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Decreto competitività, emendamenti governo. Torna il tetto per stipendi dei manager Pa

 

Il decreto, che scade il 22 agosto e dovrebbe essere discusso alla Camera il 4. Emendamenti soppressivi anche su Poste e su soglia contante stranieri

 

ROMA - Viene cancellata la deroga al tetto di 240 mila euro per gli stipendi dei manager Pa per le società quotate e quelle emittenti strumenti finanziari quotati o che rilasciano titoli scambiati. Questo uno degli emendamenti soppressivi presentati dal governo al decreto competitività all'esame delle commissioni Ambiente e Industria a Montecitorio. La deroga era stata inserita al Senato, e adesso il governo ne chiede la soppressione alla Camera.

Il governo ha presentato una serie di emendamenti soppressivi al provvedimento in esame alle commissioni Ambiente e Industria alla Camera. Il decreto, che scade il 22 agosto ed è atteso in Aula Montecitorio per il 4 agosto, era stato approvato pochi giorni fa al Senato con il voto di fiducia. Ora, per via delle modifiche che verranno apportate dovrà ritornare di nuovo a Palazzo Madama.

Tra gli altri punti da cancellare al testo del provvedimento, il pagamento dei crediti per 535 milioni a Poste italiane, l'abolizione del limite della soglia dei 1.000 euro per l'uso del contate a stranieri e turisti in Italia; la possibilità nell'ambito delle semplificazioni per l'attività imprenditoriale della sola Scia per fare impresa. Tra le altre, ci sono richieste di soppressione anche in campo ambientale (che riguardano alcuni aspetti legati a rifiuti, fondali marini, rischio idrogeologico) e il 'no' ai led per le luci dei semafori.

Per la parte agricola, stop ad alcune disposizioni che riguardano l'agricoltura biologica, disposizioni penali urgenti per la garantire la sicurezza agroalimentare, e all'istituzione del servizio integrato per la tutela del patrimonio agroalimentare italiano. Tra le cose che invece sono rimaste c'è la doppia soglia Opa. Il decreto scade il 22 agosto. E' atteso in Aula a Montecitorio per il 4 agosto, era stato approvato con il voto di fiducia pochi giorni fa al Senato.

 

(La Repubblica)