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La pioggia di miliardi europei che l’Italia spreca. E che Di Maio sogna di usare per il reddito di cittadinanza

 

Marco Cimminella Giuliano Balestreri 27/6/2018 12:01:34 AM 17276

 

C’è una risoluzione approvata dal Parlamento europeo che impegna la Commissione Ue ad attivarsi affinché il 20% del Fondo sociale europeo venga destinato ai progetti di sostegno al salario minimo e al reinserimento nel mondo del lavoro.

 

Tradotto: 24 dei 121 miliardi in dotazione dal Fse dovrebbero essere utilizzati per riformare il mercato del lavoro del Vecchio continente. La quota per l’Italia è pari a 3,4 miliardi di euro, ma il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, spera di mettere le mani su una fetta ancora più grande perché “nessuno in Europa – dicono fonti vicine ai 5 Stelle – sta lavorando al reddito di cittadinanza così come lo intendiamo noi”.

 

D’altra parte la riforma dei 5 Stelle punta sui centri per l’impiego e sull’obbligo alla formazione insieme alla ricerca attiva di un’occupazione attraverso il portale unico del lavoro. Insomma c’è l’idea di replicare un modello che all’estero già esiste: “In Italia – spiegava a Business Insider Italia la senatrice Nunzia Catalfo, prima firmataria della proposta di legge – ci sono 9mila persone che lavorano nei servizi per l’impiego; in Francia e Germania sono decine di migliaia”.

 

Per farlo servono circa 17 miliardi: due per lo sviluppo delle politiche attive, 15 per l’assegno a quasi 3 milioni di famiglie. Nel programma del Movimento sono state indicate coperture – difficilmente verificabili – per circa 20 miliardi: tra cui i due miliardi che verrebbero dirottati dal fondo di sostegno alla povertà; 2,5 miliardi di tagli alla spesa pubblica con la centralizzazione degli acquisti; 2 miliardi dalla riduzione della percentuale di deducibilità degli interessi passivi per banche e assicurazioni; poi ci sono 1,5 miliardi dall’aumento dei costi di trivellazione e un altro miliardo dalle imposte sul gioco d’azzardo; altri 5 miliardi dalla riduzione alle detrazioni dei redditi più alti, esclusi quelli sociali.

 

A questi, il movimento spera di aggiungerne almeno altri 3,4 miliardi dal Fse. Il ragionamento è semplice: si tratta di fondi coperti per i due terzi dalla Ue, ma che l’Italia quasi mai riesce a spendere per una sua incapacità strutturale a programmare ed eseguire.

 

Siamo uno dei Paesi che spende peggio i fondi europei e la Corte dei Conti nella sua relazione annuale osserva che a fine 2016 sono state spese “cifre irrilevanti” e che “la capacità di spesa e di pagamento è ben lungi da registrare i livelli attesi, sebbene al suo esordio abbia visto importanti novità in termini di dotazione di strumenti regolatori, programmatori in quasi tutti i programmi operativi nazionali e regionali”. Peggio, per i giudici contabili “molti adempimenti preliminari non sono stati neppure definiti”.

 

I soldi ci sono ma non si riescono a spendere

 

Ed è purtroppo una grande occasione mancata, come risulta evidente se si dà un’occhiata alle cifre in ballo, soprattutto quelle relative al Fse, da cui il Movimento 5 Stelle spera appunto di trarre sostegno economico per il reddito di cittadinanza. L’Italia è il principale beneficiario del fondo sociale europeo, che è uno degli strumenti di finanziamento previsti dall’Unione. Alla Penisola spettano infatti oltre 17 miliardi di euro per il periodo 2014 – 2020: circa 10 miliardi provenienti dalle casse dell’Ue e 7 miliardi di finanziamento nazionale. La cifra finale costituisce il 14,62% del budget totale per i sette anni considerati, pari a oltre 121 miliardi. La quota più alta tra tutti i paesi dell’Unione, come mostra il grafico.

 

 

Questa tabella invece riporta la fetta del fondo sociale europeo destinata a ciascuno stato membro.

 

Stati

Finanziamento europeo

Finanziamento nazionale

Ammontare totale

Austria

442.087.353

433.651.942

875.739.295

Estonia

581.105.244

102.547.985

683.653.229

Lettonia

609.544.789

107.566.740

717.111.529

Germania

7.495.616.321

5.074.868.755

12.570.485.076

Polonia

12.923.346.555

2.280.449.100

15.203.795.655

Francia

5.553.721.885

4.269.564.690

9.823.286.575

Cipro

114.307.303

20.171.881

134.479.184

Slovacchia

2.045.419.821

415.922.044

2.461.341.865

Slovenia

718.769.595

179.692.403

898.461.998

Regno Unito

4.763.553.589

3.994.087.169

8.757.640.758

Lussemburgo

20.056.223

20.056.223

40.112.446

Croazia

1.414.738.021

249.659.654

1.664.397.675

Repubblica Ceca

3.416.403.254

786.152.365

4.202.555.619

Italia

10.192.857.615

7.516.938.024

17.709.795.639

Svezia

719.938.370

719.938.370

1.439.876.740

Spagna

7.087.214.991

3.134.956.257

10.222.171.248

Grecia

3.899.892.473

1.139.551.586

5.039.444.059

Malta

105.893.448

26.473.362

132.366.810

Irlanda

476.370.407

476.370.407

952.740.814

Danimarca

213.024.265

197.929.013

410.953.278

Ungheria

4.662.374.569

982.440.074

5.644.814.643

Belgio

973.364.655

1.201.024.470

2.174.389.125

Lituania

1.095.501.471

193.323.791

1.288.825.262

Olanda

510.282.703

520.488.357

1.030.771.060

Portogallo

7.319.752.465

1.518.688.060

8.838.440.525

Romania

4.622.917.320

811.053.914

5.433.971.234

Finlandia

518.262.892

518.262.892

1.036.525.784

Bulgaria

1.466.439.031

256.458.496

1.722.897.527

 

Una copiosa quantità di denaro che le autorità non sono state brave a spendere e a far fruttare durante questi anni. L’Italia infatti è uno dei paesi che, finora, ha speso meno il denaro messo a disposizione dal Fondo sociale europeo.

 

Dei 17 miliardi programmati, sono stati decisi progetti e allocate risorse per quasi sei miliardi, ma ne sono stati effettivamente spesi solo un miliardo e 300 milioni: si parla dell’8% dei finanziamenti previsti. Fanno peggio solo il Regno Unito (7%), Spagna (5%), Cipro (5%), Croazia (3%) e Romania (1%).

 

Finanziamenti programmati e spesi per ciascun stato dell’Unione europea – Commissione europea

 

 

 

Molto più capaci gli olandesi, che hanno speso 371 milioni (il 36% della somma pianificata), con una minore quota del fondo sociale europeo a disposizione (poco più di un miliardo). Tra le migliori performance, c’è anche quella della Germania, con 3 miliardi spesi (24% del totale programmato), e il Lussemburgo, che ne ha investiti oltre 9 miliardi (24% della cifra prevista).

 

(Business Insider Italia)