News

Le Borse di oggi, 11 maggio. I mercati Ue chiudono in netto rialzo. L'inflazione Usa frena meno delle attese. Spread in calo

di Flavio Bini , Raffaele Ricciardi

 

Rallentano i prezzi alla produzione in Cina, dando spazio al governo per interventi a supporto dell'economia: salgono i listini asiatici. Il fondo Apollo potrebbe mettere 1 miliardo per l'Opa di Musk su Twitter. Amundi vede la parità tra euro e dollaro. Asta Bot, il tasso torna in positivo

11 Maggio 2022

Aggiornato alle 18:01

 

MILANO - Le Borse europee chiudono in netto rialzo malgrado il dato sull'inflazione Usa deluda le attese. Ad aprile i prezzi sono saliti dell'8,3%, sopra le attese degli analisti che scommettevano su un aumento dell'8,1%: il rallentamento rispetto al +8,5% di marzo c'è stato, dunque, ma la frenata è stata meno sensibile del previsto. Su base mensile i prezzi sono saliti dello 0,3%, oltre il +0,2% che attendeva il mercato

 

Salgono così le quotazioni perché la Federal Reserve, che ha da poco alzato il costo del denaro di mezzo punto percentuale, sarà chiamata ad agire con maggior determinazione. Una strada intrapresa anche dalla Bce, dalla quale arrivano ulteriori segnali che rafforzano l'ipotesi di un aumento dei tassi già nel mese di luglio.

 

Dopo un iniziale contraccolpo dovuto alla debolezza di Wall Street, le Borse Ue chiudono sugli scudi: in testa Parigi (+2,5% con il Cac 40 a 6.269 punti). A seguire Francoforte (+2,15% con il Dax a 13.826 punti) e Londra (+1,44% con il Ftse 100 a 7.347 punti). Milano fa la sua parte e guadagna il 2,84 per cento: bene Pirelli, che ieri ha pubblicato conti trimestrali con un balzo dell'utile del 160% a quota 110 milioni di euro. Da segnalare anche lo strappo di Unicredit dopo l'avvio del buuback da 1,6 miliardi.

 

Alla chiusura delle Borse europee, Wall Street è contrastata: il Dow Jones sale dello 0,8% spinto dalle azioni "value", mentre i tecnologici soffrono ancora e il Nasdaq perde lo 0,3%. Resta alta l'attenzione su Twitter, il social oggetto dell'offerta da 44 miliardi da parte di Elon Musk. Ieri l'imprenditore si è fatto notare per avere anticipato che rimuoverà il bando all'ex presidente Trump, una volta in sella, mentre oggi tornano all'ordine del giorno le questioni finanziarie. Secondo la Bloomberg, il fondo Apollo sarebbe in trattativa per organizzare un finanziamento da 1 miliardo all'imprenditore, coordinato da Morgan Stanley e con la possibile partecipazione di Sixth Street Partners. Notizia che segue quella relativa alla raccolta da parte di Musk di oltre 7 miliardi da imprenditori 'amici' come Larry Ellison di Oracle.

 

Dati sui prezzi sono arrivati anche dalla Cina, dove i prezzi alla produzione ad aprile sono aumentati al ritmo più lento da un anno a questa parte, lasciando spazio all'introduzione di ulteriori stimoli a sostegno dell'indebolita economia del Dragone. L'indice dei prezzi alla produzione cinese, che misura i costi delle merci alla fabbrica, è aumentato dell'8% su base annua, a fronte del +8,3% registrato il mese precedente, ma oltre le attese per un +7,7%. I prezzi al consumo sono invece saliti a sorpresa al 2,1% annuo ad aprile, più dell'1,5% di marzo e dell'1,8% atteso dagli analisti. Ma come rimarca Jeffrey Halley, analista di mercato senior di Oanda, in una nota mattutina, "le azioni della Cina continentale si sono portate in testa al rialzo oggi dopo che i dati sull'inflazione hanno mostrato un panorama ancora molto benevolo". Rispetto al "contesto dell'inflazione in altre parti del mondo, la Cina è in una condizione molto meno amara al momento, e i mercati oggi stanno valutando che questo dà al governo cinese spazio per scatenare qualche succoso stimolo".

 

I listini si sono mossi in positivo anche per il calo dei contagi da Covid. Tokyo ha chiuso in leggero rialzo dello 0,18%. Più convinte le Borse cinesi pur sotto i massimi di seduta: Shanghai +0,75%, Shenzhen +1,27%.

 

I prezzi del petrolio proseguono il rimbalzo, con il Wti che guadagna quasi il 3% sopra i 102 dollari al barile dopo aver perso il 9% nelle due sessioni precedenti, quando sono riemerse le sfide dal lato dell'offerta, con l'Ue che lavora per ottenere supporto per l'embargo il petrolio russo mentre i principali produttori hanno avvertito che potrebbero non essere in grado di soddisfare la domanda senza ulteriori investimenti. I future sul Brent salgono del 3,38% a 105,35 dollari al barile. I mercati sono in attesa dell'annunciato embargo da parte dell'Ue del petrolio russo, anche se manca ancora il voto dell'Ungheria, indispensabile per avere la necessaria unanimità. C'è poi alta tensione sul fronte del gas: il gestore della rete di gas naturale ucraino da questa mattina non può più accettare il transito di gas russo attraverso Sokhranivka per questioni di sicurezza, ma per Gazprom è impossibile trasferire i flussi in un altro punto. Per il momento, in Italia i flussi riescono a restare regolari grazie alla diversificazione delle fonti.

 

Lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi ha chiuso in netto calo a 191 punti, contro i 200 della viglia. Il rendimento dei titoli italiani è sceso al 2,908%. Nonostante la frenata inferiore alle attese dell'inflazione Usa, gli investitori europei sembrano pronti a scommettere che il rialzo dei tassi in Europa sarà graduale. Da segnalare il ritorno in positivo del tasso dei Bot a 1 anno: prima volta da giugno del 2020. Nell'asta odierna del Tesoro il rendimento del titolo a 12 mesi è salito a 0,121% da -0,105% del collocamento di aprile. Assegnato il massimo importo prefissato di 6,5 miliardi a fronte di una domanda che ha superato i 9,73 miliardi di euro.

 

Il valore del bitcoin è sceso sotto i 30.000 dollari per la seconda volta in questa settimana, finendo ai minimi dal giugno 2021. In forte calo anche la seconda criptovaluta per valore di mercato, ovvero ethereum, che vale circa 2.350 dollari, in ribasso del 7,5%. Il dato sull'inflazione di aprile, superiore alle attese, ha aggiunto nuove pressioni sulle criptovalute, già sotto stress per la caduta libera di Luna e Ust, le due cripto della piattaforma blockchain Terra.

 

Sul fronte dei cambi, la moneta unica passa di mano a 1,0551 dollari (1,0541 in avvio e 1,0538 ieri in chiusura) e a 137,391 yen (137,28 e 137,31). Il cambio dollaro/yen è a 130,206 (130,13 e 130,29). Secondo Amundi, la divisa unica è destinata alla parità con il dollaro nel giro di sei mesi: lo sostiene al Financial Times il capo degli investimenti del colosso francese, Vincent Mortier, secondo il quale la priorità della Bce continuerà ad essere il mantenere sotto controllo i rendimenti sovrani, piuttosto che combattere l'inflazione. Questo la terrà indieto nelle strette di politica monetaria rispetto alla Federal Reserve, con l'effetto di svalutare la divisa unica contro il biglietto verde.

 

(La Repubblica)