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Il Governo ha presentato il DEF 2014: cos'è, a cosa serve, perché è importante?

 

Nei giorni scorsi l'esecutivo del Governo Renzi ha presentato ufficialmente il DEF 2014, il Documento di Economia e Finanza con il quale vengono fissati gli obiettivi economici e finanziari nel breve e medio termine per il nostro Paese, finalizzati alla ripresa economica e occupazionale.

Approvato dal Consiglio dei Ministri n. 12 dell'8 aprile 2014, il DEF rappresenta il principale strumento di programmazione nazionale per una riforma strutturale economica e finanziaria, in coordinamento con le altre istituzioni europee.

Vista l'attualità e l'importanza del documento, proponiamo uno speciale di BibLus-net con tutto quello che c'è da sapere sul DEF (che cosa è, a che serve, qual è la sua storia) e una sintesi dei contenuti del DEF 2014, che introduce interessanti novità su:

- lavoro

- cuneo fiscale

- riforme varie



Documento di Economia e Finanza - Cos’è e a cosa serve

Storia del DEF

Il Documento di Economia e Finanza (DEF) esiste già dal 1988, sebbene con diversi acronimi:

––nel 1988: DPEF, Documento di Programmazione Economica e Finanziaria

––nel 2009: DFP, Documento di Programmazione Finanziaria

––nel 2011: DEF, Documento di Economia e Finanza (istituito con la Legge 39/2011)

Il DEF alla base della Riforma 2011 (governo Berlusconi) è stato istituito per la necessità di adeguare tempi di presentazione e procedure di programmazione nazionale alla normativa europea.

 

Cos’è e a cosa serve

Il DEF è il principale strumento con cui si programma l’economia e la finanza pubblica in Italia nel breve e medio termine, in stretto coordinamento con la politica europea.

Tale documento indica anche le coperture ad eventuali spese o le tasse di nuova introduzione utili a rientrare nel bilancio previsto.

 

Come è strutturato

Il Documento è articolato in tre sezioni, rispettivamente dedicate a:

––stabilità del Paese

––analisi delle tendenze della finanza pubblica

––programma nazionale delle riforme

 

Nello specifico, i punti affrontati nelle singole sezioni del DEF sono:

 

Sezione I – Programma di Stabilità dell’Italia contenente:

––gli obiettivi di politica economica e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica almeno per il triennio successivo e gli obiettivi articolati per i sotto settori del conto delle amministrazioni pubbliche;

––l’aggiornamento delle previsioni per l’anno in corso, evidenziando gli eventuali scostamenti rispetto al precedente Programma di stabilità;

––l’evoluzione economico-finanziaria internazionale, per l’anno in corso e per il periodo di riferimento; per l’Italia, le previsioni macroeconomiche, per ciascun anno del periodo di riferimento, con evidenziazione dei contributi alla crescita dei diversi fattori, dell’evoluzione dei prezzi, del mercato del lavoro e dell’andamento dei conti con l’estero;

––le previsioni per i principali aggregati del conto economico delle amministrazioni pubbliche;

––gli obiettivi programmatici, indicati per ciascun anno del periodo di riferimento, in rapporto al prodotto interno lordo, tenuto conto della manovra, per l’indebitamento netto, per il saldo di cassa, al netto e al lordo degli interessi e per il debito delle amministrazioni pubbliche.

 

Sezione II – Analisi e tendenze della finanza pubblicacontenente:

––l’analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni pubbliche nell’anno precedente e degli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi programmatici indicati nel DEF;

––le previsioni tendenziali, almeno per il triennio successivo, del saldo di cassa del settore statale e le indicazioni sulle correlate modalità di copertura;

––le informazioni di dettaglio sui risultati e sulle previsioni dei conti dei principali settori di spesa, almeno per il triennio successivo.

Inoltre, la nota metodologica, allegata alla seconda sezione del DEF, espone analiticamente i criteri di formulazione delle previsioni tendenziali.

 

Sezione III – Programma Nazionale di Riforma contenente:

––lo stato di avanzamento delle riforme avviate;

––gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività;

––le priorità del Paese e le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nella prima sezione del DEF.

 

(ACCA)