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Guidi: "Legge di Stabilità per la crescita, sull'Irap superata una situazione aberrante"

 

Il ministro risponde alle domande dei lettori negli studi di Repubblica Tv. Con lo Sblocca Italia "ci sono molte risorse pubbliche e private". Sulla manifestazione della Cgil: "Io sono abituata a considerare i sindacati degli interlocutori, ma meno male appartengo a un governo che poi fa una sintesi". Sull'Ilva: "Ancora aperta pista per cordata italiana"

 

di RAFFAELE RICCIARDI

 

MILANO - "L'abbattimento drammatico delle tasse è una misura che certamente va a sostegno della crescita. Con la decontribuzione per tre anni delle assunzioni, fanno una misura che incentiverà le aziende a generare nuovi posti di lavoro. A questo aggiungiamo poi il credito d'imposta per la ricerca e sviluppo, per colmare un gap d'investimento che il nostro Paese vive, con cinque anni di durata che rappresentano un orizzonte temporale significativo". Sono questi, secondo il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, i cardini della Legge di Stabilità, in queste ore sulla scrivania del Quirinale, che rendono la manovra un supporto alla crescita del Paese. Un'analisi che Guidi ha espresso durante il videoforum con i lettori di Repubblica.it.

Ai rilievi di chi chiede più investimenti pubblici, per sostenere davvero la crescita, Guidi risponde: "Nello Sblocca Italia ci sono molte risorse pubbliche e private che vengono sbloccate. Solo sulla parte privata si sbloccano 15 miliardi di euro. Stiamo facendo un percorso, un percorso a tappe forzate".

Sulla riduzione dell'Irap, prevista per 6,5 miliardi a seguito dell'eliminazione del costo del lavoro dalla base imponibile, Guidi descrive la situazione precedente come "aberrante". A regime, "ci sarà un recupero della liquidità delle imprese, ma soprattutto uno straordinario valore simbolico e politico: chi assume avrà uno sgravio fiscale per tre anni e non avrà più il costo del lavoro come base imponibile da tassare". Un "cambio di filosofia" che secondo il ministro i sindacati non stanno cogliendo: "La loro, non è quella corretta", dice in relazione alla manifestazione in difesa dell'articolo 18 indetta dalla Cgil per sabato 25 ottobre. "La Cgil, come tutti i sindacati, è un interlocutore importante: è giusto ascoltare tutti. Detto questo, alla fine il governo fa la sintesi". Secondo Guidi, la "filosofia" impostata da Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, e dal premier Matteo Renzi è quella "giusta per il mondo industriale".

Guidi si sofferma anche sulla questione del Tfr, circa il quale il governo vuole dare la possibilità ai lavoratori di chiederne l'anticipo in busta paga, salvo vederlo tassare normalmente come reddito con aliquota normale e non più a regime agevolato. "Tutto questo è fatto per dare un'opzione in più, da valutare a seconda delle singole situazioni finanziarie. La cosa che premeva il governo è che non ci fosse aggravio sulla liquidità delle Pmi", evitata attraverso il finanziamento delle banche (tramite un accordo con l'Abi) e la garanzia posta dallo Stato.

Sul bonus da 80 euro per le neo-mamme, circa il quale i lettori sollevano la critica che non si rivolge anche ai figli un po' più grandi di tre anni, Guidi schiva le critiche con un assioma: "A risorse illimitate si potrebbe fare di più, ma non siamo purtroppo in questa situazione". Sulla genesi della proposta, il ministro spiega che nasce dal Fondo per le famiglie, poi tra le varie idee è stato il presidente del Consiglio a "fare una sintesi".

Rispondendo alle domande di Repubblica Tv, riguardo alle crisi aziendali di Termini Imerese (ex Fiat), Terni (acciaierie Ast) e Taranto (Ilva), Guidi fa il punto della situazione. "Il Mise si occupa ancora di quasi 160 tavoli di crisi, coda lunga della recessione che stiamo vivendo. Però abbiamo fatto tante cose anche per la crescita e lo sviluppo", premette il ministro. Precisando che i problemi sono molto diversi, "su Termini Imerese c'è una seria operazione di riqualificazione industriale e la società che ha presentato il piano (Grifa, di ex manager del Lingotto, specializzata in auto ibride, ndr) ha personalità di grande esperienza nel settore automotive, che danno garanzie": già "nelle prossime settimane" si può "arrivare alla firma". Le produzioni "dovrebbero iniziare tra la fine del 2015 e i primi del 2016", aggiunge Guidi. Chiosando "per essere prudente dico che ci sono buone possibilità di riuscita", spiega ancora.

"Ilva è invece uno dei più grossi problemi che abbiamo in Italia, ma i potenziali compratori dicono a sorpresa che si tratta di uno dei siti più efficienti in Europa". Lo stabilimento tarantino, nel mirino indiano della Jindal, "potrebbe ancora vedere nella sua compagine azionaria una cordata di imprenditori italiani", spiega Guidi sul caso dell'ex acciaieria del gruppo Riva. "Non escludo affatto un futuro con un gruppo italiano", annuncia a Repubblica Tv, anche se i tempi per arrivare a una definizione della proprietà sono stretti: "Entro fine anno serve una soluzione, perché le tensioni finanziarie sono troppe. Ci sono ottimi e grandi imprenditori italiani ancora in corsa".

Su Terni (ora in mano a Thyssen), Guidi giudica "molto severo" il piano presentato inizialmente dall'azionista: "Volevamo che si garantisse la stabilità produttiva minimizzando l'impatto occupazionale". Purtroppo le posizioni ancora distanti, "rimane un problema sul costo del lavoro richiesto dall'azienda".

 

(La Repubblica)