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"I soldi del bilancio Ue sono finiti". A rischio i piani Erasmus e le Pmi

 

L'allarme lanciato dal commissario europeo al Bilancio, Jacek Dominik. Dai tagli al programma Horizon a rischio 600 progetti con 1.400 piccole e medie imprese coinvolte. Gli studenti rischiano di restare senza sussidio. "Così l'Europa è una casa col tetto che perde acqua"

 

MILANO - I soldi del bilancio Ue 2014 sono quasi finiti, e mancano più di tre mesi alla fine dell' anno. A rischio, ancora una volta, le borse Erasmus per gli studenti, i finanziamenti alle pmi e i beneficiari dei fondi di coesione. E' l'allarme lanciato dal commissario Ue al bilancio Jacek Dominik, che ha avvertito che questa volta non si tratta più di "business as usual", cioè la prosecuzione normale come se nulla fosse.

Il nuovo grido d'allarme arriva quando non c'è ancora contezza di quanti soldi manchino dal budget Ue, anche se entro la fine del mese tra Bruxelles e Strasburgo credono si possa avere una visione più chiara. Nei giorni scorsi è emerso che il bilancio Ue 2014 si è già dovuto far carico di 26 miliardi di arretrati accumulati negli anni precedenti, di cui quasi 24 mld di pagamenti per le politiche di coesione, il cuore della solidarietà europea. E il bilancio per il 2015 non promette bene, visto che gli Stati membri, sotto presidenza italiana, hanno già chiesto 2,1 miliardi di tagli per i pagamenti rispetto alla proposta della Commissione Ue. Di fatto, il doversi far carico di arretrati ha sempre azzoppato il bilancio corrente comunitario.

I tagli proposti, per altro, vanno a colpire soprattutto i fondi Ue a favore di crescita, competitività e occupazione: ben 1,3 miliardi in meno, pari a -8,6% rispetto alla proposta della Commissione, di cui -10,7% per ricerca e innovazione, -10,9% per Horizon 2020, -10,5% per le infrastrutture, e -20,9% per i progetti energetici per aiutare la ripresa. Anche se, rispetto al 2014, ha tenuto a ricordare recentemente il sottosegretario Enrico Zanetti, "i pagamenti aumentano di 4,6 miliardi". Il punto è però un altro: nel 2015 arrivano a scadenza i programmi del ciclo 2007-2013, ed è quindi il momento in cui tutti gli stati membri mandano a Bruxelles le fatture di cui devono essere rimborsati. Si tratta infatti dei fondi già spesi e concordati dai 28 con Bruxelles nei sette anni precedenti.

Facendo il punto della situazione, Dominik ha spiegato che il budget 2014 è già a un livello di spesa mai raggiunto prima: l'80% delle disponibilità sono state impiegate e "importanti programmi e operazioni" sono ormai agli sgoccioli. Per di più, scrive in un documento sul tema, sono disponibili soltanto 175 milioni da spostare dove ci sono necessità di pagamento nel bilancio Ue: è completamente esaurito lo spazio di riassegnazione dei fondi. "A peggiorare le cose c'è il fatto che il massimale dei pagamenti per il 2014 è di 9 miliardi inferiore rispetto al 2013".

Il Commissario spiega come siano importanti i tagli da 2,1 miliardi proposti: per la sola ricerca (programma Horizon 2020) una riduzione del 10% del budget significherebbe lo stop per circa 600 progetti che coinvolgono 1.400 imprese di piccole e medie dimensioni. Già "la Commissione ha dovuto ridurre il livello" di pre-finanziamento per i nuovi impegni, dal 60% al 35%, e "attualmente oltre 70 progetti per un importo di 36 milioni di euro sono bloccati e pagheranno interessi di mora".

Anche il programma Erasmus, con l'interruzione del finanziamento per i beneficiari, è citato tra gli "effetti collaterali" di questa sforbiciata la business: "Ci aspettiamo un ritardo nel pagamento delle sovvenzioni ai beneficiari, che sono soprattutto studenti". Ancora, per i fondi di coesione "i ritardi di pagamento colpiscono i beneficiari più piccoli e vulnerabili beneficiari, come le Pmi e le Ong".

Il messaggio del Commissario è che l'Europa non può continuare a comportarsi come nel recente passato, accumulando cioè ritardi nei pagamenti che si riversano sugli anni successivi. Per chiudere l'intervento, il Commissario descrive con un'immagine colorita la situazione: "Immaginate una

grande casa abitata da 500 milioni di persone, il cui tetto è costituito dal bilancio Ue: quel tetto ha perso per anni a causa del sotto-finanziamento e il ruolo della Commissione è stato quello di correre da una stanza all'altra, secchi in mano, per raccogliere l'acqua. Dobbiamo urgentemente risolvere il problema del tetto, sigillarlo e investire in esso. L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è di qualcuno che dica: 'Ma dove è il problema, ci sono ancora secchi vuoti da usare".

 

(La Repubblica)