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Auto, il ministro Lupi annuncia: "Il governo studia gli incentivi"

 

Il governo ha in agenda la possibilità di introdurre "politiche di incentivazione per il rinnovo del parco auto circolante". Ipotesi di defiscalizzazione, una via simile a quella percorsa con i bonus per le ristrutturazioni edilizie

 

MILANO - Il governo sta studiando un sistema di incentivi, legati allo strumento della defiscalizzazione, per il rinnovo del parco auto in Italia. E' quanto ha annunciato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che vi sta lavorando con il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. "Dobbiamo fare politiche che incentivino il rinnovo del parco macchine nel nostro Paese", ha spiegato Lupi, anticipando che per i privati verranno "utilizzati strumenti diversi dagli incentivi classici, come la defiscalizzazione utilizzata per le ristrutturazioni edilizie". Tra "domani e dopodomani arriveremo a una sintesi con il ministro Guidi", ha aggiunto Lupi spiegando che si tratterà di strumenti diversi dagli incentivi classici.

Alla domanda se il provvedimento potrebbe essere inserito nel decreto 'Sblocca Italia' il ministro ha risposto "vedremo". Il ministro ha poi spiegato che in Italia c'è "un parco auto circolante più vecchio d'Europa: abbiamo un'età media dei mezzi pubblici di 13 anni. Servono politiche che incentivino il rinnovo del parco circolante" su questo obiettivo "il governo si sta impegnando".

"Le norme che più stanno funzionando nel nostro Paese sono quelle legate alla defiscalizzazione, che non sono un incentivo classico, un contributo a fondo perduto, ma sono la modalità con cui si utilizza la leva fiscale per incentivare il cittadino a raggiungere un obiettivo che lo Stato gli pone", ha spiegato Lupi, sottolineando che "la defiscalizzazione sugli edifici delle case è valsa due punti di Pil". Lupi ha quindi annunciato: "Domani o dopodomani, con il ministro Guidi, dovremmo arrivare a una sintesi per provvedimenti che riguardino sia i mezzi pubblici che privati". Quanto ai primi, "in Germania c'è stato un momento in cui lo Stato ha deciso che non potessero più circolare mezzi pubblici con un'età molto vecchia: noi stiamo lavorando su Euro 0, Euro 1 ed Euro 2, dobbiamo accompagnare un provvedimento di questo genere degli strumenti che possano permettere il rinnovo". Per i privati, invece, il ministro ha ribadito che "dovremo andare sulla defiscalizzazione".

La notizia arriva nel giorno in cui l'Anfia, Associazione che riunisce la filiera automobilistica, conteggia che l'entità del prelievo fiscale che ha gravato sulla filiera automotive italiana nel 2013 si attesta a 70,5 miliardi di euro, con una crescita del 6,3% negli ultimi 5 anni, nonostante nello stesso periodo le imposte sulle vendite di autoveicoli siano crollate di oltre 30 punti.

A fronte di una leggera crescita (+0,6%) del totale delle entrate tributarie nazionali rispetto al 2012 - derivante da un andamento positivo delle imposte dirette (+1,9%) e negativo delle imposte indirette, basate sui consumi (-1%) - il gettito proveniente dal settore automotive, secondo le stime elaborate da Anfia, è sceso del 2,7%, mantenendo comunque una quota percentuale sul gettito complessivo calcolato secondo il criterio di cassa non distante da quella del 2012: 16,5% contro 17%.

"Facendo un confronto sugli ultimi 5 anni, il gettito proveniente dal settore automotive è cresciuto del 6,3% tra 2009 e 2013, con una quota percentuale sul gettito complessivo passata dal 16% al 16,5%, dopo il picco del 17% nel 2012 - ha commentato Roberto Vavassori, presidente di Anfia - è significativo notare che, nello stesso periodo, il gettito Ipt e Iva derivante dall'acquisto degli autoveicoli è calato del 30,2% a causa del forte ridimensionamento dei volumi di nuove immatricolazioni (-39,8%), mentre, al contrario, il gettito derivante da possesso (bollo auto) e utilizzo dei mezzi, è cresciuto rispettivamente del 4,6% e del 13,2%".

Nel 2013, la percentuale del gettito fiscale derivante dal comparto sul Pil sale al 4,5% (era 4,4% nel 2012), mantenendo il primato tra i maggiori paesi europei, visto che la media è del 3,2%. A fronte della perdita di capacità di spesa da parte degli italiani - ha proseguito il presidente Anfia - si è risposto in questi anni con l'inasprimento delle imposizioni fiscali sull'auto, giunte a livelli tali da generare una profonda contrazione del mercato, con conseguenze gravi sia a livello industriale, sia sul parco circolante sempre più obsoleto, poco sicuro e inquinante".

 

(La Repubblica)