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Istat, nuovo calo nella produzione industriale: il comparto auto segna le perdite più rilevanti

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I dati confermano un ulteriore peggioramento dell’andamento di ottobre

 

Pubblicato il 11/01/2019 – Ultima modifica il 11/01/2019 alle ore 12:19

paolo baroni - roma

 

Brusca frenata dell’industria che lo scorso novembre ha fatto segnare un calo dell’1,6% rispetto al mese precedente e addirittura del 2,6% rispetto ad un anno prima. Se si esclude il comparto dell’energia tutti i principali settori, in base alle stime diffuse dall’Istat, segnano un calo. A segnare le perdite più rilevanti è il comparto dell’auto che rispetto al novembre 2017 registrato un calo del 19,4% e mentre su ottobre la perdita e dell’8,6%. Il dato – segnala l’Istat - conferma, ma con un ulteriore peggioramento, l’andamento di ottobre, quando era stato registrato un calo tendenziale del 14%. Nella media degli 11 mesi 2018, la produzione è invece diminuita del 5,1%.

 

L’indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale solo nel comparto dell’energia (+1%). Variazioni negative si registrano, invece, i beni intermedi (-2,4%), i beni strumentali (-1,7%) e i beni di consumo (-0,9%), a conferma che tutte le voci di spesa sia delle imprese che delle famiglie stanno subendo una netta contrazione.

 

Su base annua, gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano invece a novembre 2018 una moderata crescita tendenziale solo per i beni di consumo (+0,7%); diminuzioni rilevanti si osservano, invece, per i beni intermedi (-5,3%), per l’energia (-4,2%) e, in misura più contenuta, per i beni strumentali (-2%).

 

I settori di attività economica con variazioni tendenziali positive sono le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,7%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+1,3%) e le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+1,1%). Le maggiori flessioni si rilevano, viceversa, nell’industria del legno, della carta e stampa (-10,4%), nell’attività estrattiva (-9,7%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-6,7%).

 

Nonostante il forte colpo di freno del penultimo mese del 2018 negli 11 mesi dell’anno passato la produzione industriale italiana è comunque cresciuta dell’1,2%. Nei tre mesi compresi fra settembre e novembre ha però subito una flessione dell’1%, segno che l’economia italiana sta decisamente rallentando. Dato che associato ai cali che si sono già registrati in Francia e Germania, e da ultimo in Spagna, rende sempre più probabile un rischio recessione.

 

(La Stampa)