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Spending review, Cottarelli: "Niente taglio tasse se si usano i risparmi per aumentare la spesa"

 

Il commissario per la spending review interviene sul blog con un 'messaggio' alla politica: "Già impegnati tutti i futuri risparmi per 1,6 miliardi, no a prassi di autorizzare nuove spese con coperture virtuali". Le opposizioni: "Se è come dice lui, Renzi si deve dimettere". Brunetta: "Il premier venga a riferire alla Camera". Il Mef: non ce l'ha con il governo

 

MILANO - "Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione su lavoro". E' l'allarme del commissario Spending Review, Carlo Cottarelli che fa espresso riferimento anche alle coperture per i pensionamenti della scuola del decreto Pa. "Si sta diffondendo - ha aggiunto - la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa" e "il totale delle risorse" già spese "prima di essere state risparmiate ammonta ora 1,6 miliardi per il 2015". Così sul blog il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che attacca la politica e il governo.

Stamani un editorialista del Corriere della sera, Francesco Giavazzi, aveva criticato il commissario, accusandolo di essere sparito dalla scena politica e di essere lento nel realizzare il proprio lavoro di revisione della spesa, a differenza dell'altro commissario Raffaele Cantone ingaggiato come presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione e apparso veloce e deciso. "Se non ha fiducia in lei, meglio saperlo oggi che perdere altro tempo", ha scritto Giavazzi. Cottarelli ha subito replicato sul suo blog.

Il testo dell'intervento. "Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali. Era già successo nella Legge di Stabilità del 2014, nel decreto legge 4 di fine gennaio 2014 (per evitare il taglio delle spese fiscali) e nel decreto legge sulla pubblica amministrazione (per finanziare i pensionamenti dei funzionari "anziani"). Ora questa pratica sembra sia utilizzata per finanziare il pensionamento di alcuni lavoratori arrivati alla cosiddetta "quota 96" (una combinazione tra età e anni di servizio) e tenuti in servizio in base alle regole di pensionamento vigenti.

"Il totale delle risorse che sono state spese prima di essere state risparmiate per effetto di queste decisioni ammonta ora 1,6 miliardi per il 2015. Intendiamoci: tecnicamente, la copertura c'è. Ma questa è in realtà costituita da tagli lineari perché la promessa di future operazioni di revisione della spesa non può essere accettata come copertura sul piano giuridico.

"Cosa significa questo in prospettiva? Significa che le risorse che deriveranno dalla revisione della spesa per il 2015 non potranno essere usate per la riduzione della tassazione (o del deficit o per effettuare altre spese prioritarie). Oppure che si dovranno attivare i sopracitati tagli lineari. Credo sia una tendenza preoccupante perché continuando così nuove spese saranno finanziate o tramite risparmi che non sono stati ancora approvati a livello politico o attraverso i famigerati tagli lineari che la revisione della spesa vorrebbe evitare.

"E' una situazione paradossale in cui la revisione della spesa (futura) viene utilizzata per facilitare l'introduzione di nuove spese. Naturalmente possono sussistere mille buoni motivi per alcune nuove spese (anche se, con riferimento all'ultima applicazione di questo nuovo approccio, la spesa per pensioni in Italia mi sembra già abbastanza elevata e la riforma delle pensioni era volta a contenerne la crescita). Se il Parlamento legittimamente decide di introdurre nuove spese dovrebbe contestualmente coprirle con tagli di spesa non lineare di pari entità, individuandoli per esempio tra le proposte di revisione della spesa già presentate dal Commissario in passato. Mi sembra che usare presunti tagli lineari - in apparenza molto diluiti sull'intera amministrazione - per la copertura di nuove spese riduce il costo politico inevitabilmente legato all'individuazione di coperture vere, concrete, selettive. Inoltre con questo atteggiamento si finge di dimenticare che mentre una revisione selettiva della spesa ha l'obiettivo di aumentare l'efficienza della pubblica amministrazione a parità di prestazioni, i tagli lineari possono produrre per alcuni servizi una inevitabile riduzione delle prestazioni.

"In fondo a tutte queste considerazioni di metodo - conclude il post di Cottarelli - , a mio avviso ne resta una cruciale, nel merito: se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione su lavoro. Condizione, a mio giudizio, essenziale per una ripresa dell'occupazione in Italia".

Reazioni e polemiche - L'intervento di Cottarelli è stato interpretato dalle opposizioni come un chiaro messaggio al governo ed ai ministri. "La denuncia di Cottarelli sulla diffusa pratica ad autorizzare spese non coperte da spending review è pesantissima e conferma le nostre tesi - afferma Guido Guidesi, capogruppo leghista in commissione Bilancio - : il governo sta spendendo soldi che non ci sono e non si sa se ci saranno". A ruota e sulla stessa linea l'ex ministro Renato Brunetta, Pdl: "Con la denuncia di Cottarelli saltano tutti i conti del governo Renzi - dice il capogruppo Pdl alla Camera - . Il presidente del consiglio venga subito in aula alla Camera a riferire sulla non più sostenibile situazione della finanza pubblica italiana. Ne va della credibilità del nostro paese tanto in termini di rispetto dei vincoli europei, quanto nei confronti dei mercati". Anche più duro il commento di Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d'Italia-An: "O il commissario Cottarelli dice la verità e Renzi dovrebbe prenderne atto e dimettersi, o il commissario fa terrorismo economico-finanziario. Tertium non datur".

La replica del Tesoro - Il crescere della polemiche ha costretto il ministero dell'Economia a intervenire: "I tentativi di fare apparire le parole di Cottarelli come una polemica nei confronti del governo anziché nei confronti di alcune prassi parlamentari sono evidentemente strumentali", affermano fonti del Tesoro, aggiungendo che "l'intervento di Cottarelli è stato utile per ribadire le posizioni" di Mef e Governo sul ruolo della spending review.

 

(La Repubblica)