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La pioggia di miliardi europei che l’Italia spreca. E che Di Maio sogna di usare per il reddito di cittadinanza
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- Pubblicato Giovedì, 17 Gennaio 2019 22:06
Marco Cimminella Giuliano Balestreri 27/6/2018 12:01:34 AM 17276
C’è una risoluzione approvata dal Parlamento europeo che impegna la Commissione Ue ad attivarsi affinché il 20% del Fondo sociale europeo venga destinato ai progetti di sostegno al salario minimo e al reinserimento nel mondo del lavoro.
Tradotto: 24 dei 121 miliardi in dotazione dal Fse dovrebbero essere utilizzati per riformare il mercato del lavoro del Vecchio continente. La quota per l’Italia è pari a 3,4 miliardi di euro, ma il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, spera di mettere le mani su una fetta ancora più grande perché “nessuno in Europa – dicono fonti vicine ai 5 Stelle – sta lavorando al reddito di cittadinanza così come lo intendiamo noi”.
D’altra parte la riforma dei 5 Stelle punta sui centri per l’impiego e sull’obbligo alla formazione insieme alla ricerca attiva di un’occupazione attraverso il portale unico del lavoro. Insomma c’è l’idea di replicare un modello che all’estero già esiste: “In Italia – spiegava a Business Insider Italia la senatrice Nunzia Catalfo, prima firmataria della proposta di legge – ci sono 9mila persone che lavorano nei servizi per l’impiego; in Francia e Germania sono decine di migliaia”.
Per farlo servono circa 17 miliardi: due per lo sviluppo delle politiche attive, 15 per l’assegno a quasi 3 milioni di famiglie. Nel programma del Movimento sono state indicate coperture – difficilmente verificabili – per circa 20 miliardi: tra cui i due miliardi che verrebbero dirottati dal fondo di sostegno alla povertà; 2,5 miliardi di tagli alla spesa pubblica con la centralizzazione degli acquisti; 2 miliardi dalla riduzione della percentuale di deducibilità degli interessi passivi per banche e assicurazioni; poi ci sono 1,5 miliardi dall’aumento dei costi di trivellazione e un altro miliardo dalle imposte sul gioco d’azzardo; altri 5 miliardi dalla riduzione alle detrazioni dei redditi più alti, esclusi quelli sociali.
A questi, il movimento spera di aggiungerne almeno altri 3,4 miliardi dal Fse. Il ragionamento è semplice: si tratta di fondi coperti per i due terzi dalla Ue, ma che l’Italia quasi mai riesce a spendere per una sua incapacità strutturale a programmare ed eseguire.
Siamo uno dei Paesi che spende peggio i fondi europei e la Corte dei Conti nella sua relazione annuale osserva che a fine 2016 sono state spese “cifre irrilevanti” e che “la capacità di spesa e di pagamento è ben lungi da registrare i livelli attesi, sebbene al suo esordio abbia visto importanti novità in termini di dotazione di strumenti regolatori, programmatori in quasi tutti i programmi operativi nazionali e regionali”. Peggio, per i giudici contabili “molti adempimenti preliminari non sono stati neppure definiti”.
I soldi ci sono ma non si riescono a spendere
Ed è purtroppo una grande occasione mancata, come risulta evidente se si dà un’occhiata alle cifre in ballo, soprattutto quelle relative al Fse, da cui il Movimento 5 Stelle spera appunto di trarre sostegno economico per il reddito di cittadinanza. L’Italia è il principale beneficiario del fondo sociale europeo, che è uno degli strumenti di finanziamento previsti dall’Unione. Alla Penisola spettano infatti oltre 17 miliardi di euro per il periodo 2014 – 2020: circa 10 miliardi provenienti dalle casse dell’Ue e 7 miliardi di finanziamento nazionale. La cifra finale costituisce il 14,62% del budget totale per i sette anni considerati, pari a oltre 121 miliardi. La quota più alta tra tutti i paesi dell’Unione, come mostra il grafico.
Questa tabella invece riporta la fetta del fondo sociale europeo destinata a ciascuno stato membro.
Stati |
Finanziamento europeo |
Finanziamento nazionale |
Ammontare totale |
Austria |
442.087.353 |
433.651.942 |
875.739.295 |
Estonia |
581.105.244 |
102.547.985 |
683.653.229 |
Lettonia |
609.544.789 |
107.566.740 |
717.111.529 |
Germania |
7.495.616.321 |
5.074.868.755 |
12.570.485.076 |
Polonia |
12.923.346.555 |
2.280.449.100 |
15.203.795.655 |
Francia |
5.553.721.885 |
4.269.564.690 |
9.823.286.575 |
Cipro |
114.307.303 |
20.171.881 |
134.479.184 |
Slovacchia |
2.045.419.821 |
415.922.044 |
2.461.341.865 |
Slovenia |
718.769.595 |
179.692.403 |
898.461.998 |
Regno Unito |
4.763.553.589 |
3.994.087.169 |
8.757.640.758 |
Lussemburgo |
20.056.223 |
20.056.223 |
40.112.446 |
Croazia |
1.414.738.021 |
249.659.654 |
1.664.397.675 |
Repubblica Ceca |
3.416.403.254 |
786.152.365 |
4.202.555.619 |
Italia |
10.192.857.615 |
7.516.938.024 |
17.709.795.639 |
Svezia |
719.938.370 |
719.938.370 |
1.439.876.740 |
Spagna |
7.087.214.991 |
3.134.956.257 |
10.222.171.248 |
Grecia |
3.899.892.473 |
1.139.551.586 |
5.039.444.059 |
Malta |
105.893.448 |
26.473.362 |
132.366.810 |
Irlanda |
476.370.407 |
476.370.407 |
952.740.814 |
Danimarca |
213.024.265 |
197.929.013 |
410.953.278 |
Ungheria |
4.662.374.569 |
982.440.074 |
5.644.814.643 |
Belgio |
973.364.655 |
1.201.024.470 |
2.174.389.125 |
Lituania |
1.095.501.471 |
193.323.791 |
1.288.825.262 |
Olanda |
510.282.703 |
520.488.357 |
1.030.771.060 |
Portogallo |
7.319.752.465 |
1.518.688.060 |
8.838.440.525 |
Romania |
4.622.917.320 |
811.053.914 |
5.433.971.234 |
Finlandia |
518.262.892 |
518.262.892 |
1.036.525.784 |
Bulgaria |
1.466.439.031 |
256.458.496 |
1.722.897.527 |
Una copiosa quantità di denaro che le autorità non sono state brave a spendere e a far fruttare durante questi anni. L’Italia infatti è uno dei paesi che, finora, ha speso meno il denaro messo a disposizione dal Fondo sociale europeo.
Dei 17 miliardi programmati, sono stati decisi progetti e allocate risorse per quasi sei miliardi, ma ne sono stati effettivamente spesi solo un miliardo e 300 milioni: si parla dell’8% dei finanziamenti previsti. Fanno peggio solo il Regno Unito (7%), Spagna (5%), Cipro (5%), Croazia (3%) e Romania (1%).
Finanziamenti programmati e spesi per ciascun stato dell’Unione europea – Commissione europea
Molto più capaci gli olandesi, che hanno speso 371 milioni (il 36% della somma pianificata), con una minore quota del fondo sociale europeo a disposizione (poco più di un miliardo). Tra le migliori performance, c’è anche quella della Germania, con 3 miliardi spesi (24% del totale programmato), e il Lussemburgo, che ne ha investiti oltre 9 miliardi (24% della cifra prevista).
(Business Insider Italia)