News

Sblocca Italia, concessioni autostradali a rischio procedura d'infrazione Ue

 

Bruxelles ha aperto la fase preliminare, chiedendo alle autorità italiane di fornire approfondimenti su determinate questioni per decidere l'esito della procedura. Nel mirino l'articolo 5, che permette di prolungare le concessioni in cambio di nuovi piani d'investimento

 

MILANO - L'Italia rischia una procedura di infrazione Ue per la norma sulle concessioni autostradali contenuta nello Sblocca Italia. Bruxelles ha infatti aperto, il 17 ottobre scorso, la pre-procedura di infrazione "Eu-Pilot" e ha richiesto alle autorità italiane di fornire approfondimenti su determinate questioni, per decidere l'esito della procedura.

L'oggetto dei rilievi. Originariamente, l'articolo 5 del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri di fine agosto consentiva ai concessionari di tratte autostradali nazionali di avviare una procedura di modifica del rapporto concessorio. Permetteva cioè di predisporre un nuovo piano economico-finanziario, in base al quale stipulare un atto aggiuntivo o una nuova convenzione, precisando che i nuovi interventi - rispetto a quelli previsti nelle convenzioni già in atto - sarebbero stati affidati secondo le procedure di evidenza pubblica quando gli importi dei lavori fossero risultati superiori alle soglie comunitarie.

Con il passaggio in Commissione Ambiente della Camera, l'articolo 5 è stato riscritto. I concessionari, entro la fine dell'anno, devono ora inviare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti una proposta di modifica delle concessioni, comprensiva anche dell'aggiornamento del piano economico (decade la precedente "facoltatività" della cominicazione). I nuovi piani devono contenere investimenti aggiuntivi, ma anche preservare quanto già determinato con i vecchi accordi. Spetta poi ai tecnici di Maurizio Lupi sentire le commissioni parlamentari competenti e l'Autorità dei trasporti per accettare le proposte di modifica. Le gare pubbliche, rispetto all'originale, sono estese a ogni importo e gli incassi per lo Stato sono destinati alla manutenzione autostradale e al Trasporto pubblico locale (si aggiunge anche un articolo 5-bis che di fatto fa rientrare l'Autostrada Cispadana tra le opere strategiche).

La posizione Ue. Secondo l'Europa, l'articolo 5 "sembra consentire la realizzazione di significative modifiche a contratti di concessione esistenti riguardanti, in particolare, i lavori da realizzare nell'ambito del rapporto concessorio e il livello delle tariffe". Inoltre, da notizie di stampa - evidenzia la Commissione - risulta che le modifiche "potrebbero consentire altresì in proroghe significative della durata di concessioni esistenti". Nel documento si ricorda tuttavia che, in base ad una direttiva Ue, "lavori complementari non previsti nel contratto di concessione" possono essere aggiudicati ad un concessionario esistenti solo quando "necessari, a seguito di una circostanza imprevista, per l'esecuzione dell'opera prevista, posto che talune specifiche condizioni siano soddisfatte". Inoltre, "modifiche apportate alle disposizioni di un contratto pubblico in corso di validità costituiscono una nuova aggiudicazione quando presentino caratteristiche sostanzialmente diverse" da quelle iniziali.

Bruxelles chiede quindi alle autorità italiane di trasmettere atti aggiuntivi su: quali effetti produrrà l'entrata in vigore dell'articolo 5 del decreto e quali sono la natura e la portata delle modifiche contrattuali che il provvedimento è volto ad autorizzare; a quali casi (specifiche concessioni) le autorità italiane prevedono che l'articolo 5 sarà applicato in concreto e quale sarà il contenuto delle relative modifiche contrattuali; in quale modo le autorità italiane "intendono garantire che l'applicazione della disposizione legislativa sia compatibile con il diritto europeo dei contratti pubblici"; e quale è "esattamente il significato della disposizione nella parte in cui fa riferimento al 'rispetto dei principi dell'Uè e quali sono gli effetti giuridici di tale condizioni e quali le implicazioni concrete".

Iter. Nella notte tra venerdì e sabato scorsi, il dl è stato approvato in Commissione. Ora è iniziata la discussione generale nell'aula di Montecitorio; probabile che il governo metta la fiducia sul testo, fortemente osteggiato dalle opposizioni. Il provvedimento, dopo il via libera della Camera, passerà al Senato per la seconda lettura.

Critiche. Le critiche al testo sono state molte e trasversali, a cominciare dalla strenua opposizione parlamentare del M5S su tutti. Da ultimo è arrivato il giudizio del Comitato per la Legislazione, secondo la quale lo sblocca Italia "non risponde ai requistiti di specificità e di omogeneità previsti" per i decreti legge. "Né il titolo, né il preambolo né la relazione illustrativa evidenziano una ratio unitaria del provvedimento", dice l'organo di Montecitorio che ha il compito di dare i propri pareri su tutti i decreti legge. Ricorda invece che la Corte costituzione si è già espressa in questo parere suggerendo, in situazioni di questo tipo, di inserire le diverse norme in atti normativi "distinti e separati".

Nei giorni scorsi, sono state molte le associazioni che si sono attivate per criticare il decreto. Intorno a Italia Nostra si sono raggruppate soprattutto le istanze "ambientaliste", che denunciano come l'idea di riportare crescita economica attraverso le grandi infrastrutture previste dal testo di legge sia in realtà "un colpo di spugna al sistema di tutele e l’esclusione totale alla partecipazione democratica nel processo decisionale in tema di infrastrutture, grandi opere, concessioni edilizie, sfruttamento delle risorse naturali ed energetiche dell’Italia". Sul tema specifico delle autostrade, l'Antitrust ha già sollevato problemi in tema di concorrenza durante un'audizione parlamentare. Un recente libro-inchiesta intitolato "Rottama Italia" per i tipi di Altreconomia, ispirato da Sergio Staino e chiosato da Carlo Petrini, denunciava così l'articolo sulle concessioni: "L'obiettivo dell'articolo (...) pare solo uno: fare in modo che il rinnovo delle concessioni non sia mai messo a gara, una gara europea". Ora pare che anche a Bruxelles la pulce sia saltata all'orecchio.

 

(La Repubblica)