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Migranti, dagli extra-risparmi un possibile tesoretto da mezzo miliardo per il Viminale di Salvini

La norma punta a risparmiare 400 milioni già nel 2019. Ma tra calo dei flussi e riduzione del costo medio giornaliero, è probabile che si arrivi a cifre maggiori. In tal caso, verranno girate al ministero dell'Interno per le spese di funzionamento. L'Osservatorio di Cottarelli: "Chiarire"

di RAFFAELE RICCIARDI

16 Dicembre 2018



MILANO - Dai risparmi nella gestione dei flussi migratori, previsti dalla Manovra in corso di rifinitura, spunta un possibile "tesoretto" per il ministero dell'Interno, a guida Matteo Salvini.

Il testo dedica due commi alle "misure di razionalizzazione della spesa per i centri per l'immigrazione". In attesa della versione definitiva, che discenderà dall'accordo con Bruxelles, la Manovra affida al Viminale la razionalizzazione della spesa per la gestione dei centri per l'immigrazione - tenuto conto della contrazione del fenomeno migratorio - passando anche attraverso la riduzione del costo giornaliero di accoglienza dei migranti. Sintetizzano i tecnici del Bilancio: "Dalle misure connesse all'attivazione, locazione e gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza per stranieri irregolari dovranno derivare risparmi per un ammontare almeno pari a euro 400 milioni nel 2019, a euro 550 milioni nel 2020 e a euro 650 milioni a decorrere dall'anno 2021".

La misura è stata criticata a livello politico e sociale per i possibili impatti sulla gestione dei flussi. Ma una postilla della norma apre anche a un nuovo dubbio: eventuali ulteriori risparmi, che verranno accertati di anno in anno dal Viminale con il Mef, "confluiranno in un apposito fondo da istituire nel programma 'Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza' della missione 'Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche' del Ministero dell'Interno, da destinare alle esigenze di funzionamento del medesimo dicastero". Denari che, stabilisce il comma successivo, saranno ripartiti "tra i capitoli di funzionamento del Ministero dell'interno". Lo stesso Servizio studi del Senato chiede maggiore chiarezza sulle stime economiche sottostanti la norma. Ma secondo quanto ricostruito dall'Osservatorio conti pubblici italiani guidato da Carlo Cottarelli, in un'analisi realizzata dal ricercatore Carlo Valdes, gli extra-risparmi potrebbero essere molti: oltre mezzo miliardo, che il Viminale di Salvini si ritroverebbe a gestire direttamente.

Come mai? Il risultato deriva da una duplice considerazione: da una parte, i flussi stanno regolarmente calando. E dall'altra, come ha fatto sapere la stessa struttura di Salvini a latere del decreto sicurezza, scenderà lo stanziamento giornaliero per la cura del singolo migrante. Prendendo in esame il solo 2019, ad esempio, l'Osservatorio spiega che il capitolo di spesa per l'accoglienza dei migranti dovrà scendere da 1,94 a 1,54 miliardi, per garantire quel risparmio atteso di 400 milioni. Ma se si mantenesse costante la diminuzione delle presenze medie giornaliere osservata tra ottobre 2017 e 2018, la media mensile del 2019 si fermerebbe a 106mila persone ospiti dei centri. Applicando a questo numero il costo medio giornaliero di 35 euro per migrante, il totale di spesa si aggirerebbe sugli 1,35 miliardi, offrendo già un tesoretto a Salvini di 190 milioni.

Non è tutto: come detto, il nuovo schema di capitolato per le strutture d'accoglienza ha ridotto il range del costo giornaliero da 35 a 19-26 euro per migrante, in base alle dimensioni delle strutture. Tenendo conto che la transizione al nuovo modello sarà graduale e prendendo cautelativamente il valore più alto della nuova forchetta come riferimento, l'Osservatorio stima per il 2019 un costo complessivo di 1 miliardo: l'extra-risparmio, al netto dell'obiettivo dichiarato di 400 milioni, salirebbe così a 540. Tanto più veloce sarà la transizione al nuovo schema di costo, maggiore sarà il tesoretto: se si dovesse arrivare già nel 2019 a spendere 22,5 euro, la somma a disposizione del Viminale crescerebbe a 670 milioni. A questo punto, la domanda dello staff di Cottarelli è chiara: "Vista la dimensione delle somme potenzialmente a disposizione del Ministero dell’Interno, sarebbe opportuno considerare se esista un uso più opportuno delle stesse. Certamente potrebbero essere destinate alla riduzione del deficit o, comunque, potrebbe essere definito in modo più chiaro come il Ministero le possa utilizzare".



(La Repubblica)