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Anno nero per la raccolta bond: banche e imprese italiane in difficoltà, minimi dal 2008

Il Financial Times analizza il mercato del credito italiano: la pressione sul debito pubblico, le crescenti difficoltà tra Roma e Bruxelles si ripercuotono sul mercato privato di capitali. E potrebbero danneggiare l'intero mercato europeo

di ROSARIA AMATO

05 Dicembre 2018



ROMA - Le aziende e le banche italiane in crisi per la vendita di obbligazioni: infatti, rileva Refinitiv, finora (nei primi undici mesi del 2018) è stato raccolto l'importo più basso dal 2008, in calo di oltre un quarto rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Entro la fine dell'anno si prevede la vendita di soli 77 miliardi di dollari di obbligazioni: ne dà notizia stamane il quotidiano finanziario Financial Times. Un calo ampiamente atteso: anche Standard & Poor's recentemente aveva rilevato come i continui scontri tra Roma e Bruxelles si sarebbero risolti in "un aumento dei costi di finanziamento del settore privato, banche incluse".

Ieri il rating di Monte dei Paschi è stato tagliato ulteriormente dall'agenzia Moody's, e in generale la stessa Banca d'Italia in un'indagine pubblicata la stessa settimana ha spiegato come le banche nazionali abbiano al momento "limitato" ricorso ai mercati di capitali per via della forte pressione sui titoli del debito pubblico, in crescita negli ultimi sei mesi. Il valore delle obbligazioni in circolazione delle banche italiane è diminuito del 17% nell'anno a settembre, e l'emissione netta di debito subordinato ha toccato il livello più basso in cinque anni nel secondo trimestre del 2018. Le banche italiane si confrontano con un ammontare di 110 miliardi di euro di debito in scadenza nei prossimi due anni che devono essere rifinanziati, ha detto la Banca d'Italia.

Analoghi problemi ostacolano il finanziamento delle società italiane: "Il peggioramento delle condizioni dei mercati finanziari si è tradotto in un aumento del costo delle nuove emissioni obbligazionarie e in una limitazione dei collocamenti per gli emittenti di obbligazioni societarie", ha spiegato la Banca d'Italia, con particolare riferimento al mercato secondario del debito societario italiano: i volumi degli scambi nei sei mesi tra maggio e ottobre sono stati inferiori di un terzo rispetto all'anno precedente, mostrano i dati della Banca d'Italia.

Qualsiasi ulteriore downgrade del rating del debito sovrano dell'Italia avrebbe "ripercussioni moderate" sul debito delle banche e delle imprese, ha aggiunto la banca. Ma questo si traduce in implicazioni più ampie per gli investitori. Bhanu Baweja, un analista di UBS, ha osservato che gli emittenti italiani rappresentano il 20% dell'indice high yield dell'Unione Europea, e quindi i problemi italiani si potrebbero ripercuotere sul mercato europeo del credito.



(La Repubblica)