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Irap, da sentenze pro-ospedalieri conferme positive per chi fa intramoenia

 

Cos’hanno in comune il primario ospedaliero in intramoenia, il barone che va ad esercitare extramoenia, e il giovane falsa partita Iva che lavora con un ospedale che non può assumerlo? Spesso, hanno solo una valigetta, l’auto e nient’altro. Magari un mobiletto. Ergo, non pagano l’Irap, perché non hanno collaboratori che facciano da volano al loro fatturato. Così con due sentenze, la 16467 depositata il 18 luglio scorso e la 16534 del 21 luglio la Cassazione dà ragione a due camici che hanno pagato l’imposta ma poi hanno chiesto rimborso al Fisco. L’Agenzia delle entrate ha resistito per tre gradi ma nel secondo caso alla fine ha clamorosamente rinunciato, come segnala Fiscopiù. La Corte ricorda che il decreto legislativo 446/97 istitutivo dell’Irap all’articolo 2 assoggetta all’imposta primo luogo le aziende che hanno dipendenti e collaboratori. Ma se il medico ha solo piccola attrezzatura tecnica indispensabile…che il collaboratore sia lui? La domanda non è del giudice ovviamente ma di Doctornews a Giorgio Cavallero, vicesegretario Anaao Assomed. Che per prima cosa analizza la distinzione tra medici dipendenti del servizio sanitario praticanti la professione intra ed extramoenia « Se per l’intramoenia Anaao ha in passato promosso e vinto dei ricorsi contro l’Agenzia delle Entrate, perché l’istituto è equiparato a lavoro dipendente ed ha una disciplina sui generis non assoggettabile a Irap, per il medico che svolge la sua attività al di fuori dal controllo ospedaliero sorge qualche problema. In quest’ultimo caso, come per la falsa partita Iva che subisce una situazione comoda al committente e sempre meno a lui, ogni situazione pratica va dimostrata e la dimostrazione di solito fa seguito purtroppo a contenziosi instaurati con l’Agenzia delle Entrate». Oltre che a lottare contro le aziende che utilizzano false partite Iva spesso pagandole poco («la legge Biagi del 2003 e la legge Fornero chiedevano che un decreto ad hoc decidesse professione per professione quali attività possono essere disciplinate con lavori flessibili e come vanno tutelate ma quel decreto ancora non esiste») Anaao oggi lotta contro i vincoli burocratici all’intramoenia. «Assoggettare la libera professione intramuraria all’Irap sarebbe un assurdo: tra quota per l’azienda, tassazione fissa al 45% e contributi il medico porta a casa meno di metà della tariffa. Tra l’altro per il paese l’intramoenia è una risorsa grande come testimoniano i dati dell’Osservatorio pubblicati nei giorni scorsi». Cavallero vede il bicchiere mezzo pieno. «Vedo una sostanziale tenuta dell’istituto e una richiesta crescente dei pazienti in certi settori, ma l’intramoenia ancora non decolla, e le aziende non sono incentivate a coltivarla. Ad esempio, non possono utilizzare il ticket pagato dai pazienti come mezzo di finanziamento: più producono più devono dare allo stato. E invece basterebbe poco per incrementare la produttività nei nostri ospedali risolvendo alcune liste d’attesa».

 

(MP)