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Draghi: “Uscire dall’euro non garantisce più la sovranità monetaria”

Pubblicato il 15/12/2018

Ultima modifica il 15/12/2018 alle ore 14:32

«L’appartenenza alla moneta unica gioca un ruolo fondamentale» per i paesi europei, anche perché «stabilizza» le economie degli Stati aderenti, «soprattutto nelle fasi recessive». È quanto ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, durante il suo intervento alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa dove gli è stata conferita la laurea Honoris causa.

«Non è ovvio che un paese tragga vantaggi in termini di sovranità monetaria dal non essere parte dell’euro», ha detto il presidente della Bce. «La possibilità di stampare moneta per finanziare il deficit» non è stata considerata «neanche dai Paesi che fanno parte del mercato unico (Ue, ndr) ma non sono parte dell’euro». Lo ha detto Mario Draghi, con parole tese a smentire le tesi dei «presunti vantaggi della sovranità monetaria».

Draghi ha ricordato che prima dell’euro «le decisioni rilevanti di politica monetaria erano prese in Germania» mentre oggi sono partecipate da tutti. «Ogni paese ha la sua agenda, ma solo con le riforme si creano le condizioni per far crescere salari, occupazione» e garantire «lo stato sociale. Sono azioni che non possono non essere compiute che a livello nazionale», anche se «con il sostegno a livello europeo».

(La Stampa)