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La "rivoluzione copernicana" alle Entrate: basta controlli con i 730 precompilati

 

Il numero uno dell'Agenzia, Rossella Orlandi, in audizione al Senato: con la nuova impostazione per 20 milioni di contribuenti "saranno gli intermediari come i Caf che dovranno conservare la documentazione". Polemica sui bonus ai dipendenti

 

MILANO - L'invio dei modelli 730 precompilati per la dichiarazione dei redditi è una "rivoluzione copernicana" nel rapporto tra Fisco e cittadini. Il modello sarà introdotto "in via sperimentale nel 2015 sull'anno di imposta 2014 su una platea molto importante, di circa 20 milioni di cittadini italiani ma potrebbe crescere". Lo ha detto il direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi in audizione in Senato sottolineando che con il nuovo 730 "non ci sarà bisogno di effettuare controlli" sui contribuenti. Saranno invece gli intermediari, come i Caf che "dovranno conservare la documentazione", sui quali eventualmente ci saranno i controlli formali. Con la nuova dichiarazione "è l'amministrazione finanziaria che diventa obbligata a raccogliere i dati e a elaborarli e rimane al contribuente la facoltà di controllarne l'esattezza e di accettarla o non accettarla".

Sul punto, però, il numero uno del Fisco chiede regole certe: se le scadenze vengono cambiate in corsa "la precompilata non la facciamo", afferma. "C'è un problema di rispetto regole e dei termini", osserva Orlandi, che ha delle conseguenze sul lavoro dell'Agenzia. "Se cominciamo a cambiare la dichiarazione dei redditi la precompilata non si fa, se i dati che devono arrivare il 28 febbraio arrivano a maggio la precompilata la a facciamo a novembre, con conseguenze sul bilancio dello Stato", osserva.

Quanto all'attività di contrasto all'evasione, Orlandi ha spiegato che le frodi hanno raggiunto un "diffusione incredibile" e "il contrasto forte alle frodi" è una delle priorità su cui si muoverà l'Agenzia delle entrate. Il neo presidente delle Entrate ha anche speso alcune parole sul reato di autoriciclaggio, che è entrato nel testo sul rientro dei capitali alla prova delle Commissioni della Camera. Quel reato per Orlandi è "una svolta epocale", che rende la voluntary disclosure "una misura seria". Le norme sul al vaglio del Parlamento "non sono un condono, perchè è necessaria una completa disclosure" e se saranno approvate "l'Agenzia è pronta a fare un lavoro puntuale".

Il numero uno delle Entrate è anche intervenuta in risposta all'inchiesta di Repubblica in edicola sul legame tra l'attività di accertamento e i "premi" ad hoc stanziati ai dipendenti: "Sono stanca di polemiche fatte senza approfondimenti" perchè così "si mette nella testa delle persone che noi siamo pagati a provvigione per far del male ai contribuenti", ha detto a margine dell'audizione. "Aiutateci a creare un clima di fiducia - ha ribadito ai cronisti Orlandi - perchè senza fiducia gli uomini dell'Agenzia non possono lavorare bene e se non lavorano la lotta all'evasione non la faremo mai". Orlandi ha precisato che per i dipendenti delle Entrate, come per gli altri dipendenti delle Agenzie, "c'è una legge che prevede che se le agenzie raggiungono determinati obiettivi su base di una convenzione con il Mef, viene pagata una somma complessiva come premio incentivante". Ma si tratta di un premio che "va agli uffici" e non al singolo soggetto, ed è un "salario accessorio legato a una serie di parametri previsti dalla convenzione, non solo agli incassi nè tantomeno a un singolo incasso".

 

(La Repubblica)