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Cdm, slittano le misure sulla scuola. Sblocca Italia, Padoan: "Le coperture ci sono". Riforma della Giustizia, Renzi da Napolitano

 

Da Palazzo Chigi rassicurano: "E' solo un rinvio per evitare di mettere troppa carne al fuoco"

 

ROMA - Alla vigilia del Cdm di domani, che sarà dedicato alla riforma della giustizia e al decreto Sblocca Italia, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha assicurato che le coperture ci sono: "Ci saranno "più investimenti, più crescita e quindi più lavoro", quindi "le famiglie ne beneficeranno", ha spiegato il ministro al Tg2. Ma nel Consiglio dei ministri di domani non ci sarà spazio per discutere delle nuove misure che riguardano la scuola. Fonti di Palazzo Chigi assicurano che si tratta solo di un rinvio "per evitare di mettere troppa carne al fuoco, la riforma non salta".

Renzi da Napolitano. In giornata il premier Matteo Renzi è stato ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Colle è stato informato sulla fase finale della preparazione dei provvedimenti, sia sulla giustizia, sia sullo sblocco di procedure attuative di misure economiche su cui si pronuncerà il Consiglio dei ministri di domani. "Lo vedrò e lo vedrete tutti, basta aspettare il cdm di domani e se ne vedranno i risultati", aveva anticipato stamattina il Presidente Napolitano da Mestre in risposta ai giornalisti che gli chiedevano se il governo si stesse preparando bene sui tanti nodi ancora aperti. Nel pomeriggio Renzi ha incontrato anche i ministri dei Trasporti e dell'Economia, Maurizio Lupi e Pier Carlo Padoan.

Renzi: "Torino un esempio". Al Colle, dunque, si è parlato anche dell'imminente riforma della Giustizia, sulla quale nella maggioranza di governo ci sono già molte divergenze. Il 'taglio' delle ferie giudiziarie dei Tribunali a 20 giorni "è un simbolo, ma importante. L'arretrato si risolve in un altro modo. Domani facciamo un dl ad hoc su questo. #italiariparte", ha precisato Renzi su Twitter rispondendo ad un follower che gli chiedeva se quanto annunciato bastasse per risolvere l'arretrato civile.

Un altro utente, poi, gli ha suggerito di prendere esempio dal tribunale di Torino, premiato dall'Ue per la riduzione dei ritardi nelle cause civili. Il premier ha replicato: "Sono d'accordo. Infatti Mario Barbuto, che ha risolto i problemi della giustizia di Torino è adesso a Roma a lavorare con il ministro Andrea Orlando".

I no di Ncd e Forza Italia. "Sulla riforma della giustizia civile c'è una piena intesa, invece non si può parlare di riforma della giustizia penale se non si affrontano positivamente questioni come le intercettazioni e la custodia cautelare", ha dichiarato il deputato Fabrizio Cicchitto del Nuovo Centrodestra, uno dei partiti più critici sulla riforma della Giustizia di Orlando. "Sulla questione della prescrizione bisogna tenere in conto ciò che dice il presidente delle Camere penali a proposito della fase iniziale delle indagini che pesano sui tempi della prescrizione. Inoltre non è assolutamente accettabile che venga fortemente ridotto il ricorso al terzo grado di giudizio: se non si affrontano e non si sciolgono positivamente questi nodi, non saremmo di fronte ad una riforma ma ad una controriforma". E Renato Brunetta, di Forza Italia: "Per quel che se ne sa, la riforma della giustizia di Orlando, di Renzi, è tutta dalla parte della corporazione dei magistrati. Nulla per la gente, per un processo giusto, per un processo veloce, nulla dalla parte delle imprese".

La precisazione in serata. "O vanno i due pacchetti, su Civile e Penale, o ne va uno. Una cosa che noi escludiamo è che ne vada uno e mezzo", ha poi precisato in serata Gaetano Quagliariello, coordinatore di Ncd. "Vogliamo una riforma sul Civile e sul Penale, ma in questo secondo caso la si affronta tutta, dalla responsabilità civile alle intercettazioni", ha aggiunto il ministro Maurizio Lupi, "ci sono ancora 24 ore di tempo, sono fiducioso" che nel pacchetto della riforma della giustizia "entrerà tutto".

La bocciatura dell'Anf. "Sembrano del tutto inadeguate a smaltire l'arretrato" nel settore civile le misure che il governo si appresta a mettere in campo, al punto che "potrebbero rivelarsi un flop". Mentre con la stretta che si annuncia sull'appello e sul ricorso in Cassazione "si va sempre di più verso un processo autoritario, in cui le parti finiscono in un angolo". La bocciatura di alcune delle scelte che si prospettano in materia di riforma della Giustizia arriva dall'Associazione Nazionale Forense, che ritiene in particolare che gli interventi ipotizzati per abbattere l'arretrato civile "potranno forse essere utili per il futuro, ma non serviranno al presente e consentiranno di definire pochissimi giudizi". "La verità - sottolinea il segretario generale Ester Perifano - è che per il settore Giustizia servono investimenti: più magistrati, con retribuzioni ridimensionate, visto che percepiscono cifre ben più alte rispetto ai loro colleghi europei; più personale di cancelleria e più fondi".

L'allarme del Wsj. I tempi lunghi della Giustizia in Italia rappresentano un "problema dominante per l'economia italiana ed uno dei problemi più difficili per il primo ministro Matteo Renzi, impegnato a riavviare la fiacca economia" del Paese: lo scrive oggi il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Alla vigilia del Consiglio dei ministri di domani sulla riforma della giustizia, il giornale riporta l'esempio di una società Usa - la Alps South - che voleva aprire un sito produttivo in Italia, ma che poi ha cambiato idea proprio a causa della "lentezza e dell'incertezza" della giustizia italiana. "Il passo da lumaca dei tribunali italiani rallenta l'economia per una miriade di versi", osserva l'autrice dell'articolo, Giada Zampano.

La lentezza della Giustizia in Italia. E' una questione che riguarda le banche così come le aziende: secondo il Censis, gli investimenti stranieri in Italia sono scesi del 60 per cento negli ultimi sei anni e attualmente costituiscono solo un sesto di quelli nel Regno Unito. Il problema della giustizia in Italia ha amplificato la crisi economica nel Paese, ma gli "sforzi di Renzi rischiano di deludere", come è successo con i "suoi predecessori". Le riforme precedenti che hanno promosso accordi in via stragiudiziale hanno ridotto il numero di casi pendenti solo dell'11% in cinque anni. Secondo il World Economic Forum, conclude l'articolo, l'Italia è ancora al 145/mo posto su 148 in termini di efficienza del sistema legale nella soluzione delle dispute.

I costi e le conseguenze. La giustizia-lumaca costa alle imprese 1 miliardo l'anno. Gli imprenditori italiani, per avere giustizia in una causa civile, devono aspettare in media 1.185 Giorni (3 anni e 1 mese). I loro colleghi nel resto d'Europa impiegano meno della metà: 544 giorni. L'italia è quasi in vetta alla classifica europea per la lentezza della giustizia civile: ci supera soltanto la Grecia con i suoi 1.300 giorni per chiudere una controversia in tribunale. A calcolarlo è Confartigianato in vista delle misure che il governo si accinge a presentare in tema di giustizia civile.

 

(La Repubblica)