siano le "famiglie costituite da cittadini italiani ovvero appartenenti a Paesi membri dell'Unione europea regolarmente residenti nel territorio italiano", mentre nella versione precedente si parlava di "famiglie costituite da cittadini italiani o da cittadini stranieri regolarmente residenti nel territorio italiano". La misura viene estesa alle famiglie con figli sotto i 26 anni, mentre prima era rivolta solo a genitori di minori. I nuovi criteri di accesso verranno definiti con un decreto da emanare entro tre mesi.

Fino ad oggi la misura dava la possibilità ai beneficiari di accedere a riduzioni su un'ampia serie di beni come prodotti alimentari, medicinali, libri, articoli di cancelleria o una lunga serie di servizi come le bollette, i biglietti a cinema o musei, o i servizi di ristorazione. Gli esercizi aderenti hanno la possibilità di offrire sconti dal 5 al 20%.

Escludere i cittadini extracomunitari sembra avere però un valore più politico che sostanziale. Come specificato nella relazione tecnica del provvedimento originario, "dalla disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica atteso che la stessa consente esclusivamente all'accesso a sconti sull'acquisto di beni o servizi o riduzioni e i costi di emissione non sono a carico della finanza pubblica ma delle famiglie che ne fanno richiesta". Lo Stato insomma non spende nulla, ma sono gli esercizi che liberamente possono decidere di applicare la riduzione potendo in cambio esibire nel proprio esercizio l'adesione all'iniziativa. Di conseguenza, ridurre la platea non fa risparmiare un solo euro allo Stato.

Non si tratta però della prima misura della maggioranza che sembra volta a penalizzare soltanto i cittadini extracomunitari. Con un emendamento al decreto fiscale è stato introdotto un prelievo dell'1,5% sulle somme trasferite nei Paesi extra Ue, pari a oltre 4,1 miliardi sul totale di circa 5 miliardi secondo i dati Bankitalia rielaborati dalla Fondazione Leone Moressa, che dovrebbe quindi portare nelle casse pubbliche poco più di 60 milioni di euro. Lunedì è invece arrivato il via libera all'emendamento alla Manovra ha cancellato la norma che vincolava 30 milioni l'anno all'assistenza sanitaria degli immigrati.



(La Repubblica)