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L'Abi vede "schiarite" all'orizzonte: in ripresa economia e settore del credito

 

Le banche italiane prevedono un Pil piatto (+0,3%) quest'anno, ma in rafforzamento al +1,3-1,4% nel 2015-2016. Sul fronte dei finanziamenti, gli impieghi invertiranno la tendenza al calo nel 2014 per poi accelerare nei due anni successivi. Ancora in crescita, ma in rallentamento, le sofferenze, mentre i margini degli istituti restano risicati

 

MILANO - Le banche italiane stimano "schiarite all'orizzonte, sia sul piano economico sia su quello finanziario". Se quest'anno, secondo il rapporto Afo redatto dall'Abi - l'Associazione delle banche italiane -, il Pil crescerà marginalmente (+0,3%), nel biennio 2015-16 la crescita dovrebbe incrementarsi dell'1,3-1,4%. Per le banche "ciò significa che, pur in presenza di un ammontare rilevante di crediti deteriorati ci sono segnali di un ritorno all'espansione dei prestiti, che tenderà ad aumentare quanto maggiore sarà la ripresa degli investimenti e la caduta della rischiosità".

In particolare l'Abi stima che gli impieghi ai residenti, scesi del 3% nel 2013 tornino in positivo (+0,6%) nel 2014 per poi accelerare (+1,6 e +2,6%) nei due anni successivi, di pari passo con la crescita del Pil. La crescita delle sofferenze lorde dovrebbe subire una brusca frenata passando dal +24% dello scorso anno a un +17,4% quest'anno e dimezzandosi a un +8,9% nel 2015.

Le obbligazioni, in caduta libera negli ultimi mesi, dovrebbero tornare in lieve territorio positivo solo nel 2015. Per l'Abi in particolare "favorirà la ripresa del credito la maggiore domanda collegata alla crescita economica e un miglioramento della qualità del credito, anche per il tramite di una significativa riduzione del rischio del nuovo credito alle imprese le quali tuttavia rimarranno l'unico settore con valori ancora di rischiosità significativi".

"Con i ritardi tipici che il fenomeno comporta, tale miglioramento si trasferirà anche sullo stock di sofferenze che a fine periodo di previsione presenterà segnali di stabilizzazione del suo rapporto con gli impieghi. Per un'ulteriore riduzione della rischiosità occorre un robusto recupero di crescita del Prodotto italiano e quindi il pieno dispiegarsi dell'azione riformatrice".

Quanto ai bilanci degli istituti, per l'Abi nel prossimo triennio registreranno utili netti per 19,4 miliardi complessivi. Il rapporto segnala 2,9 miliardi di utili quest'anno (dopo il 'rosso' di 22,3 miliardi nel 2013), altri 6,7 miliardi netti nel 2015 e un 2016 con quasi 10 miliardi di profitti netti. Nonostante i numeri, l'Abi sottolinea che la redditività delle banche (roe) dovrebbe risultare in media pari all'1,7% "non solo molto distante dai livelli pre-crisi, ma anche dai bassi valori raggiunti nel primo triennio di crisi". A giudizio dell'Associazione "l'insufficiente prospettiva di redditività, determinata dal perdurante elevato peso del costo del rischio e da un bassa dinamica dei ricavi, continua a chiedere ulteriori sforzi di efficientamento dal lato dei costi".

 

(La Repubblica)